Lunedì 29 Aprile 2024 - Anno XXII

Tunisia, crocevia di culture

Incuneata fra Algeria e Libia, primo approdo africano dell’Europa, è stata oggetto nel tempo dell’interesse di popoli diversi. Dopo i fenici e i romani è la volta dei vandali, seguiti da bizantini, arabi, normanni, turchi e infine dai francesi

Le rovine romane a Dougga
Le rovine romane a Dougga

Dalle scuole elementari ci accompagna il ricordo della città fenicia di Cartagine (Carthago) fondata nell’anno 814 a.C.; città che si sviluppa rapidamente anche perché può contare, per le proprie necessità, sulle pianure fertilissime bagnate dal fiume Megerda che si estendono fino all’attuale Biserta.  
Nel sesto secolo a.C. Cartagine si impone come la più grande potenza commerciale del Mediterraneo, entrando inevitabilmente in conflitto con le città greche di Sicilia: Naxos, Siracusa, Agrigento. Con la terza guerra punica, Cartagine viene distrutta e inizia la colonizzazione da parte dei Romani, intensificata successivamente prima con Giulio Cesare e poi con Ottaviano Augusto.
La “provincia” d’Africa, grazie al clima favorevole, rappresenta una zona di approvvigionamento, divenendo (unitamente alla Sicilia) il principale “frumentarium subsidium” per Roma. Quando nel 402 i Visigoti di Alarico invadono l’Italia, molti nobili romani si trasferiscono in Africa.
Tracce indelebili della presenza di Roma sono testimoniate oggi dall’imponente anfiteatro di El Jem, il più grande del Nord Africa; un vero colosso ben conservato, la cui maestosità genera sensazioni di stupore e allo stesso tempo, inquietudine.
Altri siti archeologici di epoca romana sono quello di Dougga, il meglio conservato e quelli di Thuburbo Majus, Bulla Regia, Maktar, Sbeitla.
L’antichissima storia di questo Paese ne fa oggi un luogo di grande interesse per il viaggiatore moderno e in modo particolare per gli italiani, vicini geograficamente e culturalmente più di quanto si possa supporre. 

I tesori del Bardo

Il dio del mare, mosaico al Museo del Bardo
Il dio del mare, mosaico al Museo del Bardo

Nel libro “Mille luoghi da vedere nella vita” di Patricia Schultz, nella sezione dedicata alla Tunisia, l’autrice si mostra assai selettiva. Segnala solo il Museo del Bardo di Tunisi e il villaggio costiero di Sidi Bou Said, nei pressi di ciò che rimane dell’antica Cartagine.
Il Museo del Bardo, fondato nel 1888 e ospitato nell’omonimo Palazzo a cinque chilometri dal centro di Tunisi, racchiude la più grande e stupefacente raccolta di mosaici di epoca romana al mondo.  
Addentrarsi nelle sale di questo museo è un’esperienza straordinaria che aiuta a  scoprire fino a quali livelli sia potuta giungere l’arte del mosaico. La tecnica musiva nella provincia romana d’Africa si sviluppa nel III e IV secolo d.C.; oggi sono circa un migliaio le decorazioni pavimentali, i ritratti (quadretti di diverse dimensioni) che ricoprono le pareti e i pavimenti del Bardo, in una tale concentrazione e varietà di disegni raffigurati da lasciare storditi. Mosaici che celebrano il susseguirsi delle quattro stagioni, scene di caccia e pesca, di allevamento, di momenti di vita nelle ville. Straordinari, anche per l’uso della prospettiva, i mosaici a tema mitologico come il  "Trionfo di Dioniso”. Interessanti anche i mosaici del IV secolo che rivelano i primi influssi bizantini. Bisognerebbe concedersi almeno tre ore piene per poter apprezzare la magnificenza di questi lavori, cercando di evitare i periodi di maggior affollamento, perché ininterrotto è il flusso di turisti.
Si esce da questo luogo come si esce da una esposizione fotografica: una lunga sequenza di immagini che ci raccontano scene di vita quotidiana dell’aristocrazia romana.

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Sidi Bou Said degli artisti

Tunisia, crocevia di culture
“Moucharabieh” a Sidi Bou Said

Dalla vita degli antichi romani evocata dai mosaici, si può ritornare al presente,  concedendosi una rilassante escursione a Sidi Bou Said.
Il villaggio apprezzato da André Gide e Paul Klee è situato in un punto panoramico da cui si gode la vista del golfo di Tunisi. Una successione di piccoli edifici bianchi, ravvivati dall’azzurro di porte e finestre, impreziositi dal gelsomino – che qui comincia a sbocciare a fine maggio – e dalla buganvillea, caratterizzano il volto di questa località.
Curiosi i balconi, i “moucharabieh”, interamente chiusi, anche per consentire un tempo alle donne, non viste dietro le imposte, di “partecipare” alla vita sociale.
Sidi Bou Said è una destinazione inserita in tutti i tour organizzati e quindi, anche qui, non mancheranno gruppi più o meno numerosi di turisti.
Ma basta allontanarsi un poco dalle vie più centrali, per godere della armoniosa alchimia di profumi, suoni e colori che questa raffinata cittadina arabo-andalusa è in grado di comunicare.  
Ritornando verso Tunisi e passando accanto al Palazzo presidenziale, si possono visitare i pochi resti di ciò che è stata un tempo la città-stato di Cartagine: oggi rimangono tracce delle terme di Antonino, del teatro romano, di alcune ville.
È proprio il caso di ricordare le parole di Catone il Censore: “…et ceterum censeo Carthago delenda est”. Ma ciò che colpisce chi oggi vi si reca è la posizione ideale sul mare, in zona collinare, protetta da una laguna.

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