Domenica 24 Novembre 2024 - Anno XXII

Dresda, sessant’anni dopo

Dresda

Se ci andate d’inverno, copritevi. Dresda è una città che colpisce al cuore, ma anche ai piedi; i doposci e l’abbigliamento da montagna non fanno sorridere nessuno e preservano dai geloni. Per godere appieno architettura, musica e vita cittadina

Dresda, città sull’Elba
Dresda, città sull’Elba

Certo d’estate la Neustadt (Città Nuova) pullula di gente: tavolini all’aperto dei caffè, locali per passare la notte, ma d’inverno Dresda incanta come una fiaba nordica.
Da sempre, una delle più belle città della Germania, prima di uno dei più feroci bombardamenti della storia. Quello che il 13 e 14 febbraio 1945 rase al suolo il centro storico, scaricando le micidiali bombe al fosforo e provocando una tempesta di fuoco che bruciò tutto e tutti; fu una delle pagine più tragiche dell’ultima fase della seconda guerra mondiale.
Rifatta da capo a piedi, la vecchia capitale che voleva risorgere è di nuovo incredibilmente bella. E straordinariamente musicale. Concerti di musica sinfonica, da camera, di organo; opere liriche, balletti, corali, sonate, jazz, dixieland, blues, in città e fuori, in ogni periodo dell’anno, a ogni ora del giorno (quasi), nelle più belle chiese, nei castelli, nei musei: ecco la seduzione sottile della città d’arte nel cuore dell’Europa. Prenotate in anticipo i biglietti per l’Opera o il concerto più importanti, ma anche quelli aerei se volete risparmiare: non mancano promozioni low cost per Monaco, Berlino, Hannover; per Dresda invece, a non pensarci per tempo, si rischia di spendere un milione di vecchie lire. Andare a Dresda non capita per caso, bisogna volerlo, ma ne vale la pena. Grazie a un restyling architettonico senza precedenti, che ha coinvolto interi quartieri, palazzi, edifici sacri, negli ultimi anni la Firenze del nord ha cambiato faccia. E il 30 ottobre riapre il suo luogo simbolo, la Frauenkirche.

Architetture dai cento volti, sull’Elba

Fabbrica di Cristallo, sede della Volkswagen
Fabbrica di Cristallo, sede della Volkswagen foto Christian Gebhardt

Barocca, ottocentesca, socialista, contemporanea, la città dell’ex Repubblica Democratica ha molte anime e tutte forti. Quartieri popolari di stampo socialista con prefabbricati così lunghi che oggi vengono tagliati a metà e ridipinti a colori vivaci per renderli presentabili, ma anche novità in fatto di architettura contemporanea come la Fabbrica di Cristallo, sede della Volkswagen, quel modernissimo cubo di cemento che è la nuova sinagoga, l’Università Tecnica, il nuovo centro congressuale.
L’antica capitale della Sassonia, che si è sempre sentita più vicina a Praga e a Vienna che a Berlino, come si nota anche nell’architettura, costruisce e ricostruisce, come dopo l’inondazione del 2002 quando sono stati ristrutturati i palazzi danneggiati e spostati i depositi dei musei dai sotterranei all’ultimo piano degli edifici dove si trovavano.
Di origine altomedievale, Dresda raggiunse l’apice dello splendore nel XVIII secolo grazie ai due principi elettori sassoni, Federico Augusto II detto il Forte – durante il cui regno si arricchì di quei capolavori architettonici che le fecero meritare l’appellativo di “Firenze sull’Elba” – e il figlio Augusto III, che fu uno dei più celebri collezionisti europei di dipinti.

Città Vecchia, Città Nuova

la Sempergallerie dello Zwinger
La Sempergallerie dello Zwinger

Il fiume si sente ovunque in città. Sulla sua sponda meridionale la Città Vecchia, il centro storico monumentale, sul lato settentrionale la Città Nuova collegata dal ponte di Augusto.
Sprofondata nell’ampia valle dell’Elba orlata di dolci colline, Dresda di fascino ne ha da vendere; eppure è in gran parte ricostruita.
“Vedi quell’edificio in cemento armato in costruzione? Ecco, quello sarà un palazzo barocco”. Non mi era mai capitato di ascoltare niente del genere: Dresda la ricostruiscono (in alcune zone) barocca, ma non siamo a Dallas e non appare kitsch. Come il “Quartier Qf” che fino ai bombardamenti angloamericani del 1945 era un’area residenziale barocca e oggi è un grosso cantiere (la fine dei lavori è prevista nel 2006) voluto dall’imprenditore italiano Arturo Prisco e diretto dall’architetto Kai von Döring.
Rimangono lavori in corso in città, ma gran parte dello spettacolare centro storico è stato or­mai ricostruito o restaurato. La piazza del Teatro, con ai lati la Sempergallerie dello Zwinger, castello barocco dei re sassoni, l’enorme cattedrale cattolica (Hofkirche), la scalinata per la Brühlsche Terrasse, migliore punto panoramico della città.

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Dresda il Corteo dei Principi
Il Corteo dei Principi Foto Gabriella Alù

Non lontani, il Corteo dei Principi, centodue metri di piastrelle di porcellana di Meissen con la sfilata dei regnanti sassoni, e la Frauenkirche; l’uno scampato sessant’anni fa all’inferno di fuoco, l’altra annientata.
“A Dresda dove la storia ha distrutto si riedifica, dove si è preservata l’eredità architettonica si innova. Come nella Neustadt dove aprono continuamente gallerie di giovani artisti.”
Già, la Città Nuova era la città vecchia fino a quando venne distrutta da un incendio nel 1685, riedificata come Nuova Città Reale secondo le direttive di Augusto II il Forte e in larga misura risparmiata dalle bombe, conserva vie e palazzi barocchi restaurati con cura come nell’area intorno alla Königstrasse: architetture di fine Ottocento, edifici ex RDT. E’ uno dei quartieri più vivaci di Dresda con ristoranti multietnici, locali di tendenza frequentati dagli studenti, librerie, facciate firmate dagli artisti.

La riapertura della Frauenkirche

Dresda Frauenkirche
Frauenkirche

Nella notte dei bombardamenti del febbraio 1945, nella cripta della grande chiesa luterana si rifugiò la popolazione, convinta che se l’edificio emblema di Dresda non fosse caduto la città si sarebbe salvata, ma il 15 febbraio la cupola cedette.
Il 30 ottobre 2005 riapre dunque la Frauenkirche, interessata da un colossale lavoro di ricostruzione archeologica grazie a donazioni provenienti da tutto il mondo, simbolo di Dresda e dell’inaspettata rinascita della città che divenne culla delle arti grazie ad Augusto il Forte e al figlio Augusto III.
Sotto i loro regni venne edificata la chiesa di Nostra Signora sul luogo della prima cappella cittadina. Dal 1945 e per oltre quarant’anni, le sue rovine sono rimaste come monumento commemorativo delle vittime di Dresda. Nel 1994, su iniziativa dei cittadini, ebbe inizio la ricostruzione di questo duomo protestante con la sua immensa cupola (dalla quale la vista è straordinaria), che suscitò grande emozione in tutto il mondo. Diecimila i frammenti originali, circa un terzo della costruzione. Se la cripta venne aperta nel 1996 e per l’estate del 2004 venne ultimato l’esterno della chiesa, il 30 ottobre l’edificio sacro – pronto per celebrare nel 2006 il giubileo per gli 800 anni della città – si ripresenterà nella sua interezza.
Un evento che interessa, in qualche misura, tutta l’Europa e la sua memoria. Simbolo di riconciliazione, riapre al culto ma anche alla musica (ricostruito il celebre organo di Gottfried Silbermann) con la Messa solenne di Beethoven il 4 novembre e un fitto programma di concerti sino a fine anno.

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Città della musica

Il teatro dell’Opera
Il teatro dell’Opera

A Dresda si va all’opera come in Italia al cinema, o quasi. L’ottocentesco teatro dell’Opera della città realizzato da Gottfried Semper sulla piazza del Teatro, distrutto da un incendio, ricostruito, distrutto nel 1945, ricostruito e riaperto nel 1985, con duemila e quattrocento posti e un’acustica eccezionale, è tornato ad essere uno dei più frequentati della Germania, di fama mondiale. Oltre quattrocentocinquant’anni anni di storia musicale per l’orchestra stabile della Semperopera, tra le più antiche del mondo, che ha avuto come direttori Carl Maria von Weber, Richard Wagner, Karl Böhm, Herbert von Karajan, Giuseppe Sinopoli per non citarne che alcuni.
Non solo. Tutti i luoghi rappresentativi della città, dove anche Bach diede concerti, sono grandi contenitori di musica. Concerti di organo e corali nella Hofkirche, il celebre coro maschile della Croce nella Kreuzkirche, concerti nello Zwinger, nel Palazzo della Cultura, nello Schlosstheater, musical e operette nell’Operetta di Stato di Dresda, opere e balletti nel Teatro della Regione di Sassonia, satire musicali a bordo del Theaterkahn (battello da trasporto sull’Elba); poi jazz, blues, rock, folk e country nello storico Jazz Club (Neue) Tonne. Legati alla musica e da vedere in città sono la casa di Schiller, che vi scrisse il testo dell’“Inno alla gioia” che chiude la Nona di Beethoven e fuori, a Naundorf, la casa di Robert Sterl, uno dei protagonisti dell’impressionismo tedesco che ha ritratto musicisti e direttori d’orchestra e a Pillnitz la casa-museo di Carl Maria von Weber, che fu maestro di cappella di corte a Dresda.

Richard Strauss, uno del posto

Ernst von Schuch, direttore dell'Opera
Ernst von Schuch, direttore dell’Opera

Il 9 dicembre di quest’anno sarà passato un secolo dalla prima della straussiana “Salomé” alla Semperopera, dove si conservano gli strumenti, le annotazioni, le fotografie, le locandine, i costumi storici delle opere di Richard Strauss, che nei suoi soggiorni in città alloggiava all’Hotel Bellevue, riaperto nel 1985 sull’altra sponda dell’Elba.
Sono le opere che hanno strettamente legato e legano tuttora il nome di Strauss a Dresda. Con la “Salomé” su testo di Oscar Wilde, Strauss diede avvio nel 1905 al teatro musicale moderno del ventesimo secolo. Prima assoluta di grande successo nel 1909 l’ “Elektra”, due anni più tardi il trionfo del “Cavaliere delle Rose”, nel 1912 la prima dell’“Arianna a Nasso” su testo di Hugo von Hofmannsthal.
Sotto la bacchetta del geniale direttore dell’Opera Ernst von Schuch – per merito del quale Strauss lavorò a Dresda – la serie delle esemplari prime assolute del compositore tedesco. Se dal 1915 a oggi si sono susseguite a Dresda le settimane musicali dedicate al maestro originario di Monaco, tuttora l’Opera di Stato Sassone – con la sua orchestra che veniva chiamata “l’orchestra di Strauss” – dedica particolare attenzione all’eredità di Strauss, ritenuto il più grande autore d’opere dopo Richard Wagner.

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Festival, musei e ristoranti

Festival Musicali

Hartmut Haenchen durante le prove Foto: Frank Höhler
Hartmut Haenchen durante le prove Foto: Frank Höhler

In ottobre: Festival di musica contemporanea (www.zeitmusik.de)
In maggio: Dixieland Festival, il festival più importante nel genere d’Europa, alla 34a edizione nel 2005 con oltre 40 bands che suonano anche sui battelli sull’Elba: www.dixieland.de;
e Dresdner Musik Festspiele, il maggiore festival di musica classica in Germania giunto alla 28a edizione nel 2005 (www.musikfestspiele.com)

Musei eccellenti
Dei trentasette musei cittadini, diversi dei quali di importanza mondiale, da non perdere nella Sempergallerie la Collezione di porcellane e la Pinacoteca Alte Meister, la più grande raccolta di dipinti italiani rinascimentali fuori dall’Italia, e nel Residenzschloss le collezioni di tesori della Volta Verde.

Ristoranti:

Birreria Radeberger Spezialausschank
Birreria Radeberger Spezialausschank

Luisenhof – Il ristorante più panoramico della città in un’esclusiva area di ville raggiunta dalla funicolare dalla Körnerplatz nel quartiere di Loschwitz, che pullula di gallerie d’arte e negozi di artigianato. Zuppa di patate con wurstel,  arrosto di maiale in salsa di birra nera e senape con crauti e knödel, selvaggina, bistecca di bufalo, torta di formaggio e “Sächsische Quarkköulchen” (frittelle di formaggio e patate servite con salsa di mele, zucchero e cannella).

Radeberger Spezialausschank –Una storica birreria in legno, con una bella terrazza sull’Elba, dove il 27 settembre 2001 si sono incontrati Schroeder e Putin. Birra prodotta a Radeberger, Pilsner e Zwickelbier, specialità non filtrata che a Dresda si assaggia solo qui; zuppe, insalate, carne di maiale, wurstel, dolci.

Sophienkeller – In pieno centro, nel palazzo Taschenberg (dove si trova l’Hotel Kempinski) una birreria un po’ turistica ma gradevole, con due piatti forti: “Dresdner Sauerbraten”, arrosto marinato in agrodolce con cavolo rosso e knödel di patate, e “Spanferkel”, maialino allo spiedo con crauti.

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