Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Agustìn Lara, leggenda messicana

Questa storia d’altri tempi non è per i Punk, i Rockers o per quelli che non ricordano le belle canzoni di un tempo. Questa è la vicenda umana di Agustìn Lara, compositore senza conoscere le note musicali, poeta e cantautore vissuto nel secolo scorso

Flaco de Oro
Flaco de Oro

Ma non si può narrare la vita “toda pasiòn y melancolìa” del “Flaco de Oro” (Il mingherlino d’oro) senza un cenno alla canzone messicana, la cui importanza rende ancor più glorioso chi ne fu il massimo personaggio.
Non è azzardato ritenere che il Messico sia la fonte della musica più o meno “leggera” (canti e canzoni classiche, motivi tradizionali, folcloristici) che si ascolta nel mondo. E se udendo una canzone indagassimo “da dove viene”, scopriremmo che gran parte di quanto ascoltiamo (le canzoni tradizionali, melodiche, un tempo dette “da balèra”) è “messicano”. Salvo il Samba brasileiro e il Tango argentino, quasi tutto ciò che è sudamericano in realtà è “Mexico doc”; e nel Messico nacque il Bolero, il più popolare dei balli del secolo scorso.
Alcuni esempi? Viene dal Messico “Cielito Lindo”, messicane sono la “Cucaracha” (inno ufficioso della Rivoluzione Messicana di Pancho Villa) “Jarabe Tapatìo” (ballo del XIX secolo divenuto “Mexican Hat Dance” nei cartoni animati di Walt Disney) “Sabor a mì” (in Italia resa celebre da Mina). E non è british ma messicano (Juventino Rosas, 1888, “Sobre las Olas”) il valzerino “Over the Waves”, sottofondo musicale di film muti e cartoni animati, suonato nella Belle Epoque durante i tè musicali per dame e ufficiali del British Empire.

Messico, “fabbrica” della musica e di Agustìn!

Mariachi messicani
Mariachi messicani

E a tanto ricca tradizione musicale vanno poi aggiunte le più di cinquecento canzoni sorte dall’estro di Agustìn Lara. Un motivo di più per raccontarne la vita, che già agli inizi si ammanta di enigma. Non è infatti ben chiaro se (biografia ufficiale) El Flaco nacque il 30 dicembre 1897 a Città del Messico oppure (altri asseriscono e lui si compiaceva confermare, fosse solo per creare un alone di mistero e proclamarsi figlio del nuovo secolo) venne alla luce il 14 dicembre 1900 a Tlacotalpan, stato di Vera Cruz. Anomalie anagrafiche comuni tra la povera gente, strane invece nel caso del figlio di un medico militare e di una maestra. Agustìn nasce quindi in una casa dignitosa, tra abitudini “vittoriane”, in un mondo “afrancesado” (l’allora dittatore Porfirio Diaz aveva un debole per tutto ciò che era francese).
Ma per una sorta di “giustizia naturale”, una pecora nera può nascere anche nelle migliori famiglie. E’ il caso di Agustìn. Preferisce la musica alla scuola (“rebelde”, ribelle, solo dodicenne, sa “tocar el piano” senza aver preso lezioni) e si innamora della Rorra, tampinandola con spavalde epistole e ardite professioni d’amore (il tutto per lo scandalo nell’istituto per Señoritas frequentato dalla “muchachita”).

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Prime musiche: dalla chiesa al bordello

Un'altra foto che ritrae Agustìn
Un’altra foto che ritrae Agustìn

Molto più casti – e mai più sarebbe accaduto – furono invece il luogo e la musica che vedono l’esordio artistico di Agustìn Lara. A Coyoacàn il futuro cantore di amori sfrenati è chiamato a sostituire un indisposto organista durante i festeggiamenti in onore della Virgen Maria. A nulla però servono preci e benedizioni recepite con gli inni sacri. Alla tenera età di tredici anni e nove mesi, approfittando di una lunga assenza del padre, Agustìn va a suonare il piano in una “Casa de Citas” (appuntamenti, eufemismo per “bordello”): orario dalle 21 alle 3, paga 2 pesos e 50 a serata, “propinas” (mance) “dependiendo de la clientela”. E lì resta due anni deliziando i clienti di Doña Carolina, la maitresse. In quei frangenti il ragazzino poteva solo scoprire i primi piaceri dell’amore, mercè le grazie di una “chiquilla” (La Bayoneta) che i biografi di Lara descrivono dal “cuerpo infantil” (che tenerezza, queste effusioni tra pesi piuma!).

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