Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Turismo: un tour operator di nome Magda

Magda Agenzia-di-viaggio

Organizzazione di viaggi e turismo. Il desiderio di far da sé. Agenzia di viaggio e tour operator oggetto di poca stima in un mondo sempre più affollato di improvvisate Magda Circe.

Magda ViaggiUn paio di lustri fa, narrai (sempre per Mondointasca) la vicenduola che segue e che riguarda gli agenti di viaggio e la loro clientela. Ri-pubblico volentieri lo scritto affinché i primi (se esistono ancora, con tutto ‘sto internet ‘che sa tutto lui’ e le Magda sue sacerdotesse…) sappiano che anche antàn era dura; e i secondi (alias quegli ormai pochi viaggiatori che si rivolgono alle agenzie preferendo il loro know how a quello della Magda Circe) capiscano che anche gli agenti di viaggi (ormai tutti, nel loro piccolo, tour operators) sono professionisti un filino più bravi della citata sedicente (e se-credente) agentessa touroperatrice.

La vicenda che segue può aiutare a spiegare l’attuale crisi di un certo comparto del Turismo: agenzie viaggi e tour operators, da sempre oggetto di poca stima perché considerati scarsi professionisti (ma poi sostituiti da abusivi ancor più ignoranti), nonché rei di pensare che la ancorché bassa commissione (un tempo sempre riconosciuta) di cui (ogni tanto) ‘godono, non è – contrariamente alla definizione marxista della proprietà – un furto.
Ma veniamo alla vicenduola di Magda (autoimprovvisatasi tour operator) che può aiutare a spiegare l’attuale moda, costume, manìa di volere (al di là dell’ovvia propensione al risparmio) sapere tutto, essere più furbi e quindi fare cose che un tempo si facevano fare ad altri. Con il risultato che la cosiddetta gente finisce per fottersi a vicenda: il panettiere si improvvisa tour operator? e allora il tour operator prende acqua e farina e si fa il pane, con il probabile risultato che il prestinée – che voleva andare al mare – si ritrova a Mosca, mentre il tour operator deve ricorrere a una scatoletta di Alka Seltzer per ruttare il pane “auto-fattosi”.

Ad ognuno il suo mestiere

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Resta il fatto che il vecchio e saggio detto milanès offelée fa el tò mestée è ormai finito in soffitta. Ti senti la bua al pancino? niente paura, ghe pensi mì – diceva il grande bauscia Tino Scotti – fai un salto in internet o dai un occhio alla rubrica Salute sul Corriere della Sera, appiccichi uno specchio sul soffitto et voilà ti “autooperi” di appendicite. Pensi che il tuo dentista sia un ladro oltre che un pessimo professionista? Prendi una tenaglia, ti sistemi davanti allo specchio del bagno et voilà ti cavi un bel molare.
Oggidì ci si improvvisa esperti di tutto, si scimmiottano tutte le professioni, salvo due: l’idraulico, in milanese trumbée, e l’avvocato. Il primo, un tempo mestiere, ma adesso, come tanti altri professionisti, ti fa pagare financo un preventivo, (impensabile per un tour operator): meglio non rischiare di ritrovarsi nottetempo il liquame al livello del letto. L’altro è la professione dell’avvocato, le cui prestazioni non puoi evitare: se provi ad andare in un tribunale a difenderti da solo – così come, vedi sopra, ti eri sezionato l’appendice e tolto un molare – il giudice ti manda a quel paese e ti dice di tornare col tuo legale.

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Come disse La Bruyère…

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Ma perché si è diventati tutti più bravi, più furbi? Solo per risparmiare? Chi lo sa. Probabilmente in questa era dell’apparire che fa aggio sull’essere, l’importante è saperne di più del vicino di tavola, vivere di aria fritta, essere più furbo.
Tutto scorre, panta rei, ma la testa dell’uomo non cambia di molto se – a proposito di apparire – rileggiamo quanto scriveva La Bruyère (I Caratteri di Teofrasto) quasi quattro secoli fa: “Avec cinq ou six termes de l’art, et rien de plus, l’on se donne pour connaisseur en musique, en tableaux, en batiments et en bonne chère: l’on croit avoir plus de plaisir qu’un autre à entendre, à voir et a manger; l’on impose a ses semblables et l’on se trompe soi-meme” (“Con cinque o sei parole dell’arte e niente più, ci si spaccia per conoscitori di musica, di quadri, di edifici e di buone maniere; si dà a intendere di essere più capaci di altri di capire, vedere e mangiare; ci si impone ai propri simili e si inganna sé stessi”) … grande!

Internet-mania (e sconti chiesti soltanto a pochi miserabili…)

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Se poi si parla di Turismo come definire il comportamento di gente miliardaria che per spendere un paio di Euro in meno non ricorre a un professionista e butta via ore di tempo navigando tra tariffe aeree online e auto-organizzandosi viaggi? Lo fa solo per risparmiare? Non può far capolino nella testa del miliardario la folgorazione che il tempo perso in spasmodiche ricerche web potrebbe essere dedicato (mentre altri svolgono questa incombenza, eppoi, cosa capisci della Pensione Conchiglia o dell’hotel Acapulco vedendone una foto in video?) alla lettura di un buon libro, alla visita di un museo, alla visione di un bel film, all’audizione di un’intrigante conferenza? O forse al miliardario non frega niente di vivere da signore godendo i momenti intelligenti della vita, pur di risparmiare un qualche euro stringendo la cinghia come uno studentello o un impiegatino a (basso) reddito fisso?
Perché oggidì esiste gente che si diletta in veri e propri safari (nel senso di caccia, impallinamento) all’agente di viaggio e trascorre ore al video per fregarlo, scavalcarlo, impedirgli il guadagno di qualche euro, dopodiché – compiuta la furbata – esce da una casa milionaria, al polso un prezioso orologio (per il cui acquisto si è ben guardato dal chiedere lo sconto all’orologiaio), indossando mutande firmate e costosi jeans (manco al bottegaio ha chiesto lo sconto) e sparando telefonate a gogò da un telefonino che più caro non si può, dopodiché si infila in un fuoristrada da 80.000 euro.

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E finalmente, la “vicenduola”

Magda Vacanze-fai-da-te

Un tizio, dotato di una certa conoscenza della Spagna (qualche español addetto ai lavori lo definisce “grande” e ha pure premiato il Nostro con medaglie, decorazioni, attestati etc etc) nonché di lunga milizia nel tour operating (si pensa pertanto che disonga di buone tariffe alberghiere), da tempo aiuta i consoci di un circolo di aficionados tauripni a progettare trasferte (ça va sans dire) in Spagna. Premessa importante, la faccenda soldi nemmeno si pone, per il semplice motivo che tizio ha da sempre praticato prezzi di costo ai suoi co-aficionados (sembra ovvio: cosa fai? scippi tre euro a uno col quale vai a fare bisboccia?).
E sempre a titolo di maggiore chiarezza, quanto alle spese organizzative, tizio precisa che ha sempre richiesto importi contenuti e documentabili. Oltretutto una “faccenda soldi” davvero miserrima imperocché l’eventuale materia del contendere sarebbe stata circoscritta a non più di tre o quattro notti in albergo (niente voli, auto o magnare).
Allora. Giunto il momento di organizzare la gita, tizio si sbatte, contatta il corrispondente, cerca come risparmiare (alcuni giovani soci mica possono scialare) e alla fine trova un dignitoso albergo X (inciso: alla gita partecipa anche lui, e paga anche lui) e lo propone al lidermaximo della citata confraternita taurina “decisore della gita”, il quale annuisce, ringrazia e contestualmente informa che ad ogni buon conto “la Magda sta girando su internet” .. e .. “ha scoperto l’albergo Y”.

E vai con la Magda!

Magda Barcellona-Sagrada-Familia
Barcellona, la Sagrada-Familia

A ‘sto punto tizio (non senza avere in primis controllato se La Magda fosse mai una tour operator o una agente di viaggi o una travel consultant ancorché vabbè abusiva, ce ne sono in giro tanti…) ha capito tutto ma ad ogni buon conto ri-tampina il suo corrispondente per avere notizie sull’albergo Y e doverosamente riferisce al sullodato capo taurino. E cosa gli risponde il lidermaximo? Gli risponde che post lunga ricerca navigatoria la Magda ha visto pure l’albergo Z, che costava come quello proposto da tizio ma sembrava più carino (epperò stava in campagna, da cui un automatico pensiero a una simpatica signora che per incassare 2 euro rimborsati alla consegna dei vuoti della minerale ne spendeva 10 di taxi per portarli al supermercato).
Ma come finì la vicenduola? Finì che, giunta a metà dell’alfabeto alberghiero (dopo gli alberghi X Y Z Magda era ripartita da A B C D) tizio si ruppe le balle (anche perché la violatrice del milanesissimo detto “Offelè,fa el tò mestèe” avrebbe per certo sfruculiato financo le tariffe aree di bus), mandò affanculo la neoimprovvisata tour operator e tutti vissero felici e contenti…
Così accadde, e va a sapere se il tentativo di intrusione della Magda nell’affollata giungla degli abusivi costituì un ulteriore passo verso la tragica sparizione degli agenti di viaggi e del tour operator. Una prece, descansen en paz. Amen…

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