Venerdì 19 Aprile 2024 - Anno XXII

Frivola Miniguida (Turismo, Geografia, Storia e Gossip) dei 192 Paesi ONU

Avana Cuba  – Ecco un altro posto che è superfluo descrivere; lo conoscono tutti. Anche quelli che ci sono andati dicono di conoscerlo, ma in realtà hanno trascorso sei giorni e dodici ore della “settimana charter + Villaggio” su una spiaggia (pagando settanta dollari per una gitarella su un vicino Cayo e una sedicente aragosta che altro non è che un cicalone di mare) e le restanti dodici ore in una insulsa escursione all’Avana così composta: otto ore di lungo transfer dal Villaggio e ritorno, shopping ed “hemingwayani” Mojiito e Daiquirì alla Bodeguita del Medio e al Floridita (tre ore) … Leggi tutto

Avana
Avana

Cuba  – Ecco un altro posto che è superfluo descrivere; lo conoscono tutti. Anche quelli che ci sono andati dicono di conoscerlo, ma in realtà hanno trascorso sei giorni e dodici ore della “settimana charter + Villaggio” su una spiaggia (pagando settanta dollari per una gitarella su un vicino Cayo e una sedicente aragosta che altro non è che un cicalone di mare) e le restanti dodici ore in una insulsa escursione all’Avana così composta: otto ore di lungo transfer dal Villaggio e ritorno, shopping ed “hemingwayani” Mojiito e Daiquirì alla Bodeguita del Medio e al Floridita (tre ore) totale undici ore; e a ‘sto punto non resta che una sola ora per vedere (malissimo, poco o niente) la interessante capitale dell’isola. E il bello è che questa escursione è oltretutto assai poco richiesta, non tanto per l’eccessivo costo quanto perché l’alto livello culturale dei nostrani turisti suggerisce che sono molto meglio due ore di tintarella appetto alla conoscenza di una bella città. Si parli allora degli spagnoli: che hanno avuto un impero tanto grande che “non vi tramontava mai il sole”, ma nessun altro dei posti in cui hanno portato lingua e cultura gli è rimasto nel cuore (o per dirla volgarmente “sul gozzo”) come Cuba.  

Danimarca – Antàn i turisti italiani in Danimarca si ritrovavano coinvolti in un atroce dilemma, con obbligata risposta al tragico interrogativo: “E’ più buona la Carlsberg o la Tuborg”? Birre locali a parte, che là sono buone per davvero, mentre nel Belpaese, fabbricate su licenza, sono come tutte le altre, si può comunque scherzare (invece di dare coordinate e dettagli) visto che nel Belpaese il primo dei Paesi scandinavi che si incontra venendo dal centro Europa è abbastanza noto. Nota ad esempio è la Sirenetta (narrata da un bravo “fiabeggiatore” danese, Hans Christian Andersen) alla quale ogni tanto qualche pirla taglia la testa eppoi chiede il riscatto. Ed è pure danese (ma stavolta la vicenda l’ha inventata un inglese, Shakespeare) la testa alias cranio del re finita nelle mani del figlio che (domandandosi se era mai il caso di “Essere o non Essere”) se la palleggiava sugli spalti del castello di Elsinore (visitarlo, mica allegro ma bello). Buoni i freschi gamberetti pescati nel Sund (lo stretto che divide dalla Svezia) e mandati giù da una buona birra. Ma non si chieda quale.

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Dominica – Poco più grande dell’Isola dei Pescatori (Lago Maggiore) ma con un po’ più di abitanti (settantunmila a stare abbondanti) di Roccasecca (Frosinone) non poteva che essere inserita tra le Piccole Antille. Turismo ce n’è (ma non molto) soprattutto British (quindi si astengano i gitanti tipo la Marta Marzotto).
Parimenti non facevano turismo a Dominica i miti e pacifici Arawak (l’altra popolazione delle Antille) per il semplice fatto che l’isola era abitata dai Caribi o Calibi, gente che … vabbè essere incazzosi, ma pure impenitenti cannibali!

Galapagos
Galapagos

Ecuador – Un posto (sezionato dall’equatore, sennò si chiamerebbe differentemente, grande quasi tre volte l’Italia ma con solo dodici milioni di abitanti) da tenere presente per una gita (senza contare il loro bel fiore all’occhiello, le fantastiche Galapagos). Contiene infatti l’essenza del Sud America andino (prevalente l’etnia Quechua); bella la altissima capitale Quito, magnifica la strada per giungervi dal Pacifico, vulcani e nevi perenni delle Ande a far felice l’occhio, colore e folclore alla grande. In generale gli Ecuadoriani (e non Ecuadoregni) sono brava gente (soprattutto a casa loro, mentre a Milano, nei giorni di festa tirano su tremende sbornie di birra in piazza Mercanti e qualche volta fuoriesce pure il coltello). Duelli rusticani (tra ciucchi o no) l’Ecuador andrebbe visto. Ah, stranezza: come valuta hanno il dollaro Usa. Per i “nauti” di internet www.inec.gov.ec

Egitto – Tantissimi dicono di conoscerlo “perché ci sono stati” ma purtroppo si tratta di gente finita coi charter-low-cost a Sharm El Sheikh, che non è l’Egitto (bensì solo una Disneyworld di plastica e neon con cammelli di pelouche).
L’Egitto (oltre a Cairo, Museo e Piramidi) è Alessandria (rifatta e ripittata, adesso è bellissima) è Aswan, per non parlare della splendida Luxor e del vittoriano mitico Old Winter Palace. Sarkò vi ha portato la Carla Bruni (ma lui è uno che sa vivere … mentre la nostra intellighentzia  cultural mondano politica finisce in alberghi che gli Yankees chiamano mickeymouse).

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La Chiesa di Santa Ana nella città di El Salvador, la capitale
La Chiesa di Santa Ana nella città di El Salvador, la capitale

El Salvador – Il più piccolo dei Paesi del Centroamerica (ventunmila chilometri quadrati, come l’Emilia-Romagna, sette i milioni di abitanti, quasi tutti meticci, un decimo Amerindi parlanti Nahua e Maya). Sul Pacifico,  confina con l’Honduras e il Guatemala. Dopo una tragica guerra civile negli anni Ottanta (vescovo Romero accoppato in chiesa, Brigate della Morte, guerriglieri del Fronte Farabundo Martì ecc. ecc.) il Paese sembra tranquillo e se uno passa da quelle parti vede lussureggianti paesaggi di madrenatura, belle spiagge sul Pacifico. Gli insoddisfatti di questi dati clicchino www.rree.gob.sv.

Emirati Arabi Uniti – Stesso panegirico dedicato al Bahrein (vedi seconda puntata): ‘sti staterelli arabi nel Golfo Persico son tutti uguali,  tanto petrolio e (ancor più) danée (volevano comprare pure Figo).

Eritrea – Dall’antico greco Eritròs, rosso, appunto il mare su cui si affaccia. Di lì cominciarono le avventure coloniali del Belpaese (chi non ricorda? Ce la contarono alle elementari: la compagnia Rubattino che compra la baia di Assab, Massaua ecc. ecc) poi venne Tripoli Bel Suol d’Amore, poi Faccetta Nera e infine patapùm, con il Gheddafi che adesso chiede pure i danni (un’autostrada, ma fatta bene, mica la Salerno-Reggio Calabria). Gli Eritrei sono brava gente (dicono in questura a Milano che sono l’etnia più per bene) e le loro isole Dahlak (giurano i sub) sono bellissime.

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