Lunedì 25 Novembre 2024 - Anno XXII

Ostana, torna il premio dedicato alle lingue madri

Ostana Monviso

Dal 1 al 4 giugno a Ostana si ritrovano scrittori, artisti, registi, musicisti provenienti da ogni parte del mondo per il “Premio Ostana: scritture in lingua madre”. Un esempio virtuoso di rinascita di una comunità montana in termini moderni.

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Ostana, Frazione San Bernardo. Sullo sfondo il Monviso

Immaginate un paese di 85 abitanti, Ostana, a più di 1250 metri di altitudine, che qualche anno fa ha rischiato il totale spopolamento, un po’ sperduto in fondo alla cuneese Valle Po dove ogni anno, per quattro giorni, si riuniscono scrittori, artisti, registi, musicisti provenienti da ogni parte del mondo. Unica discriminante, quella di appartenere a lingue “minoritarie”, in termini numerici naturalmente, rispetto alla cultura linguistica dominante nelle aree geografiche di provenienza. Il paese si chiama Ostana, ed è da qualche anno, un esempio virtuoso di rinascita di una comunità montana in termini moderni: sostenibilità ambientale, vivacità culturale e apertura al mondo. Un esempio: la scuola di cinema curata da Giorgio Diritti e Fredo Valla, regista e sceneggiatore di un film di culto come “Il vento fa il suo giro”.

Premio Ostana: scritture in lingua madre

Ostana porto-eusitano
Ostana, porto eusitano

Il merito di tutte questa iniziative va attribuito a un manipolo di “audaci” capitanati dal sindaco Giacomo Lombardo, che è anche il presidente del comitato organizzatore del “Premio Ostana: scritture in lingua madre”. Progetto sostenuto da Chambra d’Oc, l’associazione che difende e promuove la conoscenza della lingua occitana, parlata in alcune valli del Piemonte centro-meridionale e anche nella Valle Po. I quattro giorni del Premio, quest’anno dal 1 al 4 giugno, sono un appuntamento con le lingue madri del mondo, ai piedi del Monviso. Già, perché salire fin qui, significa anche godersi uno dei più begli spettacoli che le Alpi occidentali (e non solo) possano offrire; la piramide perfetta del Monviso, che non per nulla è chiamato familiarmente il Re di pietra ed è considerato da molti il vero simbolo del Piemonte, visibile com’è praticamente da ogni angolo della regione.

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Celebrare e preservare la biodiversità culturale

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Rifugio La Galaberna. Silvia Rovere con il menù del suo locale

Il premio giunto alla IX edizione, “nasce con l’obiettivo di celebrare e preservare la biodiversità culturale dell’umanità – sottolineano gli organizzatori – e si lascia guidare dallo spirito di convivència, parola trobadorica che significa “l’arte di vivere insieme in armonia”. Grazie agli ospiti invitati ogni anno è possibile ascoltare il suono di lingue poco diffuse che si rischia di perdere, per scoprire attraverso di esse le storie passate e presenti dei popoli che le parlano. Nelle precedenti edizioni il Premio Ostana ha dato voce a Friulano, Sloveno, Cimbro, Ladino, Armeno, Sardo, Tibetano, Basco, Rromani, Tutunaku, Catalano, Huave, Bretone, Sami, Ebraico, Maltese, Corso, Cheyenne, Curdo, Maori, Galiziano e – chiaramente – all’Occitano. Lo scorso anno si sono incontrati a Ostana intellettuali di lingua madre provenienti dall’Ecuador (lingua Shuar), dalla Nigeria (lingua Yoruba), dai Paesi Baschi (lingua Euskera), dalla Frisia (lingua Frisone), dalla Grecìa salentina (lingua grika). Quest’anno il premio porterà a Ostana esponenti di lingua: Amazighkabyla (Algeria), Innu (Canada), Nynorsk (Norvegia), Gallese (Gran Bretagna) e – chiaramente – Occitana (per conoscere tutto il programma: www.chambradoc.it ).

Il recupero del borgo: Centro Polifunzionale Miribrart

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Silvia Rovere, gestore del rifugio La Galaberna

Gli incontri si terranno nel nuovo Centro Polifunzionale Miribrart, borgata simbolo della rinascita architettonica e umana di Ostana. Una frazione che era caduta praticamente in rovina e che, casa dopo casa, anno dopo anno, è stata completamente recuperata fino ad arrivare a nuovi residenti stabili. Pochi, ma sono il segnale della rinascita. In altre frazioni sono arrivate anche famiglie giovani e questo è il segnale più bello. Come alla frazione La Villa, quella che si incontra per prima arrivando da valle, dove una coppia italo-spagnola, Silvia e José Antonio, gestisce l’accogliente bar-trattoria-rifugio La Galaberna (www.rifugiogalaberna.com) che è uno dei punti di incontro della comunità. Il loro bambino è stata la prima nascita in paese dopo 40 anni. La cucina è quella tipica di montagna e delle valli occitane, ma il giovane cuoco Fabio Casale sa anche osare qualche piatto più innovativo, sfruttando la materia prima locale, in primo luogo patate, formaggi, verdure ed erbe spontanee.

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