Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Il Codex Purpureus di Rossano è Patrimonio dell’Umanità

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Il Codex Purpureus di Rossano, città calabrese, diventa Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO

Codex purpureo di Rossano
Codex Purpureus di Rossano

Per Rossano, città della Calabria cosentina, sarà motivo di grande gioia apprendere che fra le nuove iscrizioni all’elenco dei beni classificati dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità compare il Codice Purpureo di Rossano (Codex Purpureus Rossanensis), manoscritto onciale greco del 550 d.C., conservato nel Museo Diocesano di Rossano e contenente testi del Vangelo secondo Matteo e del Vangelo secondo Marco, oltre ad una lettera di Eusebio a Carpiano sulla concordanza dei vangeli. L’onciale è una antica scrittura maiuscola usata dal III all’VIII secolo nei manoscritti dagli amanuensi latini e bizantini.

Il codice, uno dei più antichi manoscritti miniati del Nuovo Testamento giunti fino a noi, contiene 14 miniature che illustrano i momenti più significativi della vita e della predicazione di Cristo, e alcune delle quali costituiscono una tra le prime e più preziose rappresentazioni della figura di Pilato. Il nome latino Purpureus, assegnato al manoscritto, si deve al fatto che i 188 fogli in pergamena (31×26 cm) di cui è composto, sono di colore rossastro. Originariamente il volume conteneva tutti e quattro i vangeli canonici, come è deducibile dalla prima miniatura raffigurante i simboli dei quattro evangelisti e soprattutto dalla presenza della lettera di Eusebio sulle concordanze, per cui si calcola che dovette comprendere circa 400 fogli.

Codex-Rossano-2Sono passati 136 anni dal lontano 1879, quando il prezioso manoscritto fu ritrovato all’interno della sacrestia della Cattedrale di Maria Santissima Achiropita di Rossano da Adolf von Harnack,  teologo e storico delle religioni tedesco, e pubblicato nel 1880 da Oscar von Gebhardt, teologo protestante estone che compì ricerche nei fondi di manoscritti greci di varie biblioteche e curò importanti edizioni di opere bibliche e patristiche fra cui, appunto, quella del Codex.
Lo scorso anno il Codex è stato in mostra al Quirinale dove lo hanno potuto ammirare il Presidente della Repubblica e il Papa. Sempre a Roma è stato sottoposto ad un attento restauro di cui a fine settembre è stata comunicata la conclusione, insieme all’annuncio della realizzazione di una nuova teca costruita secondo le indicazioni date dall’Istituto Centrale di Patologia del Libro. E mentre procedono celermente anche i lavori di restauro del nuovo Museo Diocesano a Rossano, si prevede che il Codex debba rientrare nella sua abituale sede a dicembre 2015/gennaio 2016.

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