Domenica 13 Ottobre 2024 - Anno XXII

A zonzo per la Vallonia, la parte “francese” del Belgio, patria indiscussa della birra. Attraverso campagne e villaggi per incontrare piccoli “grandi” artigiani e mastri birrai, perfetti esempi di ”Homo Brassicolo”

birra

Signori, si beve! Un boccale ricolmo di birra si può bere ovunque, ma farlo in Belgio è tutta un’altra storia.  Già, perché la birra in Belgio è un mondo ricco e variegato da scoprire prendendosi il giusto tempo. Nella storia di un bicchiere di birra infatti c’è un culto che affonda le sue radici nella terra e nell’anima di un popolo che sembra ignorare, con un pizzico di orgoglio e fierezza, il processo di omologazione che sta sviluppandosi attorno a marchi e prodotti alimentari di tutto il mondo. Produrre birra in Belgio è un’attività quotidiana legata alla vita, alle storie, alle persone di piccoli villaggi che profumano di campagna.  Ci sono numeri che parlano chiaro: centodiciassette sono le birrerie iscritte regolarmente alla Camera di Commercio, altrettante di tipo familiare, per un totale di oltre un migliaio di marchi differenti. La “brasserie” in Belgio non è solo il luogo dove si produce birra ma è l’equivalente della nostra osteria, un ritrovo dove si mangia e si beve, ma soprattutto si socializza.  La birra in Belgio infatti ha una qualità che domina incontrastata su essenze, profumi e sapori che i fiamminghi chiamano “gezelligheid”, vale a dire socievolezza, intesa come la capacità di creare un “feeling” in grado di dissolvere barriere storicamente insuperabili come le frizioni che stridono quando le culture francofona e fiamminga appena si sfiorano.

Quale birra?
birra

La prima classificazione delle birre valloni avviene in base all’aroma, al gusto e all’aspetto. La Blanche è una birra a bassa fermentazione, fresca e dissetante dal ridotto tasso alcolico, quella comunemente chiamata Pils che rappresenta il settantacinque per cento della produzione totale belga. In riferimento al colore si distinguono anche le scure, dal gusto pieno e un po’ forte e le birre rosse molto fruttate, agrodolci e dissetanti. Molto caratterizzate le birre tipo Lambic a fermentazione spontanea (processo lento, da tre a sei mesi per le “giovani”, da due a tre anni per le “mature”) che avviene “open air” quando il mosto entra in contatto con i microrganismi dell’ambiente esterno. Le Lambic sono prodotte con il trenta-quaranta per cento di frumento puro non maltato e col resto di orzo maltato; uniche al mondo si producono solo in Belgio. Le Trappiste sono ad alta fermentazione, presentano una consistente densità, una forte aromatizzazione e un elevato tasso di alcool.  Poi ci sono le birre speciali, caratterizzate da una superba qualità, dotate di un gusto unico che a seconda della sensibilità del mastro birraio sono più o meno caramellate o lupolate; tra queste rientrano sicuramente le Saison ovvero le cosiddette “stagionali”, prodotte unicamente nel periodo invernale, lasciate riposare fino all’estate e poi imbottigliate in tradizionali bottiglie da settantacinque cl., rivestite di sughero. Sono legate ad un’usanza tipica della Vallonia, che vedeva la birra trasformata in denaro contante, liquido e dissetante. Le Saison infatti costituivano una vera e propria forma di retribuzione per i lavoranti stagionali arruolati nel periodo estivo, quando la campagna aveva bisogno di molte più braccia che nel periodo invernale. La retribuzione dei contadini avveniva così parte in denaro, parte in birra.

LEGGI ANCHE  Rimini, io, la Lina, le tejadel e il sushi

In Vallonia, con la birra “lumaca”
birra Il villaggio di Falmignoul
Il villaggio di Falmignoul

Il viaggio nel mondo “brassicolo” comincia presso l’abbazia di Val Dieu, nelle ondulate Ardenne nel fondo della boscosa vallée de la Berwinne, non distante da Aubel. Proseguendo verso ovest si raggiunge la valle della Mosa. I turisti affollano la piazza di Namur e le viuzze della bella Dinant, ma in pochi sanno che nel piccolo villaggio di Falmignoul si produce una birra straordinaria. Nel 1994 Jean-Pierre Debras, ingegnere “brasseur” per vocazione, parte con la produzione di una “Caracole ambrée” negli ambienti dell’antica Brasserie Lamotte, ormai abbandonata da trent’anni.
La Brasserie Caracole è un punto di riferimento per gli amanti della birra. Nella regione di Namur “caracole” significa “escargot”, vale a dire lumaca e sta a simboleggiare lo spirito della gente di quest’angolo belga che ama prendere la vita con filosofia, senza correre a vuoto nel vortice del tempo.  Oltre alle speciali Caracole ambrée e la Cuvée 9°, escono da questa piccola fabbrica una nuova birra speciale, la Saxo, e la biologica Troublette.

C’è anche l’Autogrill della birra!
birra Degustazione delle birre della Brasserie di Mariembourg
Degustazione delle birre della Brasserie di Mariembourg

Non distante da qui, nel villaggio di Purnode, si entra invece nel cuore di una birreria che produce quantità più considerevoli ed è strutturata come una vera fabbrica. Siamo alla Du Bocq dove nascono una dozzina di birre, tra le quali la famosa Gauloise (bionda, ambrata e bruna), tutte molto apprezzate. Qui vengono prodotte anche alcune etichette della buonissima Des Fagnes che si può apprezzare nella moderna Brasserie di Mariembourg, una struttura moderna che sorge sulla pianta di un’antica fabbrica. Des Fagnes è l’”Autogrill” della birra, un luogo dove si beve in compagnia potendo assistere alla produzione e contemporaneamente visitare un piccolo ma interessante museo; Des Fagnes è un concetto di birreria all’avanguardia, che rivela l’importanza sociale della birra in questo Paese. Dalle dieci in poi intere famiglie, nei fine settimana, si ritrovano a Mariembourg per degustare in compagnia; l’ambiente è molto curato e la degustazione è decisamente accattivante: in una cassetta di legno vengono riempiti quattro bicchieri con le diverse Des Fagnes accompagnate da un piatto di formaggi misti. A questo punto del viaggio avrete le idee chiare: il mondo della birra non avrà più misteri, vi sentirete un po’ “esperti”, in grado di provare le suggestioni che possono suscitare le diverse tipologie di birre e sarete ben contenti di aver scoperto che la terra belga è madre indiscussa di questo enorme patrimonio che racchiude in un bicchiere tutte le essenze di orzo, frumento, luppolo e spezie varie. Manca però ancora l’ultima importante tappa, la ciliegina sulla torta, un luogo da non perdere.

LEGGI ANCHE  Un premio per William L.Allen, direttore del National Geographic

La Brasserie a Vapeur, favola vera

birra Jean-Louis Dits
Jean-Louis Dits

Ci troviamo a Pipaix, un piccolo villaggio di provincia sulla strada per Tournai dove la Vallonia diventa piatta e profuma di Francia. Qui abita Jean-Louis Dits, il poeta della birra. Professore di storia e grande appassionato dell’arte birraria. Un giorno, all’inizio degli anni Ottanta, vende la sua fattoria e acquista l’antica Brasserie Biset destinata a crollare su se stessa.  “La brasserie a vapore, l’ultima del Belgio, non poteva morire… “.  Già perché la storia insegna che in Belgio nel 1907 c’erano ben tremila trecentoottantasette Brasserie! In pratica ogni paese aveva il proprio rubinetto di birra. Nel 1986 sono diventate cento, delle quali solo venti in Vallonia. Questa fabbrica è un’opera d’arte che funziona a vapore. Da una caldaia si sprigiona energia per muovere i macchinari e fornire il calore indispensabile per il “brassage e la fermentazione”. La “Saison” di Jean Louis è veramente straordinaria: piena, carica e aromatizzata al punto giusto; un boccale pieno ti soddisfa come un pranzo.  Lui è il ritratto dell’Homo-Brassicolo: “Nell’evoluzione del genere umano la specie del brasseur è in via di estinzione; non verrà sterminato in maniera sistematica come è successo ai Pellerossa; succederà tutto in modo più sottile e crudele. La maggior parte dei brasseur scompare per morte naturale, gli altri subiscono una forma degenerativa di gigantismo, assomigliano alla razza terribilmente evoluta dei business-men”.  Il Jean-Louis pensiero è tutto qui, la sua birra è una via di mezzo tra magia e poesia.

Le birre Trappiste
birra Abbazzia di Val Dieu foto di-J.P.-Grandmont
Abbazzia di Val Dieu-foto-di-J.P. Grandmont

Si producono in Belgio dal Medioevo e sono solo cinque. Ancora oggi vengono prodotte dai frati e rappresentano un tradizionale prodotto esclusivo dell’ordine monastico dei benedettini di stretta osservanza; le birre prodotte con lo stesso processo, ma fuori dalle abbazie (in ogni caso con licenza) sono chiamate birre d’Abbazia. A Chimay, nell’abbazia di Notre Dame du Scourmont, si produce la famosa birra trappista che viene invece imbottigliata a circa dieci chilometri di distanza a Baileux. “Chimay” è un vero e proprio mito, a metà strada tra la grande industria e il fascino di ricette segrete che non escono dall’abbazia. Il processo produttivo si basa su tecniche moderne d’avanguardia e l’organizzazione di uomini e mezzi appare molto efficiente. Vale la pena visitare il caseificio e la sala dei visitatori con tutte le informazioni (chiare e ben esposte) sul processo produttivo della birra.  Nei pressi dell’Abbazia di Val Dieu nasce l’unica birra d’Abbazia prodotta nelle strutture di un monastero ancora in attività. La produzione di birra in questo luogo ha tradizioni che affondano le radici nel XIII secolo; qualche anno fa i monaci hanno abbandonato la loro antica attività e da circa tre anni operose mani laiche hanno rimesso in moto la Brasserie, che è famosa per un’ottima bruna ad alta fermentazione dagli aromi speciali: cioccolato puro, caffè, nocciola e frutto della passione. Il luogo e la bellissima abbazia (1216) invitano ad una sosta con degustazione che proseguirà al Moulin du Val Dieu, ristorante ambientato nel vecchio mulino dove la birra viene abbinata a speciali menù.

I segreti della birra belga in Italia
birra

Porta privilegiata per entrare in questo mondo è il “Club Italiano estimatori della Birra Belga”. Fondato da Cesare Assolati, rappresenta un’inesauribile fonte d’informazioni per quanto riguarda tradizioni, sapori, luoghi della birra prodotta in Belgio. Il club organizza degustazioni a tema con esperti, corsi di degustazione, feste tematiche, viaggi alle manifestazioni principali, visite alle Brasserie più significative, dalle trappiste a quelle più artigianali. Pubblica inoltre “Gambrinus”, il trimestrale informativo aggiornato su tutte le novità.

Notizie utili

Ufficio Belga per il Turismo

Piazza Velasca 5, 20122 Milano – Tel. 02860566
sito internet della Vallonia: www.belgio.it.

Le Brasserie da visitare
Abbaye Notre-Dame du Val Dieu Val Dieu 227, Aubel – tel. 087 687587
Visite tutti i pomeriggi in luglio e agosto, su appuntamento in altri periodi, preferibilmente per gruppi.

Du Bocq
Rue de la Brasserie 4, Purnode – tel. 082 610790 – www.bocq.be
Visite: aprile, maggio e giugno dalle 14 alle 16; aprile, maggio e settembre alle 15 nei week-end. Tutto l’anno su prenotazione.

Brasserie des Fagnes
Route de Nismes 26, Mariemburg – tel. 060 313919
Visite: da aprile a settembre dalle 10 alle 21; da ottobre a marzo dalle 15
alle 21 nei giorni feriali, dalle 10 alle 21 nei week-end. Ingresso libero.

Chimay
Route Charlemagne 8, Baileux, telefono 060 210311, www.chimay.be
Visite: 15 giugno-15 settembre, dal martedì al venerdì, dalle 10 alle 15.

Musei
Gambrinus Drivers Museum
Rue Fontaine St. Pierre 2a, Romedenne-Philippeville, tel. 082 678348
Visite: dal 1° aprile al 1° novembre, tutti i week-end dalle 11 alle 19. Originalissimo. Tutto sui trasporti della birra.

Musée de la Brasserie C.B.B.
Grand Place 10, Bruxelles, tel. 02 5114987
Aperto tutti i giorni dalle 10 alle 17 www.beerparadise.be

Condividi sui social: