Sabato 21 Dicembre 2024 - Anno XXII

Bretagna selvaggia e misteriosa

Bretagna la Costa-di granito rosa foto di P.A. Leclercq

Scogliere a strapiombo, schiaffeggiate da possenti ondate orlate di spuma. Spiagge che appaiono e scompaiono assecondando il flusso delle maree. Antiche foreste e splendori architettonici. Ecco la Bretagna che affascina e conquista

bretagna Port de Doelan
Port de Doelan

La Bretagna, protesa tra La Manica e l’Oceano Atlantico, se si volesse dar credito alla simbologia, già la posizione si potrebbe interpretare come un primo segno della sua “diversità”: una penisola-promontorio che sporge decisa dal rozzo esagono disegnato dall’insieme compatto delle altre regioni francesi. D’altra parte la Bretagna è davvero diversa, a cominciare dalle scogliere che si tuffano nel mare e che spesso sono ornate dai caratteristici fari divenuti uno dei simboli della regione.
Alle scogliere accessibili solo via acqua si alternano tuttavia calette o spiagge che il mare scopre e ricopre due volte al giorno al ritmo delle maree, rivelando immense distese di sabbia dove si può passeggiare, andare in bicicletta o cercare molluschi e piccoli crostacei.

bretagna Capanni di tela a Dinard
Capanni di tela a Dinard

Nelle zone più riparate, lungo il limite estremo raggiunto dalle maree, le spiagge si arricchiscono di variopinti capanni di tela, confortevole riparo dal vento per i bagnanti e nota caratteristica delle località più frequentate, con Dinard e Saint Malo tra le più note.  Procedendo dalle impervie scogliere della Bretagna verso l’interno della regione, il paesaggio cambia radicalmente, ma non per questo è meno suggestivo e misterioso. La foresta sorprende per il suo paesaggio a scacchiera che nasconde tra i fusti dei grandi alberi una notevole ricchezza di flora e di fauna, mentre ordinate campagne, antichi villaggi e città d’arte, si alternano alle foreste offrendosi in tutta la loro quieta e austera bellezza. E l’Armor (la costa), l’Argoat (l’interno boschivo), i paesi, le città, ogni angolo di Bretagna è da circa duecento anni fonte di ispirazione per pittori come Gauguin, Monet, Maufra, Bernard, Picasso e molti altri ancora.

Le città cattedrali

bretagna Brocéliande
Brocéliande

Il patrimonio architettonico bretone è antichissimo e grandioso. Intanto si possono contare circa quattromila castelli di varie epoche, dal Medioevo in poi; in alcuni di essi si può pernottare, molti fanno da sfondo ad avvenimenti artistici e culturali.
Davvero rappresentativo è il castello del Duca di Bretagna a Nantes; quello di Fougères è uno splendido esempio di architettura militare; la roccaforte di Brest domina la rada; il castello di Costaéres è incastonato su un isolotto della bellissima costa dal granito rosa; a Trécesson il maniero di scisto rosso è nella terra del mago Merlino. Pochi esempi, per uno sterminato patrimonio architettonico che comprende anche magnifiche cattedrali gotico fiammeggianti come Tréguier (la più bella), Rennes, Vannes, Quimper e innumerevoli altre sparse in tutta la regione.
Un’altra testimonianza della grande religiosità della Bretagna sono le cinte parrocchiali, concentrate soprattutto nell’Alto Léon. Si tratta di recinti sacri posti di fronte alle chiese e che comprendono una serie di edifici (sacrestia, ossario, cappella funebre, calvario) riccamente adornati con centinaia di sculture e statue. Il più pregevole è a Guimiliau e risale alla seconda metà del millecinquecento.  All’interno delle chiese, il libro delle preghiere è quasi sempre in bretone, che è una lingua celtica ed è ancora molto diffusa; e i Santi che vi si venerano sono presenti solo sul calendario bretone, dato che la Chiesa di Roma non li ha ancora riconosciuti. Lingua e Santi sono un ulteriore esempio dell’unicità della Bretagna, mentre i “menhir” contribuiscono a mantenere quell’alone di antico mistero che avvolge la regione, terra di fate e di diavoli. Si tratta infatti di enormi blocchi di pietra di varie forme, eretti in radure e foreste a formare dei monumenti megalitici sul cui significato si fanno ancora delle congetture.

Dall’oceano alle cucine bretoni

Banco di ostriche a Cancale
Banco di ostriche a Cancale

La gastronomia della Bretagna, ovviamente incentrata sulla pesca, non è fra le più significative della Francia, ma è proprio qui che si allevano le ostriche migliori al mondo, sulle spiagge dove anticamente prosperavano grandi banchi naturali di molluschi. Le Belon sono le più pregiate, ma esistono in Bretagna altri undici “crus”, ciascuno con un suo gusto caratteristico, che può essere più o meno iodato, carnoso, magro, dolce, d’alga, perfino di nocciola
Anche gli impianti per l’allevamento dei mitili sono situati sulle immense spiagge che le maree coprono e scoprono con regolarità e che contribuiscono all’alta qualità dei molluschi, perché rimescolano continuamente le acque mantenendole pulite e fornendo allo stesso tempo il plancton necessario per il nutrimento di ostriche e mitili.
Tutti gli allevamenti si possono visitare aggregandosi ai gruppi che vengono portati sul posto con i mezzi anfibi e nella zona di Cancale, la più rinomata, presso l’allevamento della “ferme marine” è annesso anche un interessante museo dedicato alle ostriche e alle conchiglie.

Bretagna, i “sapori” del mare

Vassoio di crostacei
Vassoio di crostacei

Le ostriche vengono servite crude e i mitili leggermente scottati e accompagnati da patate fritte, ma sono anche una parte importante del vassoio bretone che comprende almeno sei tipi diversi di crostacei e molluschi, crudi o cotti semplicemente a vapore o bolliti, che possono essere uno stupendo piatto unico, accompagnato da gustose salsine e l’eccellente e tipico burro salato. Il vassoio bretone è particolarmente garantito nei ristoranti che espongono il logo “Fruits de Mer Frais Breton”, proposto da un gruppo di ristoratori che si sono dati una rigida regolamentazione di qualità e freschezza per un assortimento che comprende: scampi, granciporri, ragni di mare, striglie, gamberetti rosa e grigi, ostriche, tartufi di mare, vongole, mandorle, cozze, chiocciole, buccini, galatee e altro ancora a seconda della stagione. Specialità bretoni sono anche le crêpes dolci e le galettes salate di farina scura; il “far breton” e il “kouign-aman”: due dolci rustici; l’agnello dell’Argoat, pesci di acqua dolce. Si beve sidro, perfino con le ostriche, birra bretone o Muscadet, l’unico vino della regione prodotto nella zona di Nantes.

Le ostriche

Piatto di ostriche
Piatto di ostriche

La classificazione delle ostriche si fa prima in base alla forma del guscio che può essere tondo – e sono le migliori e con il gusto più armonico – o allungato e con il mollusco di sapore più intenso. La seconda classificazione tiene conto delle dimensioni; 7-10 centimetri sono la misura ideale e per raggiungerla occorrono da tre a sei anni e in questo periodo le ostriche vengono spostate varie volte da un bacino di riproduzione all’altro, con acque con caratteristiche differenti, che vengono assorbite dai molluschi che a loro volta prendono colori e sapori diversi.  Appena pronte le ostriche vengono lavate, fatte spurgare, quindi selezionate con una apposita macchina che le divide per dimensione e infine vengono imballate a mano in contenitori rivestiti di alghe fresche.
Le migliori sono le “spéciales” o “fines” e sono suddivise in “très grosses” o molto grosse (TG), “grosses” (G), “moyennes” o medie (M) e “petites” o piccole (P). Le ostriche debbono essere assolutamente vive, perciò con le valve ben serrate, pesanti, con un delicato profumo di mare; quelle aperte sono da scartare così come quelle che sanno di ammoniaca. Il periodo migliore è quello invernale, cioè i mesi con la “R” da settembre ad aprile, poiché in estate avviene la riproduzione e i molluschi sono pieni di uova, quindi più grassi e sostanziosi. Dopo l’acquisto, le ostriche vive si conservano fino a un massimo di una settimana in frigorifero a 1-2 gradi, in un recipiente a chiusura ermetica. I gusci vanno aperti solo al momento di consumarle.

La pesca a piedi

Marea a St Malo
Marea a St Malo

Due volte al giorno, ogni sei ore, il mare si ritira, rivelando immensi tratti di sabbia che nella zona di Cancale e Saint Malo possono estendersi anche per cinque-sette chilometri. Ogni volta che le acque arretrano la spiaggia diventa un’arena enorme nella quale gli uccelli marini gareggiano con gli uomini in uno sport a dir poco inconsueto: la pesca a piedi. Prima che il mare si ritiri verso l’orizzonte, i pescatori sono già pronti, muniti di secchielli, retini, piccoli rastrelli, gli attrezzi necessari per scovare cozze, vongole, gamberetti, granchi e altri molluschi e crostacei, che il rifluire delle onde ha colto impreparati lasciandoli allo scoperto.  Ciascuno ha il suo posto speciale e vi si avvia spedito, rallentando poi il passo per cercare con occhio attento le piccole prede nascoste nella sabbia o imprigionate in piccole pozze di acqua. E’ facile lasciarsi prendere dalla ricerca, ma non bisogna tuttavia dimenticare che la marea è molto pericolosa e che le onde riescono in breve tempo a riguadagnare tutta la spiaggia, salendo in altezza fino a sommergere i “bouchots£, gli alti pali che sostengono le lunghe corde alle quali sono abbarbicati i mitili. Questo tipo di pesca ha una tradizione antichissima ed era una volta praticato soprattutto dalle donne e dai bambini, che raccoglievano così gli ingredienti per pasti semplici ma di grande bontà e freschezza. Oggi vi si dedicano anche i cittadini e i turisti, supportati da un abbigliamento studiato ad hoc e da libri che illustrano ogni cosa: dall’attrezzatura al metodo di raccolta, fino al riconoscimento delle varie specie marine più qualche consiglio pratico su come conservare e consumare il prezioso bottino. E naturalmente raccomandano il rispetto per la natura e timore per la potenza della marea, il cui movimento è lento ma inarrestabile. Perfettamente visibile a occhio nudo.

Informazioni turistiche

Ente Nazionale Francese per il Turismo

  – Via Larga 7  – Milano – info.it@franceguide.com
www.franceguide.com
Comité Régional du Tourisme Bretagne:  www.tourismebretagne.com

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