Dovevano essere ghiacci di proporzioni bibliche, quelli prossimi al Polo. Solo così si spiega il panorama incredibilmente ricco di acque che contraddistingue la Finlandia vera e propria e le due zone finlandesi più note: la Lapponia nell’estremo nord e la Carelia ad oriente. Al posto dei ghiacci, acqua, dunque; e a ricoprire lo zoccolo roccioso più antico della terra, una varietà di erbe e di piante che rappresenta la vera ricchezza della Finlandia. Una ricchezza che è in primo luogo spirituale e solo dopo “anche” materiale. Togliete a un finlandese la foresta e si sentirà nudo, in ogni senso. Mi è stato spiegato che per un finnico “la foresta è un’entità multi dimensionale che comprende antiche credenze, folclore e vita moderna”.
La moderna Finlandia – uno dei Paesi più civili e più evoluti della vecchia Europa – per mezzo di uno sfruttamento programmato che sottostà a severissime regole, ricava grandi ricchezze dal suo legname. Ma non viene mai meno, in ogni cittadino finlandese, quel rapporto istintivo e insieme misterioso che lo lega fin dalla prima infanzia – ed è un amore che durerà tutta la vita – al verde intenso dei suoi boschi, al grigio-azzurro cangiante dei suoi laghi.
In Finlandia il legno è simbolo di civiltà
Il legno è presente in tutte le forme di cultura della vita finlandese: oggetti d’uso quotidiano, costruiti e legati alla tradizione popolare; sculture, recinti, panchine; persino imponenti edifici, come la più grande chiesa in legno del mondo, quella di Kerimaki, costruita nel 1847. E poi le case – isolate una dall’altra – quasi tutte dipinte di rosso scuro e con i bordi bianchi; una macchia di colore che ben si inserisce nell’onnipresente panorama verde.
La foresta è il simbolo centrale e insieme romantico dell’anima finlandese.
Durante la bella stagione, che regala giornate luminose e lunghissime notti che non sono notti per via del chiarore che non vuole cedere al buio, gli abitanti sviluppano un rapporto quasi “carnale” con il loro ambiente.
La piccola casa è il punto di partenza per gite a piedi, in bici, in barca o in battello; per praticare il nuoto, per pescare i piccoli “muikku”, deliziosi pescetti d’acqua dolce simili a quelli presenti nei nostri laghi, prima che l’inquinamento ne facesse scempio.
La foresta è relax, è pace; per nulla al mondo un vero finlandese vi rinuncerebbe, naturalmente insieme al rito della famosissima “sauna”, che va vissuta in amicizia, senza schiamazzi, perché è un atto di purificazione del corpo e dello spirito. E se lo dicono loro, bisogna crederci.
Nella Carelia, il miracolo del “Lusto”
La parola finlandese “lusto” indica l’anello che si sviluppa all’interno dell’albero. Dal primo nucleo della pianta bambina, sino all’ultimo del grande tronco, protetto a sua volta dalla corteccia. Il “lusto” rivela la vita dell’albero: i suoi anni, le malattie, le difficoltà di crescita – magari temporanee – a causa di condizionamenti esterni.
“Lusto” è anche il nome più che azzeccato di un Museo unico nel suo genere: quello dedicato al legno di Finlandia, alla sua storia, al suo stretto legame con la vita di ogni giorno, alle molteplici attività che vi gravitano attorno, alle creature che popolano le foreste, alle specie botaniche che la completano.
Si trova non lontano dal piccolo centro di Punkaharju, a sua volta prossimo alla cittadina di Savonlinna. Il confine russo è solo a una decina di chilometri. Al di là, prosegue la Carelia un tempo finlandese, che termina sulle rive del grande lago Ladoga.
È un Museo inaugurato non molti anni fa e viene con orgoglio definito il “museo del consenso”.
Markku Rauhalahti, il primo direttore di Lusto, spiega che dall’idea iniziale di un museo che illustrasse le attività dell’uomo legate al legno, ci si è gradatamente ma con sicurezza indirizzati a comprendere tematiche e problemi che investono l’ambiente, in senso lato. In altre parole, nello spirito dell’accordo di Rio del 1992, Lusto vuole fungere da centro di raccolta e di smistamento delle idee, degli studi, dei contributi più qualificati di tutto ciò che rappresenta il complesso processo di interazione fra l’uomo e la foresta.
Lusto un esempio da seguire
In un mondo di incoscienti che fanno finta di ignorare quale grande e insostituibile ruolo rivestano le foreste per l’umanità – e l’Amazzonia non è che uno dei grandi polmoni verdi a rischio – l’esempio di Lusto rappresenta la certezza di una oramai indilazionabile inversione di tendenza. “Noi concentriamo la nostra attenzione sui visitatori che ogni estate vengono a visitare il nostro museo-verde. Ma dobbiamo altresì pensare ai visitatori che non sono ancora nati! Come apparirà l’edificio museale fra cinquanta, settant’anni? Rivestirà in quegli anni a venire solo un valore nostalgico?” Sono parole dell’architetto Rainer Mahlamaki, che ha progettato il fantastico edificio centrale di Lusto, simile a un enorme tronco tagliato infisso nel terreno.
I vari “lusto” (anelli del tronco) si rincorrono all’interno spiegando la vita della foresta e le attività che le sono proprie. L’augurio del progettista è che Lusto si sviluppi, negli anni, coinvolgendo nuovi spazi della foresta di Punkaharju, in modo da fungere per le future generazioni quale luogo d’incontro e di confronto per le rispettive esperienze.
Le sezioni del Museo della Foresta Finnica
Il Museo della Foresta Finnica si compone di varie sezioni espositive. Vi si trovano ricchi archivi fotografici, una biblioteca specializzata, programmi video che fungono da punto di partenza per successive ricerche di gruppo. Dispone inoltre di guide preparate oltre che di sale per convegni, una cafeteria-ristorante, uno spazio giochi e sperimentazione per i bambini. L’Arboretum compreso nella “Punkaharju Nature Conservation Area” include una quarantina di conifere, venti specie di latifoglie.
Quali sono le piante di Lusto – mostrate anche in sezione – e quindi presenti nelle foreste finlandesi? Tantissime. L’ontano grigio e nero, l’olmo, il frassino, il pioppo, varie specie di betulle, compresa quella endemica di Carelia. E ancora: il faggio, la quercia, l’abete, il nocciolo, il ciliegio selvatico, l’ippocastano, il tiglio, il larice, l’acero, il salice, il pino silvestre e quello nano. Fra i cespugli, troviamo il ginepro, il sambuco, la rosa canina e quella di macchia, il sorbo, il lillà. Una speciale attenzione è riservata al muschio, comunissimo in Lapponia. Verde, colori e profumi di Lusto. Come dire: sapore di Finlandia.