Domenica 28 Aprile 2024 - Anno XXII

Monferrato, tra la divina “Trifola” e Sua Maestà il “Bue Grasso”

Trifola in fondutaIl Renzo (Druetto, quello che prima inventò il “TTG Incontri” e poi l’attuale “No Frills”) mi dirama un comando perentorio: “Trovarsi alle 12,30 di martedì 14 Novembre al ristorante Ametista in quel di Moncalvo”. Ordine del Giorno, chiaramente condensato in due soli argomenti: a) “Paciata con Trifola”, b) Corso Accelerato pomeridiano sulla “Ricerca della Trifola”. Breve inciso per gli ignoranti (nel senso di quelli che ignorano) la geografia e le vicende delle lodevoli tradizioni del Vej Piemont: Moncalvo (Asti) è ridente cittadina del glorioso Monferrato (Mons Ferratum, il carducciano Suol d’Aleramo) mentre per Trifola si intende  il fantastico … Leggi tutto

Trifola in fonduta
Trifola in fonduta

Il Renzo (Druetto, quello che prima inventò il “TTG Incontri” e poi l’attuale “No Frills”) mi dirama un comando perentorio: “Trovarsi alle 12,30 di martedì 14 Novembre al ristorante Ametista in quel di Moncalvo”.
Ordine del Giorno, chiaramente condensato in due soli argomenti: a) “Paciata con Trifola”, b) Corso Accelerato pomeridiano sulla “Ricerca della Trifola”.
Breve inciso per gli ignoranti (nel senso di quelli che ignorano) la geografia e le vicende delle lodevoli tradizioni del Vej Piemont: Moncalvo (Asti) è ridente cittadina del glorioso Monferrato (Mons Ferratum, il carducciano Suol d’Aleramo) mentre per Trifola si intende  il fantastico Tartufo Bianco (niente a che vedere con quello Nero alias Scorzone).

Il trionfo del Tartufo

Tartufo bianco
Tartufo bianco

Quanto al punto a) in discussione, anche un deficiente sarebbe in grado di descriverlo e pertanto mi cimento; (nota bene, si elencano gli argomenti portati collegialmente sul tavolo di lavoro e saggiati da ciascuno dei presenti al PD Paciata Druettiana):  
ouverture con “Insalata di Carne Cruda e Porcini – Tartare di Branzino e Castagne ai Capperi – Terrina di Gallo in Salsa Tonnata”;
sinfonia mediante “Tajarìn al Tartufo Bianco – Fonduta di Maschera con Tartufo Bianco – Agnolotti Monferrini” – Gnocchi di Ricotta e Sesamo al Castelmagno”; crescendo rossiniano con “Stracotto di Vitello al Barbera – Funghi Porcini Fritti – Uova con Tartufo Bianco – Coscia di Agnello al Miele e Balsamico”;
e per galop finale: “Dolce al Fondente e Barolo Chinato – Crema Cotta alla Cannella – Semifreddo alle Castagne”. Infine, su tanto perfetta Opera Palatale, una Barbera da inginocchiatoio.

Vino, poesie senza età

Tagliatelle con trifola
Tagliatelle con trifola

Che il ristorante promettesse bene la mia lunga milizia mangereccia l’aveva già afferrato (l’Uomo è ciò che mangia, scrisse Feuerbach e a me piace essere un signore documentato) alla lettura del menù. Perché solo “padrùn” (Vincenzo Corsetto ai fuochi e Madamìn alle tavole) attenti e curiosi non meno che votati alla ricerca del bello e del buono, possono lardellare con dotte massime sul vino un Menu trascritto con semplicità, senza pretese né chic né elegante (e va bene così, le Michelin non si conquistano con gli orpelli  – al massimo si è spinti da un ministro degli Esteri compiacente –  salvo poi monetizzarle andando a far show alla tivù).
Le dotte massime “enologiche”? Eccole: “Dell’acqua sole bevere chi non have del vino” (Jacopone da Todi); “Empi il bicchier ch’è vuoto, vuota il bicchier ch’è pieno, non lo lasciar mai vuoto, non lo lasciar mai pieno” (Strofa incisa su un boccale del vasaio Dolcetti di Venezia); “Lo dolce ber che non m’avrìa mai sazio” (Dante Alighieri); “Date vino a chi ha l’animo amaro perché non si ricordi più del suo dolore” (Bibbia).

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