Natura, unica padrona
Inutile precisare quali e quanti siano i vantaggi che un “parco nazionale” offre. L’integrità della tutela significa che la natura può evolversi liberamente, soggetta unicamente alle proprie leggi. I boschi crescono indisturbati; fiumi e torrenti si aprono, non domati, i rispettivi alvei; gli animali non vengono cacciati. Nel parco bavarese gli alberi raggiungono dimensioni gigantesche fino a quando muoiono di morte naturale e il loro decomporsi dà nutrimento e vita al sottobosco e alla fauna. A fronte di una situazione “naturale” davvero invidiabile, che coinvolge ben seimila ettari di parco, gli alberi non temono altri danni all’infuori di quelli che possono derivare dall’inquinamento atmosferico che determina le famose piogge acide; ma anche sotto questo aspetto la situazione è in via di miglioramento.
Tanti tipi di “bosco”; un unico manto verde
Quali tipi di “bosco” si trovano nel parco bavarese?
La natura stessa del terreno, il clima, le precipitazioni, hanno favorito nel tempo l’insorgere di zone boschive differenziate. Nella zona montana, a partire dai mille e cento metri d’altitudine, il clima è rigido. Gli inverni vedono abbondanti nevicate; talvolta la coltre nevosa raggiunge i tre metri di spessore. Solo gli abeti rossi e i modesti sorbi, adattatisi nel corso dei millenni, riescono a sopravvivere. Per via della conformazione della pianta, dalla chioma conica molto stretta e con i rami che aderiscono al fusto, la neve può scivolare facilmente, senza danneggiare l’albero; d’estate il suolo è ricoperto da felci, muschi, mirtilli: un tappeto consistente ma povero di varietà.
Lungo i fianchi montani che digradano verso le quote inferiori (fra i settecentocinquanta e i mille e cento metri) il clima si fa più mite; oltre all’abete rosso, hanno qui dimora anche l’abete bianco e il faggio e qualche sporadico tasso. Poi vi sono rari olmi montani, l’acero, il tiglio, il frassino. Il cosiddetto bosco misto interessa di fatto i tre quarti dell’estensione totale del parco. La vegetazione erbacea è rappresentata dalla “dryopteris austriaca”, dalla felce femmina, dal “lamium galeobdolum”, dall’ “asperula” e addirittura dal turbante di turco o martagone.
Le quote inferiori, non di rado umide per il deflusso di acque fredde che ristagnano nelle conche vallive, registrano la presenza predominante di abeti rossi, poi di betulle, ontani neri; è il bosco detto delle “bassure”.
Un altro aspetto interessante del parco nazionale della Foresta Bavarese è dato dalle paludi sovracquatiche, non molto frequenti ma ricche di una flora che si è adattata a tali condizioni particolari. Abeti rossi nani e deformi, distese di pini mughi, eriofori biancheggianti, mirtilli blu e rossi, andromede polifolie ricoprono distese di cuscini di sfagno fluttuante. Gli sfregi apportati alle sfagnete lasciano a lungo segni visibili nel terreno (piante strappate, prosciugamenti, scavi di torba, presenza di turisti, ecc.). Qui, nel parco, godono per fortuna di particolare protezione.