Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Vedute italiane: Bassano del Grappa

Documento di nascita: anno 998. Un ponte leggendario a cavallo di un fiume che scende da montagne che hanno visto scorrere la storia. Piazze raccolte, case e palazzi dalle facciate affrescate, un nome di origine romana

Bassano del Grappa (Foto: Consorzio Vicenza)
Bassano del Grappa (Foto: Consorzio Vicenza)

La piccola Bassano del Grappa si presenta: scenografica, carica di storia, a misura d’uomo. Massima gloria artistica cittadina Jacopo del Ponte (o Bassano) al quale sono dedicate una via e una piazza urbana; grande maestro del Cinquecento veneto, la cui maggiore raccolta esistente di opere è custodita nel Museo Civico, negli ambienti dell’ex convento di San Francesco, cuore religioso della città.
Se il cielo è limpido, i panorami non lasciano indifferenti: l’immagine da cartolina delle case che si specchiano nell’acqua del Brenta dal Ponte Vecchio e la vista della Valsugana, il massiccio del Grappa, luogo strategico nelle fasi cruciali dei due grandi conflitti mondiali che coinvolsero la città, inquadrato da viale dei Martiri.
Intorno alla cittadina, dal 1404 per quattro secoli nelle mani della Serenissima, sontuose ville circondate da giardini.

Il ponte di Palladio

Il Ponte Vecchio
Il Ponte Vecchio

Sovrastato dal celebre Ponte Vecchio che nel corso dei secoli si è imposto come simbolo della città, il fiume Brenta è primo attore della scena cittadina, all’apparenza sottomesso, in realtà noto per le “brentane”, repentine e devastanti piene capaci di travolgere ogni cosa, esponendo il manufatto ligneo alla furia dell’acqua.
Nato come via di comunicazione con il territorio vicentino, il ponte ha origine medievale documentata almeno dal 1209, amato dagli abitanti e abbondantemente raffigurato nella pittura dell’Ottocento, ispiratore della celebre canzone alpina (dalla popolare strofa “Sul ponte di Bassano noi ci darem la mano”) dei soldati che combattevano sul Monte Grappa nel primo conflitto mondiale. Più volte distrutto da alluvioni e piene ma anche da eventi bellici, venne sempre riedificato come dopo il crollo del 1567, quando la sua progettazione fu affidata a Palladio che ideò le eleganti forme che si mantennero fino alla piena del 1748. Il caratteristico ponte che oggi vediamo – che fu sempre in legno salvo un breve periodo in cui venne rifatto in pietra, risultata comunque meno resistente alla violenza dell’acqua – rimanda al disegno palladiano che ispirò le diverse ricostruzioni e offre il più incantevole panorama bassanese della via d’acqua e della Valsugana.

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Il Museo degli Alpini e le grapperie storiche

Museo degli Alpini
Museo degli Alpini

In fondo al Ponte Vecchio – che grazie al contributo degli Alpini nella sua ultima ricostruzione del 1948 è anche noto come Ponte degli Alpini – all’imboccatura occidentale, dalla Taverna al Ponte si accede al piccolo Museo degli Alpini, che contiene fotografie e cimeli relativi alla storia del monumento, al corpo dell’esercito con le sue imprese e alle fasi delle due guerre mondiali che coinvolsero la città, con mitragliatrici, fucili, armi, elmetti, uniformi, medaglie, documenti e la ricostruzione di una trincea.
Di fronte al Museo, la grapperia Nardini – aperta dal 1779 quando venne fondata l’omonima distilleria di acquavite oggi celebre nel mondo – uno dei locali storici d’Italia che conserva l’atmosfera di un tempo tra vecchi mobili, bancone decorato, alambicchi e recipienti in rame. Per saperne di più di questa bevanda popolare, profondamente legata alla cultura contadina e della sua distillazione da una materia prima povera come le vinacce, di fronte all’imbocco del Ponte Vecchio, in via Gamba nella Grapperia Poli, in un palazzo quattrocentesco, il Museo della Grappa.

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