Sabato 20 Aprile 2024 - Anno XXII

San Patrizio: Irlanda “Up The Rebels”

San Patrizio Pub Milano porta Romana

A Milano il 17 marzo in Corso Lodi come a Dublino. Ricordi irlandesi nel giorno di San Patrizio. Nel milanese Pub irlandese insolita folla invade il marciapiede. Tutti hanno in mano un bicchiere con la mitica Guinness.

San Patrizio locandina guinnessMilano, 17 marzo, San Patrizio. Percorro corso Lodi e noto un assembramento. Una vicenda di poco conto se non fosse che gli occupanti il marciapiedi stringevano tra le mani un bicchiere contenente un liquido marron scuro che anni di appagamento della sete mi hanno permesso di riconoscere con immediatezza, ed altrettanto immediatamente capire che c’era la possibilità di bere qualche bella Guinness, quella birra irlandese di cui ricordo -nei pubs di Londra di un’era fa- la curiosa pubblicità di un tucano garantente (!) che “Guinness is good for You”. (A proposito, sapete che differenza c’è in Irlanda tra un matrimonio e un funerale? Solo una: al funerale c’è uno di meno che beve…)
E di lì, dalla gente che sorseggiava birra scura a ricordarmi (avendo pure notato che i beoni sostavano sotto l’insegna di un Pub irlandese) che era San Patrizio, il passo è stato relativamente breve (nessuno è perfetto).
San Patrizio, pertanto –ça va sans dire– sinonimo di Irlanda, e a ‘sto punto (in un invero fantasioso volo pindarico) ecco apparirmi Maureen O’Hara, il film “The Quiet Man” (Un uomo tranquillo) e Bernard. Nomi che per il modesto mio livello culturale sono sinonimo della verde isola atlantica (dopodiché, ma solo per far sfoggio di cultura, aggiungo George Bernard Shaw e Oscar Wilde).
Ma è meglio fare un po’ d’ordine (non senza commentare, a proposito di San Patrizio, che mai avrei pensato che tanta gente –non irlandese- festeggiasse in suo onore; ad esempio un ragazzotto di Lodi che oltretutto –mi confessa- in previsione di una sana ciucca, questa, sì, irlandese, s’era pure preso un giorno di ferie per lo smaltimento del dissetante).

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San PatrizioL’irlandesissima Maureen O’Hara già mi sarebbe piaciuta come donna e ottima attrice (che brava, lei e John Wayne, nel citato film dell’irlandesissimo John Ford che ci fece vedere, magnifici paesaggi della sua terra, massime lo splendido Connemara). E datosi che possiedo una passione, tanto strana quanto intensa, per le ‘rosse’ (a quei –miei- tempi, oltre a Maureen, impazzivo anche per Arlene Dahl e Rhonda Fleming, e vai a sapere se erano ‘tinte’, ma Maureen per certo no) ecco spiegato perché un bel giorno presi su e partii per l’Irlanda. Beninteso intraprendendo un casto viaggio (salutare il figlio Jean Paul colà apprendente l’inglese e ammirare il maggior numero di irlandesi ‘rosse’, quanto mai abbondanti in quell’isola, forse un record universale).

San Patrizio manifesto guinnesQuanto a Bernard posso solo piangerne l’ormai lontana scomparsa perché oltre a perdere un amico mi venne a mancare l’occasione di vivere quasi quotidianamente quella meravigliosa, acculturata non meno che folle e sconclusionata, cultura detenuta dagli irlandesi (che forse forse si ritrovarono a dover inventare quel loro onirico e surreale sense of humour durante i secoli bui dell’occupazione di quegli zoticoni dei british, che usarono l’Irlanda come uno scendiletto). Un esempio delle vicende Bernard? Anzi due. Uno. Alla guida di un’auto mica tanto sicura Bernard scende abbastanza pericolosamente da una ripida stradina della costa ligure, però a motore spento, e al preoccupato amico che gli sta al fianco, Bernard (in un italiano e con una vocina identici a quello di Stanlio/Cric) spiega: “Non sono avaro, sono povero”. Due. Da un anno la Stradale ha trattenuto la patente di Bernard, ‘probabilmente’ cuccato con un eccesso di “beveroni” (mio neologismo designante un tragico miscuglio composto –Bernard era l’unico irlandese che non beveva la Guinness- da Ginger Ale e Fundador, dozzinale brandy amato dai señoritos durante la Feria de Sevilla). Solo che un bel giorno la Stradale ferma Bernard, gli intima di esibire la patente dopodiché nello spazio di attimo il mio amico (mediante la già precisata vocina tipo Stanlio/Cric) con incazzatissima veemenza protesta: “Ma come faccio a darvi la patente se l’avete già voi da quasi un anno!!!”. (Ciao, Bernard, e per l’ennesima volta riscusami per i forse troppi scherzi che ti facevo … a Pamplona, poi…).

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San Patrizio Pub birra guinnessMorale della favola, è San Patrizio, entro nel Pub irlandese di corso Lodi e mi faccio un paio (una per Bernard) di belle pinte di Guinness, evitando (c’era pure una brava orchestrina folk, ma sarei stato un pochino banale) di chiedere lo struggente “Danny Boy” (parole di un turista scozzese –e vabbè- ma tunes dell’irlandesissima Derry Air) ed esclamando soltanto in cuor mio (quando si è in giro, sempre meglio non far sfoggio di eccessiva cultura) “Up the rebels!”. Un grido, per gli irlandesi un plurisecolare mantra antinglese, urlato soprattutto dalle parti di Cork. E di lì veniva Bernard …
p.s. E che bello se l’irlandese “Up the Rebels!” lo urlassimo un po’ più spesso anche (tutti) noi, fosse solo per spiegare che ci si può anche stancare di essere presi per il sedere (dai soliti margnifloni che ce la contano su e che ciascuno di noi può facilmente identificare). Ri-“Up the Rebels!!!” dunque, e viva San Patrizio, Maureen O’Hara, John Ford, il Bernard, la Guinness e tutti gli altri irlandesi (ahhh oltre a James Joyce, stavo dimenticando la Elizabeth … che ciucca quella volta a Rovescala, ma non ricordo se era a San Patrizio….).
Ri-ri-“Up The Rebels!!!”.

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