Giovedì 25 Aprile 2024 - Anno XXII

Valsesia, la “valle dell’acqua”

Fiume Sesia credit Twice25 & Rinina25

Ma non solo. Dalla biblioteca più alta del mondo sul Monte Rosa, alle meraviglie architettoniche di Varallo, alle grandiose testimonianze di fede e di arte del Sacro Monte. Senza rinunciare agli sport acquatici, alla buona tavola

Varallo Rifugio Margherita credit Nicola Viotti
Rifugio Margherita credit Nicola Viotti

La notizia è curiosa: il rifugio Margherita sul gruppo del Rosa, a 4554 metri, ospiterà una biblioteca. Così tutti quelli che saranno afflitti dal “mal di montagna”, dalla sensazione che l’ossigeno sfugga ai loro polmoni, potranno concentrarsi sulla lettura, panacea universale.
Chissà se quella capanna dedicata alla Regina d’Italia (come la pizza omonima) cambierà volto con i volumi che editori solerti e la sezione CAI di Varallo (una delle più antiche; a proposito, a Varallo il Casino di Lettura, nucleo originario della biblioteca, data 1864!) hanno voluto gentilmente far ascendere dalla pianura a uno dei balconi più interessanti delle Alpi, a cavallo tra Vallese, Piemonte e vicina Valle d’Aosta? Chissà.
E chissà se il fatto farà coincidere l’ascensione alle vette con l’ascensione attraverso la lettura? Non è dato sapere. Resta da registrare il dato-record: qui, per ora, c’è la biblioteca più alta del mondo. Ed è una novità mediatica da non sottovalutare.

Varallo, gioiello fra i monti

Comune di Varallo
Comune di Varallo

Come non è da sottovalutare il lavoro che si sta facendo a Varallo. È stata rimessa in funzione la funivia che sale al Sacro Monte, e si sta procedendo al recupero del centro storico, piccolo gioiello di architettura valligiana.
Labirinti medievali acciottolati, case alte con fregi e dipinti, tetti di beola spioventi, loggiati valsesiani dalle colonne panciute. Un reticolo di vie e viuzze che restituiscono un’atmosfera particolare, di un abitare intenso, di una dimensione insieme protettiva e misteriosa. Come i cortili, che in estate offrono una serie di concerti classici, oltre ad un’ombra ristoratrice e al rosso intenso dei gerani.
Tutto il contrario dell’ampio respiro delle ville otto-novecentesche di corso Roma, una vetrina del benessere locale, di una belle époque di provincia che va unita a quel che resta del Grand Hotel e i suoi bagni, dove si è scritta una pagina del primo turismo.
Da non dimenticare le chiese, con i capolavori di Gaudenzio Ferrari (la “Parete” della Madonna delle Grazie, un capolavoro da non mancare; la lunetta frontale della Madonna di Loreto; l’ancona della Collegiata) e di altri grandi piemontesi, che introducono alla fantasmagorica scenografia che sta in cima al monte più alto.

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Sacro Monte, le fede “illustrata”

Il Sacro Monte di Varallo
Il Sacro Mmonte di Varallo

Da quando l’Unesco ha dovuto prendere atto che qui era stata scritta una pagina importante del libro dell’arte universale (inclusione dei Sacri Monti piemontesi e lombardi nella Lista Patrimonio dell’Umanità) anche Varallo sta forse cambiando passo.
Il Sacro Monte è uno straordinario “libro” di fede. Sogno visionario di un predicatore del Quattrocento, Bernardino Caimi, che voleva ricostruire i Luoghi Santi in modo da evitare ai fedeli il lungo pellegrinaggio verso Gerusalemme.
Poi vengono Riforma e Controriforma e quella vita “sacra” raccontata a “fumetti”, diventa congeniale alla strategia della Chiesa di Roma: erigere una barriera prealpina all’influenza “nefasta” dei predicatori Lutero e Calvino, avvicinando la gente a quelle lontane vicende di Palestina. Possibilmente in modo ricco, sgargiante, “esagerato”, con gli “effetti speciali”, si direbbe oggi. Un’opera “lunga”, insomma, che ha attraversato secoli e stili.

Sacro Monte, una “città” in cima al monte

La Cappella
La Cappella

Iniziato nel 1491 e seguito poi da altri in località vicine, il Sacro Monte è un percorso tra i boschi ricco di cappelle che raccontano episodi biblici, e una “città” in cima al monte, che ricostruisce Gerusalemme e gli episodi di vita di Gesù collegati a quei luoghi. Un’operazione grandiosa, condotta con i migliori artisti dell’epoca e che, come nei presepi, attualizza i vangeli inserendo personaggi, scenari, costumi locali.
A Varallo operano soprattutto Gaudenzio Ferrari e la sua scuola, cioè un grande artista alle prese con un grandioso progetto rinascimentale. Da vedere assolutamente la Crocefissione, la Deposizione, la Natività, la basilica dell’Assunta e il panorama sul vecchio centro.
Il Sacro Monte si raggiunge in un minuto con la funivia recentemente ricostruita, oppure lentamente con la vecchia strada in salita, sempre da piazza Ferrari.

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Adamo ed Eva
Adamo ed Eva

La visita avviene a partire dalla cappella di Adamo ed Eva e procede in questa parte in pendenza, densa di piante e di verde, che racconta la vita di Cristo, dall’Annunciazione all’entrata in Gerusalemme.
Poi, dopo la Porta Aurea, il “racconto” ripropone Gerusalemme e le sue forme urbane, con la Piazza dei Tribunali e del Tempio e le cappelle che narrano Morte e Resurrezione di Cristo.

Rocce, acque e verde intenso

credit Di F Ceragioli
credit Di F Ceragioli

Ma è fuori Varallo che la Valsesia ritorna ad essere natura intensa. Nella roccia e nell’acqua, verde e fresca, che propongono i numerosi torrenti. Una valle che ha conservato un ecosistema fluviale pressoché intatto, formato dal Sesia e dai suoi magnifici affluenti, come il Mastallone, il Sermenza, il Sorba.
Del prodotto “Valsesia-Acqua” c’è una versione “ferma”: cercare una spiaggetta tra le rocce, fare un bagno in una “lama”, cioè una pozza d’acqua “verde”. E qui l’imbarazzo è grande, anche se le spiagge del Mastallone, da Fobello (il villaggio di Vincenzo Lancia, con le ville di quegli anni) agli Aniceti, e quelle del Rassa in alta Val Grande, sono forse i luoghi migliori.
C’è poi una versione “dinamica”: solcare le acque con canoa, kayak, gommone, tavola. Scendere il Sesia nella sua parte più suggestiva, dove le acque sono verdi e chiare, le rocce bianche e lisce e il paesaggio di un verde intenso, è un sogno che si può realizzare facilmente.

Rafting Valsesia
Credit Rafting Valsesia

Rafting Valsesia a Vocca, Monrosa Rafting Kayak a Balmuccia, River Side a Valmaggia, sono alcune delle scuole che offrono corsi ed esperienze per tutte le voglie, tra le quali il rafting a Balmuccia e Valmaggia, il kayak, sul Sermenza o sul magnifico Mastallone, il torrentismo nelle forre degli affluenti del Sesia, o l’hydrospeed sul Sesia.
Avventure alla portata di tutti, basta avere un pizzico di curiosità. E che permettono di ammirare la valle dall’acqua, che offre scorci differenti da quelli “di terra”.

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Testimonianze della cultura Walser

I Walser
I Walser

Ma un’escursione in Valsesia significa anche arrivare ai piedi del Monte Rosa, vedere Alagna e le sue frazioni Walser, alcune delle quali conservate benissimo, per esempio Pedemonte (da visitare il Museo Walser).
Oppure fare gite a piedi lungo i sentieri Walser per raggiungere gli insediamenti alti o gli alpeggi di questa cultura alpina: in Val Vogna, in Valle d’Otro, a Rima e a Rimella. O al Col d’Olen che porta a Gressoney in Val d’Aosta, altra valle a cultura Walser.
O, ancora, avventurarsi nei mille sentieri del Parco Naturale Alta Valsesia che avvolge il gigante di roccia.

Cibi semplici e gustosi

Formaggi della Valsesia
Formaggi della Valsesia

La “Valle dell’Acqua” ha qualcosa da dire anche in cucina: le trote di montagna, prima di tutto, servite al burro o spaccate alle noci. Poi le miacce, cialde croccanti da farcire in dolce o in salato. E le tome, alcune delle quali, per esempio quella del Maccagno, molto interessanti.
Bisogna anche sottolineare l’attività dei caseifici, quello di Piode con le sue tome, quello di Roj (Fobello) con i suoi formaggi vaccini interessanti; quello della Colma di Civiasco, per i caprini.
Un panorama interessante, che trova applicazione nel ristorante Lo Scoiattolo di Carcoforo e in altra forma nel Ghiottone di Vocca.

 Valsesia: www.invalsesia.it

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