Domenica 24 Novembre 2024 - Anno XXII

Asta da record per il tartufo bianco d’Alba

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Nel Castello di Grinzane Cavour si è tenuta l’annuale asta del tartufo bianco d’Alba. Il pezzo più prezioso battuto all’asta dal gastronauta Davide Paolini se l’è aggiudicato il celebre chef cinese Zhenxiang Dong. Presenti anche il re dei tortellini Giovanni Rana e personaggi dello spettacolo

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Il Castello Grinzane Cavour in provincia di Cuneo

E’ stata un’ asta da record storico, la XVII asta mondiale del tartufo bianco d’Alba, che si è battuta domenica 13 novembre al castello di Grinzane Cavour (Patrimonio Unesco), appartenuto al grande statista piemontese Camillo Benso conte di Cavour. Il ricavato, che andrà in beneficenza, ammonta a ben 450.000 euro. In tutto 16 lotti (sei a Grinzane) abbinati a bottiglie magnum e doppio magnum di Barolo e Barbaresco, sono stati contesi in collegamento satellitare tra le platee ospiti a Grinzane e alla Union League di Philadelphia, negli Stati Uniti, nonché a Hong Kong.

Uno chef cinese si aggiudica il pezzo forte dell’ asta

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Lo chef cinese Zhenxiang Dong in sciarpa bianca nel momento in cui si aggiuidica l’asta

Il pezzo più prezioso, un tartufo gemello di 1170 grammi, l’ha conquistato un celebre chef cinese, Zhenxiang Dong, venuto a Grinzane con un gruppo di amici e sostenitori cinesi, all’astronomico prezzo di 100.500 euro. Grande appassionato di tartufi, Dong, soprannominato il gigante buono per la sua imponente stazza e la grande generosità, è famoso in Cina, a Hong Kong e Pechino, per la sua cucina che mescola tradizioni orientali ed europee. Soprattutto langarole. I tartufi, fatti arrivare appositamente da Alba, sono infatti molto utilizzati nei suoi piatti invernali. Questa volta è venuto di persona ad accaparrarsi il tartufo più bello.

I personaggi che hanno animato la giornata

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Giovanni Rana con i personaggi che hanno animato l’asta: Roberta Lanfranchi, Emanuela Aureli, Enzo Iachetti, Davide Paolini

In sala c’era anche il re dei tortellini Giovanni Rana, che ha preso un tartufo più piccolo. Il ricavato della superasta, fortemente voluta da anni dal senatore Tomaso Zanoletti, presidente dell’enoteca regionale piemontese Cavour diretta con passione da Fabrizio Pace, andrà alla Niaf (National intalian-american foundation che rappresenta gli oltre 20 milioni di italo-americani che vivono negli Usa), all’istituto Mother’s Choice di Hong Kong, alla fondazione Nuovo ospedale Alba Bra Onlus, e alla popolazioni terremotate del centro Italia (a rappresentarle in sale una delegazione di Norcia).
A battere l’ asta, a Grinzane, il gastronauta Davide Paolini, giornalista ed esperto di enogastronomia. Ad animarla, in primis l’attore, conduttore televisivo e cantante, Enzo Iacchetti, che la segue da diversi anni. Insieme con lui, l’imitatrice Emanuela Aureli (che ha deliziato la platea con le imitazioni di Mara Venier, Milly Carlucci, Sabrina Ferilli e altre vip), la conduttrice e attrice Roberta Lanfranchi, l’imitatore Andro Merkù (la Zanzara di Radio24), che ha fatto un papa Francesco irresistibile.

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Alla Fiera d’Alba tartufo bianco e non solo

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Miss Trifula col tartufo gemello di 1170 grammi

L’ asta è il momento clou della grande kermesse dedicata al tuber magnatum pico: ovvero il mercato mondiale del tartufo bianco d’Alba che si svolge ad Alba fino al 27 novembre. Nell’ampio spazio al coperto non si vendono solo tartufi del basso Piemonte, ma formaggi, pasta, olio, funghi, dolci (buonissime la torta di nocciole langarole e le nocciole rivestite di cioccolato), vini. Insomma tutti i prodotti che hanno reso celebre l’enogastronoma piemontese nel mondo. Anche i cani sono i benvenuti alla fiera: «perché sono i migliori amici dell’uomo», recita un cartello all’ingresso. E chissà che fra loro non si scopra qualcuno con un naso speciale per la ricerca dei tartufi… In tal caso verrebbe, se il padrone lo consente, iscritto di diritto all’Università dei cani da tartufo, e festeggiato in gennaio insieme con gli altri colleghi tabui (così sono chiamati i cani del trifolau che di notte vanno col padrone nei boschi a cercare il tartufo, che è un fungo ipogeo, cioè cresce sotto terra ai piedi di alberi come querce e faggi). Fra le migliori razze di cercatori, il meticcio, il cane da caccia, il lagotto romagnolo. Quest’anno il tartufo bianco d’Alba (brand che raccoglie i tartufi bianchi del basso Piemonte) parte da 250 euro all’etto.

Consigli per conservare il prezioso tubero

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Una volta comprato (controllate che non sia elastico ma duro stringendolo in mano) andrebbe consumato subito e comunque entro quattro giorni. Ecco come conservarlo: NON mettetelo in un barattolo di riso, come fanno molti incauti: si ammolla. Va avvolto in carta da cucina tipo Scottex, poi in un panno e quindi messo in frigorifero, meglio se in un barattolo per non far odorare del suo intenso profumo tutti gli altri cibi. Ogni 24 ore va cambiata la carta da cucina che non deve essere umida. Quando lo mangiate NON lavatelo mai. Con uno spazzolino togliete la terra e poi affettatelo a scaglie sottilissime.

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Come degustarlo

Il modo migliore di degustarlo (sempre a crudo) è grattarlo sulle uova al tegamino, sulla fonduta di fontina valdostana, sui tajarin al burro, sulla carne cruda, sul risotto in bianco. Il tartufo non vuole piatti elaborati: quando lui entra in cucina è il re assoluto. Un ottimo antipasto si fa con sedano verde tagliato fine fine, condito con poco olio extravergine d’oliva, su cui avrete disposto lamelle di parmigiano e naturalmente di tartufo.

Quando comprarlo

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Panorama del paesaggio vitivinicolo delle Langhe-Roero

I mesi migliori per comprare il tartufo bianco d’Alba sono novembre e dicembre. Occasione per un romantico viaggio nelle Langhe con i vigneti che si accendono di rosso. Fra le tante locande curatissime della zona, vi segnaliamo l’agriturismo il Cortile a Diano d’Alba. Poche stanze in una antica cascina fra i vigneti impreziosita da un piccolo ristorante di charme, l’osteria il Cortile. Qui cucina un mito fra gli chef della zona: Giovanni Greco, per 20 anni chef al ristorante del prestigioso Castello di Grinzane, che ha deciso di fare una vita meno movimentata e stressante occupandosi di un localino di pochi tavoli per clientela selezionata. Fra le sue specialità: il filetto di fassone. La carne viene prima messa a marinare per giorni in sale, spezie e…marsala, un bel po’ di marsala. Quindi viene tagliata a fette sottilissime, tipo bresaola, con sopra scaglie di parmigiano e cubetti di pere Williams. Un po’ d’olio di nocciole e voilà, eccovi un piatto davvero indimenticabile. Fra le perle delle Langhe (patrimonio Unesco) ci sono poi i vicini paesi che hanno fatto la storia dell’enogastronomia: Barolo, con il Wi.Mu, bellissimo museo del vino interattivo, la medioevale Serralunga col castello, Monforte, la Morra, Roddi da cui parte la strada del Barolo, Barbaresco e Neive, che ha vinto il premio come uno dei 10 borghi più belli d’Italia, celebre per la sua grappa. Un viaggio nel passato, dove il tempo sembra essersi fermato.

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