Mercoledì 15 Maggio 2024 - Anno XXII

Nel mare verde del Costa Rica

Il Parque dell’Amistad è il più esteso dei trentadue fra parchi, riserve naturali, aree biologiche e protette del Costa Rica. Una “spina dorsale” verde preservata dalle autorità, con il coinvolgimento delle antiche etnie che qui vivono

Splendidi felini

Nel fitto dei boschi dell'Amistad
Nel fitto dei boschi dell’Amistad

All’apice della catena alimentare, i grandi felini presenti a queste latitudini, quali il gatto-tigre, il puma e il giaguaro. Quest’ultimo è considerato un animale sacro: potente, elegante, solitario. Sia il puma che il giaguaro sono specie a rischio, per via di una caccia spietata nel corso dei secoli alle loro pellicce pregiate. Fino agli anni Settanta era normale per un costarricense della zona arrotondare lo stipendio andando a caccia di felini, la cui pelle poteva valere l’equivalente di sei mesi di stipendio. Ora, inutile precisarlo, sono assolutamente protetti. Oltretutto, sono animali difficili da avvistare, a meno che non si abbia a disposizione un po’ di tempo per poter tentare un approccio, scegliendo magari una notte di luna piena e avendo con sé un po’ di carne nello zaino.

Alla scoperta del “Parque”

Selva Bananito Lodge
Selva Bananito Lodge

Naturalmente, questa enorme riserva di foresta vergine è accessibile solo in parte, ma ci sono molte aree visitabili e buone possibilità di pernottamento, a patto che ci si doti di un mezzo 4×4 per raggiungere i punti di osservazione.
Le zone più accessibili sono quelle di “Tres Colinas”, “Santa Maria de Pittier” e “Biolley”. Calcolando la partenza dalla capitale del Costa Rica (San Josè) sono necessarie dalle sette alle nove ore di viaggio: il settore Biolley è quello che possiede le migliori strade, percorribili tutto l’anno (da gennaio ad aprile, anche con auto normali e minibus).
Gli eco-alberghi e le “cabañas” (bungalows) dove fermarsi a dormire formano parte dell’esperienza e sono in perfetta simbiosi col paesaggio che le circonda; un buon esempio di tali sistemazioni si ha al “Selva Bananito Lodge & Preserve” (www.selvabananito.com).

LEGGI ANCHE  Ecuador, i miracoli della natura a Expo 2015

L’introvabile “rana d’oro”

La rana d'oro?
La rana d’oro?

Esiste una leggenda che si racconta da secoli, tra gli indigeni della Cordigliera di Talamanca, la catena montuosa che attraversa il Costa Rica e finisce nello stato di Panama. Secondo i nativi, una rana molto timida e rara vive nelle foreste di queste montagne, dove il clima cambia di continuo e le nuvole basse danno all’ambiente un’atmosfera di mistero.
La rana d’oro (ovviamente) può essere trovata solo dopo molti tentativi e una ricerca paziente, ma la ricompensa per il fortunato è unica: si dice infatti che doni la felicità a chiunque la porti con sé.
Molti sono partiti alla sua ricerca e alcuni sono riusciti a vederla; solo pochi, però, a catturarla. Ancor meno quelli che l’hanno tenuta con sé per un certo periodo. Raccontano di un uomo che trovò la rana, la prese, ma dopo un po’ la rilasciò perché non si rese conto di essere “già” felice; un altro invece scoprì come la felicità fosse troppo dolorosa. Secondo gli indigeni del luogo, siamo tutti in cerca della rana d’oro, nacosta da qualche parte. Ma sapremo riconoscerla, una volta catturata?

Condividi sui social: