Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Trasimeno, piccolo mare umbro

lago Trasimeno

E’ il quarto lago italiano per estensione, ma anche il meno profondo. E’ tutto in Umbria, ma respira aria Toscana. Ideale per le “gite di giornata”, vicino com’è ai piccoli e grandi centri dell’Italia mediana

Quando, nel 217 avanti Cristo, Annibale, che proveniva da

Centro documentazione battaglia sul Trasimeno, città di Tauro
Centro documentazione battaglia sul Trasimeno, città di Tauro

Arezzo alla guida delle sue truppe, lo vide per la prima volta, il Trasimeno deve essergli apparso ugualmente bello, ma certamente molto diverso da oggi. Forse da lontano, immerso in quella nebbiolina sottile che talvolta lo avvolge, sarà sembrato avere la stessa superficie color ghiaccio bordata come ora, chissà, da una fitta coltre di canne. Di sicuro non c’erano i borghi e i castelli arroccati sulle colline circostanti e, probabilmente, neppure la campagna fitta di olivi, anche se non è da escludere che sul territorio fossero ben visibili gli insediamenti etruschi e, nei campi, i segni della loro cultura, lontani dall’essere cancellati dal già pur lungo dominio romano. Non c’è dubbio invece che quel paesaggio selvoso dev’essere stato ricordato come un incubo dai pochi sopravvissuti al macello a cui il generale cartaginese sottopose le legioni dei Quiriti, nella battaglia che cominciò all’alba del 23 giugno di quell’anno. Sorpresi sulle sponde del lago, sul quale incombeva una nebbia più fitta del solito, i romani del console Caio Flaminio persero nello scontro quindicimila uomini e, con la sconfitta, misero il generale punico nella condizione di poter marciare direttamente su Roma. Cosa che Annibale, fortuna loro, non fece, puntando invece sulla Puglia prima di ritirarsi a Zama, dove sappiamo come andò a finire. Ma questa è un’altra storia.

Un lago tra due regioni

Donne, davanti alle proprie case, intente nell’arte del ricamo e del merletto
Donne, davanti alle proprie case, intente nell’arte del ricamo e del merletto

Trasimeno, dicevamo. Centoventotto chilometri quadrati: è il quarto specchio d’acqua d’Italia, per estensione. Peccato che sia profondo, al massimo, sei metri e che questa caratteristica contribuisca in modo determinante alla creazione di un particolarissimo microclima e di un delicato ecosistema ove trovano rifugio specie rare come la folaga, l’airone e la gallinella acquatica. Il tutto compreso in un parco regionale che ne garantisce, al tempo stesso, la visibilità e il rispetto. E pensare che nell’800 volevano prosciugarlo… A stare a sentire gli umbri, questa sarebbe Umbria allo stato puro: storica terra di conquista perugina, dicono, anche se il confine toscano dista poche centinaia di metri dalle rive. In realtà quella del Trasimeno somiglia più, almeno paesaggisticamente parlando, a un’isola un po’ ibrida. Inconfondibili le alture brulle e tondeggianti dei rilievi appenninici a Est, che sembrano introdurre ai successivi scenari tipici della regione. Ma inconfondibili anche certe ondulazioni e certe asperità caratteristiche della skyline delle vicine e toscanissime Cortona, Chiusi e Montepulciano. E’ difficile poi non riconoscere, in certe pianure fittamente coltivate, i colori e le armonie della Valdichiana. Comunque sia, questioni di campanile a parte, si tratta di una delle zone più affascinanti dell’Italia centrale, con un’alta concentrazione, sebbene poco appariscente (pensiamo ai capolavori del Perugino sparsi qua e là), di arte e di architettura. Con i suoi borghi ricchi di storia e di atmosfera. Con le sue tradizioni gastronomiche e con i prodotti della sua terra, che attingono in certi casi ad un passato antichissimo come i piatti derivati direttamente dalla cucina etrusca. E poi ci sono le storie, i personaggi e tante figure anonime, ma fondamentali, come le donne dell’Isola Maggiore che ancora si dedicano all’arte del merletto fatto a mano, tramandandosene i segreti di generazione in generazione.

Sulle tracce di Annibale

Il Castello dei Cavalieri di Malta a Magione
Il Castello dei Cavalieri di Malta a Magione

Se ai tempi di Annibale l’accesso al comprensorio seguiva l’andamento delle valli, oggi segue quello delle grandi direttrici stradali e autostradali. Il risultato però, ventidue secoli dopo, non cambia: come per il grande Barca, anche per il visitatore moderno il contatto avviene proprio a Tuoro, a due passi dai luoghi della battaglia, dove transita il raccordo autostradale Bettolle-Perugia. Il toponimo risale almeno alle guerre puniche, ma il paese, in origine un villaggio di pescatori, nasce nel tardo medioevo. Hanno sede qui il Centro di documentazione permanente della Battaglia del Trasimeno e il “percorso storico e archeologico” ad essa legato: tra le altre cose si possono ancora vedere gli ustrina, ovvero le fosse comuni fatte scavare da Annibale per bruciare i caduti, mentre in estate hanno luogo rievocazioni e ricostruzioni teatrali dello scontro. Da Tuoro partono i traghetti per l’Isola Maggiore, la seconda per grandezza delle tre del lago. E sull’isola che poche decine di donne (su appena un centinaio di abitanti del villaggio quattrocentesco) si dedicano al pizzo d’Irlanda, mentre nella cappella di San Michele Arcangelo si trovano begli affreschi trecenteschi.

Trasimeno in tondo

Rocca del Leone a Castiglion del Lago
Rocca del Leone a Castiglion del Lago

Tappa successiva, seguendo in senso orario le rive del Trasimeno, è Passignano, insediamento etrusco, poi romano, poi longobardo (furono loro a costruire le basi della bella rocca con la torre triangolare) che dalle sponde sale sui fianchi della collina, tra i vicoli medievali. Da non perdere una visita al quattrocentesco santuario di Santa Maria dei Miracoli, considerato uno dei capolavori del rinascimento umbro, e al borgo di Castel Rigone: costruito a oltre 660 metri di quota da Rigone, luogotenente del re dei Goti Totila, il paesino offre una veduta spettacolare e bellissime passeggiate. Da qui si discende a Magione, celebre per il circuito automobilistico e per il grandioso castello dei Cavalieri di Malta che le dà il nome. Il complesso nacque nel XII secolo per ospitare i pellegrini diretti a Roma, ma ottenne le forme attuali, con i torrioni angolari e il cortile a loggiati sovrapposti, nel ‘400. Poco lontano c’è l’oasi La Valle, piccolo regno della biodiversità del Trasimeno: qui basta un binocolo e inoltrarsi tra i canneti per scorgere il passaggio di animali rari come lo svasso maggiore, gli aironi rossi e i falchi pescatori. Dal borgo rivierasco di San Feliciano, sede del museo della pesca di lago, partono invece i traghetti per l’Isola Polvese, la più grande di tutte (la più piccola invece, l’Isola Minore, è privata e non è visitabile), con i suoi percorsi pedonali nella macchia mediterranea.

Il paese del “tre”

Palazzo della Corgna sala Ascanio
Palazzo della Corgna sala Ascanio

L’itinerario prosegue, prima di arrivare a Castiglione del Lago, con una sosta a Sant’Arcangelo, il piccolo borgo dove ha sede il centro di produzione dei pesci (tinche, carpe, lucci, anguille, persici reali) per il ripopolamento del Trasimeno. A sud, sulle colline che pian piano diventano alture, si arroccano i borghi di Panicale, Paciano, Piegaro e Città della Pieve. Castiglion del Lago, ma diciamolo sottovoce, è un po’ il capoluogo dell’area del Trasimeno. Innanzitutto per storia (l’insediamento etrusco risale al VI secolo a.C.), poi per imponenza (l’antico abitato è completamente cinto da mura e sorge su uno sperone di roccia a picco sul lago che un tempo era in realtà la quarta isola) e infine per ricchezza del patrimonio architettonico e artistico. E’ detto anche “il paese del tre”: ha tre porte di accesso, tre strade e tre piazze, un mastio a tre lati, tre chiese e una rocca, fatta costruire nel 1246 da Federico II di Svevia, con tre torri. Il “percorso monumentale” che si snoda nel centro storico collega il bel Palazzo della Corgna, dimora degli antichi e bellicosi signori, con gli affreschi del Pomarancio e di altri maestri manieristi umbri, alla Rocca del Leone, formidabile la fortezza pentagonale che domina le acque.

Paesi intorno al lago

Battesimo di Cristo a Città della Pieve
Battesimo di Cristo a Città della Pieve

Se il Trasimeno segna un’area di confine non solo amministrativa, ma anche culturale e paesaggistica, tra la Toscana e l’Umbria, questo confine è ben rappresentato da Città della Pieve, magnifico borgo che, dall’alto dei suoi 500 metri di altitudine, si abbevera di qua nel lago e di là nella Valdichiana senese, dell’influenza della quale risente moltissimo. Dotata di una struttura urbanistica trecentesca, degna di un centro di notevole respiro politico, sede militare ed ecclesiastica, nonché patria del grande Pietro Vannucci detto il Perugino (del quale si conservano in loco quattro delle massime opere), Città della Pieve merita una sosta approfondita che comincia con la cattedrale e le sue opere d’arte (il Battesimo di Cristo e la Madonna in gloria ai Santi), il cinquecentesco Palazzo della Corgna, l’oratorio di Santa Maria dei Bianchi (con il celebre affresco peruginiano dell’Adorazione dei Magi) e le chiese di Santa Maria dei Servi (con la Deposizione dalla Croce) e di San Francesco. Pochi chilometri fuori dalle mura c’è il minuscolo insediamento medievale di Piegaro, tra boschi, vigneti e oliveti. Fondato dai romani, deve la sua fama all’atmosfera quasi incantata che aleggia tra i vicoli e al vicino parco del Monte Arale, autentico terrazzo sull’Umbria settentrionale e sulla Toscana, con vedute straordinarie e un tessuto di minuscoli insediamenti rimasti come fossilizzati nel tempo. Tra tutti, quello del castello longobardo di Gaiche è da non perdere.
Non da meno i paesaggi e il fascino di Paciano, con la vista che spazia fino all’Amiata, la cinta muraria duecentesca, comprese sei torri, praticamente intatta e una curiosa conformazione urbanistica fatta di tre strade parallele unite da vicoli. Da visitare la chiesa di San Giuseppe, con alcuni importanti dipinti quattrocenteschi. L’itinerario collinare si conclude degnamente con Panicale, storico fortilizio umbro attestato già nel 907 e primo libero comune italiano nel 1037. Città natale di celebri artisti e di capitani di ventura, ha ospitato papi e imperatori e mantiene mura, torrioni, ponti levatoi. D’obbligo un’occhiata al Martirio di San Sebastiano del Perugino, conservato nella chiesa omonima, alla collegiata, al palazzo pretorio e, otto chilometri fuori paese, al bellissimo santuario cinquecentesco della Madonna di Mongiovino.

I sapori lacustri del Trasimeno

Piatti della cucina locale a base di pesce di lago
Piatti della cucina locale a base di pesce di lago

L’offerta è ricca, ma nessun dubbio: i piatti da provare sono quelli tradizionali a base di pesce di lago, spesso preparati in vecchie osterie a conduzione familiare ove l’ambiente fa da giusto contorno a specialità antiche. Si comincia con il tegamaccio, una specie di zuppa di pesce lacustre preparata con anguille, pomodoro, cipolla, prezzemolo, pepe, peperoncino e ovviamente il pregiato extravergine del Trasimeno. Si prosegue con il brustico, “fossile” gastronomico risalente agli etruschi: è pesce persico cotto sulla brace dei cannicci lacustri. Un altro boccone da assaggiare è la tinca o l’anguilla al sugo, che viene prima fritta e poi cotta in una salsa si pomodoro, olio, prezzemolo e vino bianco. Una delizia piuttosto rara è infine la carpa in porchetta: il pesce (non più pesante di un paio di chili e fatto debitamente spurgare da vivo in acqua pulita) è cotto avvolto nel rosmarino e imbottito con il tradizionale trito di lardo, aglio, finocchio selvatico, sale e pepe. E se si ha la fortuna di imbattersi in qualche massaia di una volta, si potrà ardire a chiedere anche ricette quasi dimenticate come gli spaghetti al pesce gatto, gli gnocchi al luccio o gli agoni fritti. Tutta roba che si trova unicamente fatta in casa. Ma ne vale la pena.

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