Quattro “conti” della serva
Se invece occorresse pure qualche cifra, si può buttar lì che (in occasione di una cena di medio costo tra quelle commentate) un aperitivo di massa, della mutua (appunto Tartine Spumantini e Canapè) non viene meno di 15 euro a cranio dopodiché (non senza essere passati nel salone – altra spesa di metri quadrati e schermi – con solita menata del benvenuto e del film che se qualcuno lo vede tutti lo dimenticano) si passa a “lu magnare” e lì di euro facciamo (minimo) una cinquantina.
Alla fine della fiera Tot euro per Tot crani, alias teste presenti. Da cui (e scusomi per l’insistenza) riecco la domandina: a cosa servono ‘ste Cene Tartine Spumantini e Canapè?
Pubblico a “scalare”
Mah. Proviamo a ragionare, a fare due conti per quanto riguarda (quelli economici son già stati fatti) i risultati “promozionali”, i contatti avuti e la loro “redditività”, i “target centrati”, le risposte stampa ottenute) ipotizzando, ad esempio, una serata organizzata da una regione di un Paese europeo invitante stampa, tour operator e agenzie viaggi, diciamo cento (100) persone. Di questi partecipanti almeno un terzo sono “imbucati” che manco conoscono e niente gli frega di chi li invita (e se gli frega, sai a cosa serve promozionalmente – alla regione invitante – la presenza di un bancario, cui è stato “girato” l’invito spedito a un’agenzia viaggi?). Da 120 presenti si scende pertanto (quanto a “target” di chi “può interessare”) a 70. Una metà di questi, però, sono si “addetti ai lavori” (ad esempio un fattorino – un mio amico agente di viaggi “pagava” il fattorino girandogli mensilmente alcuni inviti a queste cene, una sorta di ticket restaurant – o una contabile) ma dalla (chiamala promozionale) “redditività zero” dell’investimento. E siamo a 35.
Tra i quali si contano alcuni tour operator specializzati che della regione invitante sanno già tutto, e lo stesso accade ad alcuni giornalisti della stampa turistica, diciamo che in tutto sono almeno una ventina? Il “target” di coloro la cui accettazione dell’invito può effettivamente rendere qualcosa si è pertanto circoscritto a una dozzina (o pochissimo più) di crani .
Ma di questi almeno la metà sono mogliere, amiche, morose, dico o comunque aggregati (da cui l’ “invito valido per due persone”). Eccoci allora (sembra i “dieci Poveri Negretti” di Agatha Christie…) ridotti a solo 6 persone che potrebbero anche servire a chi sta pagando “lu magnare” (a questi 6 e ad altri 94 “improduttivi”).
Tre dei 6, però, sono free lance che – per grande che sia la loro voglia di apparire e sdebitarsi – non hanno uno straccio di gazzetta interessata a una cronaca della sbafata.
Alla fine, ecco i pochi /ma buoni?
La conta finale vede pertanto sopravvivere 3 arditi giornalisti mandati da altrettante gazzette di settore, del “trade”, per una recensione di (mediamente) 10-righe-10 (lette da nessun addetto ai lavori: si proceda a un’inchiesta tra titolari e banconisti e ci sarà da ridere su quanti agenti di viaggi leggono i giornali di categoria, leggasi zero, perché i “padroni” dicono di non avere tempo mentre ai dipendenti non gli frega niente – salvo andare “per girata di invito” a qualcuna delle cene in oggetto – delle notizie che dovrebbero fregare al padrone, e che comunque il padrone stesso non gli “passa” perché sennò legge e non lavora e magari trova pure un’interessante offerta di lavoro e se ne va).
Morale, “30 righe per 100 sbafanti”.
P.S. Il resto di questa inquietante inchiesta, alla prossima puntata, nella quale si descriveranno i “soliti noti (sbafatori)” e si rimembreranno le grandi gesta della eroica “Banda della Tartina”.
(prima puntata- segue)