Il Museo del Design Italiano alla Triennale di Milano è aperto al pubblico dal 9 aprile. È la prima volta che la collezione del palazzo di via Alemagna diventa raccolta museale ed è la prima volta che Milano ha un punto espositivo permanente dedicato al design. Il Museo del Design italiano è oggi realtà ed è stato inaugurato, non a caso, la settimana di apertura del Salone del Mobile a Milano. Sotto la direzione artistica di Joseph Grima, la prima mostra ufficiale presenta 200 delle 1600 opere in possesso della Triennale, selezionate per valore, qualità e cronologia.
L’esposizione “Episodio 1” presenta, infatti, oggetti di designer italiani realizzati dal 1946 al 1981. “è un primo episodio, ma non ci fermeremo qui”, ha detto, in conferenza stampa, Stefano Boeri, presidente di Triennale Milano. Il progetto ha il sostegno del ministero dei Beni Culturali e, per questa prima fase, ha avuto un costo di 500 mila euro.
Museo del Design: gli sviluppi
Stefano Boeri ha annunciato, a breve, un concorso di progettazione internazionale per guadagnare, in Triennale, nuovi spazi espositivi di 6 mila metri quadri. Alla curva del piano terra, dove oggi si trova l’esposizione 1946-1981, si aggiungeranno aree per poter accogliere tutti i 1600 pezzi della collezione di design della Triennale. Boeri ha aggiunto anche che intende espandere la raccolta del museo, “attraverso politiche d’acquisizione mirate e nuove collaborazioni con archivi, aziende, scuole, università, musei”. L’obiettivo è “fare della nostra istituzione il più importante centro internazionale dedicato al design italiano”. Nel comitato scientifico del museo del Design ci sono, fra gli altri, Paola Antonelli, Mario Bellini, Andrea Branzi, Antonio Citterio, Michele De Lucchi, Piero Lissoni, Claudio Luti, Fabio Novembre, Patricia Urquiola.
Come eravamo, dal dopoguerra agli anni Ottanta
Il visitatore che entra oggi nel museo del Design fa un viaggio nel tempo: i pezzi scelti per la prima esposizione sono oggetti storici, tra arredo, elettrodomestici, design urbano, come nel caso della metropolitana milanese di Franco Albini. Joseph Grima, direttore artistico, ha detto: “abbiamo scelto di far camminare il pubblico attraverso la storia”. Con un allestimento essenziale, “abbiamo voluto che fossero gli oggetti stessi a raccontare”. Presso alcuni oggetti è disponibile una riproduzione del telefono Grillo, che il visitatore può utilizzare per “ascoltare” dalla voce del designer stesso, le motivazioni dell’opera.
Alle pareti si leggono brevi frasi che ricordano le date salienti della storia politica, internazionale, culturale e del costume degli anni considerati. “Il 1982 è un anno importante per il design”, ricorda Grima, “la mostra di Memphis, infatti, sancisce la fine di un’epoca e l’inizio di un modo di lavorare internazionale”.
Tra gli altri, sono esposti la Lettera 22 Olivetti, di Marcello Nizzoli e Giuseppe Veccio, la Libralux di Roberto Menghi, il Cubo di Pietro Munari, la Brionvega di Achille e PierGiacomo Castiglioni. Molte le grandi firme del design italiano come Ettore Sottsass, Giò Ponti, Gae Aulenti, Ugo La Pietra, Angelo Mangiarotti.
Info: www.triennale.org/eventi/museo-del-design-italiano/