Trentaquattromila abitanti, diciotto chilometri di passeggiate, quaranta ettari di verde, ecco Merano, un Alto Adige dolce e rassicurante. A trecentoventi metri di altitudine sullo sfondo del Gruppo del Tessa e dei ghiacciai, prosperano palme, cespugli di rose, melograni, camelie, grazie al meraviglioso microclima che incantò Sissi imperatrice d’Austria, che soggiornava al Castello Trautmannsdorff, oggi circondato da giardini esotici e mediterranei vincitori (nel 2005) del premio al “Parco più bello d’Italia”.
Merano, l’arte del piacere, il piacere dell’arte
Nuovo, straordinario, il complesso delle terme di Merano e dell’Hotel Steigenberger, progettato dagli architetti berlinesi Baumann e Zillich e firmato per gli allestimenti interni dall’architetto Matteo Thun, accolto nella “Hall of Fame” newyorkese, responsabile del progetto esecutivo, mentre Müller e Wehberg sono gli architetti paesaggisti artefici degli spazi esterni: “voilà” il pool di talenti che ha dato glamour alle terme. I cittadini le frequentano regolarmente, anche quotidianamente; i forestieri, che snobbavano Merano, a favore di minori località vicine e la conoscevano (quasi) solo per i mercatini natalizi, ora ci ritornano in qualsiasi periodo dell’anno.
Italiani soprattutto, che apprezzano l’ambiente bello e armonioso. Cinque ettari di parco di lecci, sequoie, magnolie, cedri, palme, pini marittimi, ulivi, corbezzoli, ippocastani, cipressi e un curatissimo manto verde, ovattano un’opera contemporanea, vero tempio del relax, progettato nel rispetto della cultura e della natura altoatesine. Le linee delle architetture sono essenziali, squadrate, nette; i materiali locali e antichi come la pietra e il legno, declinati in modo contemporaneo, oltre al vetro, l’acqua, la luce, i colori.
Un gioco di riflessi
Uno dei corpi principali del complesso è il cubo di vetro contenitore delle tredici piscine interne: un gioco di riflessi. Tutto riflette tutto: le vetrate esterne le nuvole, le nuvole le installazioni artistiche permanenti appese al soffitto, il soffitto l’acqua. Quadri cangianti a diverse ore del giorno. Al crepuscolo, le grandi palle illuminate appese al soffitto spingono la luce all’esterno moltiplicandosi nei riflessi, gli allegri “mobile” artistici gialli, fucsia, arancioni, risaltano lasciando trasparire la luce, le nuvole nere si riflettono sulle vetrate in una deliziosa confusione esterno-interno, le nicchie dell’edificio adiacente si illuminano di luce calda.
Con la notte il gioco delle luci si fa duro, le installazioni ruotano lievemente, i colori si moltiplicano, le piscine illuminate si riflettono sulla griglia del tetto, riflesse le sagome dei nuotatori nell’azzurro dell’acqua, il mondo alla rovescia sullo sfondo del cielo nero. Perfetto il gioco artistico della luce. Le vetrate dappertutto, le montagne da tutte le vetrate, il teak usato in abbondanza insieme alla pietra di Vicenza.
Assoluta la pulizia delle forme, perfette la complicità delle linee, l’armonia delle geometrie. La ricetta di Matteo Thun è semplice e grande come grandi diventano solo i progetti semplici. Togliere, spogliare per esaltare l’essenziale, il valore della forma, il senso della materia: la leggerezza del vetro, la serietà della pietra, la forza dell’acqua. L’interno del cubo è spettacolare: se l’arte è piacere, questa è arte.
Il benessere è bello
Settemilaseicentocinquanta metri quadrati integrati nel territorio, venticinque piscine, otto saune, un centro Spa&Vital, una Medical Spa, seicento metri quadrati di centro fitness, l’albergo, i caffè, i ristoranti. Duemila metri quadrati solo di acqua per il cui uso intelligente sono state impiegate le più moderne tecnologie ambientali. Dodici vasche esterne accessibili, come il parco, da metà maggio a fine settembre con (prima donna) la splendida piscina sportiva di trentatré metri che confluisce nel laghetto delle ninfee. Tredici piscine interne: dalla vasca per il nuoto controcorrente alla piscina con acqua salina e musica subacquea; dalle tonificanti whirpools alle vasche con acqua calda (37º) con acqua fredda (18º) a riscaldamento solare (20º-24º); dalla vasca fitness alle piscine per i bambini, nuotare dall’interno del cubo all’esterno è godere del piacere dell’acqua.
Quando l’ambiente è bello, più immediato risulta riappropriarsi dell’equilibrio tra corpo e mente. Purifica e rilassa il calore delle saune. Nel parco una sauna finlandese, all’interno del cubo di vetro una sauna classica, tre bagni di vapore, un sanarium, un caldarium e accanto a numerose vasche d’acqua fredda, la stanza della neve, con tanto di caduta di fiocchi dal soffitto; ovunque l’assenza del meridionale pudore della nudità, qui obbligatoria, sul sito, il galateo della sauna, affatto scontato. Due mondi, quello delle piscine e quello delle saune, diversi e complementari. Poi le sale per i trattamenti affacciate con grandi vetrate sui monti. Bagni al siero di latte, bagni nella lana di pecora, bagni nel fieno, idromassaggi al ginepro, peeling e impacchi di mele, applicazioni rivitalizzanti a base d’uva, trattamenti con erbe di montagna, trattamenti speciali come quello intitolato all’imperatrice Elisabetta d’Austria. Mele, uva, siero di latte, lana, erbe aromatiche, protagonisti nella Spa&Vital Center, sono i prodotti naturali altoatesini.
La cattedrale dell’aperitivo
Dialogano faccia a faccia sulla grande piazza delle terme il cubo di vetro corpo principale del complesso e l’Hotel Steigenberger, nella dorata pietra di Vicenza. Autore degli allestimenti interni anche in questo caso Matteo Thun, che arreda gli ambienti (anche) con il colore. Ogni piano dell’hotel ha le proprie tinte, e le relative sfumature, che si snodano in corridoi tutt’altro che anonimi come quello sotterraneo, coloratissimo e divertente, che conduce gli ospiti dell’albergo in accappatoio, dalla Spa dell’hotel alle terme.
Abbondante e quasi spregiudicato l’uso del colore. Il vero capolavoro è la lounge dei Cedri, parallela alla hall, con camino aperto e terrazza interna. Una cattedrale laica degli aperitivi, gli after ski o i dopo cena, che ha dimensioni da paura che la rendono unica: sei metri e settantacinque di altezza, trenta metri e quaranta di lunghezza, dieci metri e undici di larghezza. Il camino, che in proporzione pare piccolo, è immenso, quasi cinque metri di larghezza. L’ambiente imponente riesce a essere molto piacevole grazie anche alle tonalità accoglienti del rosso e del giallo oro, predilette dall’architetto altoatesino come è immediatamente evidente.
Nell’albergo a quattro stelle superiore, con centotrentanove camere di cui ventiquattro suite arredate con materiali naturali e preziosi, i ristoranti Olivi e Wolkenstein, che condividono la cucina a vista, propongono la buona tavola e la buona forma. Freschezza e leggerezza nella gastronomia, “show-cooking” dei cuochi artisti e piatti d’ispirazione insieme mediterranea e altoatesina come mediterraneo e altoatesino è il panorama che si gode dalla splendida terrazza.
In albergo si può fare la prima colazione, che è un pranzo, fino alle dodici, il che rende piacevolissima una mattinata nella super Spa, di milleduecento metri quadrati, le vetrate “aperte” sul giardino, coccolati dal verde prato di alcune pareti, il bianco, il nero scivoloso del pavimento.
Merano, la stagione morta
Si sa, non esiste più. I viaggi, che oggi sarebbe più adeguato chiamare spostamenti, si effettuano ormai in qualsiasi periodo dell’anno, sono toccate e fughe, investono ridotti giorni e (perlopiù) capitali. Questo è noto. La stagione morta in teoria non esiste più, ma sussiste nelle tariffe degli alberghi: lì ancora si distinguono l’alta e la bassa (stagione) a tutto vantaggio di chi decide di sfruttare la bassa. Per esempio novembre, mese per eccellenza di “low season”, una volta penalizzato dalla nebbia nella pianura padana, la malinconia nelle Langhe, la pioggia in montagna. Ma, si sa, il clima è cambiato dappertutto e la situazione non è più così certa. L’insospettabile novembre – ma anche ottobre e marzo-aprile, oltre ai più scontati giugno e settembre – a Merano è bellissimo.
Nelle numerose giornate di bel tempo, alberi colorati di autunno accompagnano il lungofiume, le passeggiate sul Passirio più scenografiche che mai, quella d’inverno esposta al sole nei mesi freddi (quella d’estate all’ombra nel periodo caldo); un chiosco che vende spremute d’arancia come in Sicilia, alberi carichi di cachi, gente tranquilla che passeggia. Il pratone davanti alle terme ancora verde, telone di fondo alle spalle del fiume le montagne innevate, si riesce a uscire all’aperto in accappatoio nelle ore soleggiate senza essere tedeschi. O in acqua il corpo immerso nelle tiepide piscine, la faccia esposta all’aria di montagna.
Quale stagione morta! Ecco un Alto Adige dolce come pochi altri.
Il meglio del relax e della salute, per “lei” e per “lui”
Ingressi, trattamenti e proposte per il fitness possono essere prenotate sul sito o telefonicamente. Ingressi da poche ore all’intera giornata solo alle terme o anche alle saune; speciale per le signore la giornata di giovedì, quando l’ingresso alle saune è loro riservato.
Nel centro Spa&Vital, ventisei sale per trattamenti di bellezza e terapeutici per applicazioni rivitalizzanti a base d’uva, trattamenti con erbe di montagna, bagni al siero di latte, bagni nella lana di pecora, bagni nel fieno di montagna, idromassaggi al ginepro, peeling e impacchi di mele, massaggi all’olio aromatico, trattamenti cosmetici con un’esclusiva linea corpo a base di mela e menta e, speciale per “lei”, il pacchetto intitolato all’imperatrice Elisabetta d’Austria: peeling al siero di latte, bagno di Sissi velluto e seta, massaggio con melissa al limone, trattamento viso al siero di latte e estratto di vinaccioli.
Per “lui”, il trattamento del Principe con massaggio al sale delle Odle, bagno al ginepro, sabbiatura con drink delle Odle, test fitness.
Info: www.termemerano.it
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