Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

L’affascinante Lambretta

Museo della Lambretta

A Rodano, alle porte di Milano, Vittorio Tessera, un collezionista di scooter e in particolar modo della famosa Lambretta, ha aperto un Museo con oltre cento modelli, per gli appassionati italiani e stranieri

Una sala del “Museo Scooter & Lambretta”
Una sala del “Museo Scooter & Lambretta”

Rodano è oramai “periferia” della grande Milano; come dire che il museo dedicato agli Scooter e alla mitica Lambretta, è (quasi) un museo cittadino. È un museo nato dalla passione di Vittorio Tessera, che da oltre vent’anni colleziona Scooter, arricchito inoltre dalla donazione della famiglia Innocenti che ha messo a disposizione anche l’archivio dell’azienda, produttrice fino al 1972 di questo leggendario mito a due ruote.

Per la gioia dei nostalgici della piccola moto e per i nostalgici dell’epoca del boom economico, in mostra vi sono modelli particolari. Dal “Nibbio” (il primo scooter prodotto in Lombardia nel 1947) alla “Lambretta 175 Tv”, placcata in oro, realizzata per l’altrettanto mitica “maggiorata” Jayne Mansfield.

Museo della Lambretta: il sogno di un ragazzo

Vittorio Tessera
Vittorio Tessera

La raccolta si completa con manuali, trofei e modellini, in attesa di una sede adeguata e stabile per il Museo del Design. Un museo in grado di riconoscere alla capitale dell’industria l’importanza del ruolo assunto dal dopoguerra a oggi. Ma anche di conferirle un riconoscimento per la creatività e l’ingegno profusi in campo industriale ed economico. Intanto a muovere i primi passi è un privato.

Vittorio Tessera è orgoglioso della sua collezione internazionale di modelli. Per quanto riguarda la progettazione degli interni del museo e l’allestimento della mostra, ha fatto tutto di testa sua. Spinto da un amore che lo appassiona dall’età di quattordici anni. Quelli successivi, sono stati dedicati alla ricerca dei “pezzi”, alla loro catalogazione e messa a punto, alla manutenzione. E il sogno di un ragazzo si è alla fine concretizzato.

Dai “tubi” alle motorette

Lambretta

Unico nel suo genere, il museo di Rodano presenta centodieci esemplari provenienti da tutto il mondo. Molti ricevuti in comodato da Lorenzo e Liliana Innocenti, rispettivamente figlio e moglie dell’ingegner Luigi. Ferdinando Innocenti, fondatore dell’azienda milanese nel 1931, aveva inventato e brevettato i famosi “tubi Innocenti”, utilizzati per creare impalcature e ponteggi legati da bulloni e morsetti innovativi.

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Si può dire che Milano sia stata riedificata, dopo i terribili bombardamenti dell’ultima guerra, grazie agli innovativi “tubi” della Innocenti. La fabbrica, nel quartiere milanese di Lambrate, dopo essere stata più volte ricostruita ha cessato l’attività negli anni Settanta, tuttavia conserva ancora oggi un centro per le ricerche.

Record mondiale di velocità con il Siluro

Lambretta 125 D 1952
Lambretta 125 D 1952

Dalla grossa meccanica, l’industria milanese si era in seguito specializzata sempre più nella fabbricazione di mezzi a due e quattro ruote. Ecco perché in mostra a Rodano troviamo modelli di Lambretta che vanno dal 1947 al 1971, anno di uscita dell’ultimo esemplare.

Il “Siluro” è un prototipo che ottenne il record mondiale di velocità (201 chilometri all’ora) a Ingolstadt, in Germania. Ora è esposto al Museo della Scienza e della Tecnologia, mentre a Rodano possiamo ammirare il “Lui”, il “DL De Lux”, il “Tv 175”, un esemplare questo veloce e scattante fabbricato utilizzando procedure tecnologicamente avanzate e dotato di un innovativo freno a disco anteriore.
L’Innocenti lo mise sul mercato nel 1957, in piena competizione con la Piaggio, “mamma” della Vespa.

Lambretta superstar

L’affascinante Lambretta

Nell’esposizione di Rodano di Vittorio Tessera non si trovano solo i numerosi modelli della Lambretta, ma anche trofei, coppe e targhe vinte dalla Innocenti con le sue moto e le sue auto.
Molte le curiosità: si va da un’Auto-Fauteuil francese del 1908, completamente restaurata, agli scooter anni Venti prodotti in Gran Bretagna e negli Stati Uniti dai quali discendono molti degli attuali veicoli in circolazione.
Interessanti sono poi i modelli più rari della ricca produzione italiana del secondo dopoguerra. Tra questi, il “Simat”, esemplare unico e primo Scooter costruito in Italia nel 1940; quindi il “Nibbio”, il primo costruito in Lombardia nel 1947 (in mostra ve ne sono tre) e il “Furetto”, primo scooter costruito dalla Iso sempre nello stesso anno e presente sempre in tre esemplari.

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Ampio spazio è dedicato alla stampa d’epoca e alla manualistica tecnica dei modelli esposti, moltissimi provenienti sempre dalla famiglia Innocenti. Completano la raccolta numerosi modellini, pezzi di ricambio, trofei, medaglie e abbigliamento sportivo e non.
La collezione comprende l’unico archivio ufficiale Innocenti: più di cinquemila foto, progetti e filmati prodotti dalla Casa milanese dal 1947 al 1972. Nel Museo è dunque raccolta la maggior parte della produzione motociclistica “Innocenti Lambretta”, con esemplari tra i più significativi e rari, tra i quali il già ricordato scooter della Mansfield e la “Lambretta 150 Special” destinata alla Polizia di New York, con tanto di emblemi originali.

Lambretta e Vespa. Come Bartali e Coppi

Una Salsbury americana del 1946
Una Salsbury americana del 1946

Una sezione della grande mostra è dedicata anche alla Vespa, insieme agli scooter stranieri provenienti da Francia, Germania, Belgio, Giappone, che ha inviato il primo Scooter prodotto della Honda del 1954, lo “Juno K”, mentre per gli Stati Uniti è presente un “Lowther Light”.
L’apertura del nuovo Centro Culturale Comunale di Rodano “La Elle”, che ospita il Museo, è entrato a far parte del Sistema dei Musei d’Impresa della Provincia di Milano, creando in questo modo una rete di archivi aziendali e collezioni private, cui aderiranno il “Kertellmuseo” di Noviglio, la “Zucchi Collection” di Casorezzo e Milano, l’ “Iso-Rivolta di Bresso”, attualmente in fase di allestimento.
Tutti hanno come partner trasversali la Fondazione Adi per il Design Italiano, il Premio Compasso d’Oro, la Fondazione Faar-Centro Studi Csar, ente di ricerca e formazione nell’ambito dell’architettura e del disegno industriale.

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