Sabato 4 Maggio 2024 - Anno XXII

Guadalajara, vivace “innamorata” messicana

“Ay, Jalisco, Jalisco, Jalisco! Tu tienes tu novia que es Guadalajara, muchacha bonita, la perla mas rara, de todo Jalisco es mi Guadalajara!”. Queste le prime strofe di una popolare canzone messicana, in gloria della città che rivaleggia con la capitale

Guadalajara
Guadalajara

Una canzone resa celebre dalla mitica interpretazione di Jorge Negrete nei primi anni Quaranta, ben più nota quella recente del divo Julio Iglesias: “Ay Jalisco no te rajes (non fare il bullo, il gradasso)”. Laddove Jalisco è uno stato del Messico occidentale di cui Guadalajara è la capitale, nonché la “novia” (fidanzata).
E oltre che novia e capoluogo del Jalisco, Guadalajara è antagonista di Città del Messico, in una sorta di derby avente in palio le tradizioni, l’immagine, i costumi di un Paese che vive di folclore, di colori e di canzoni.

Con Città del Messico, derby continuo

I Mariachis
I Mariachis

Il risultato? Se si parla di maggior notorietà, Ciudad de Mexico la vince, fosse solo per il numero di abitanti, ventidue (dicono ventiquattro) milioni; tanta gente da farne uno dei più grandi agglomerati umani del mondo (su un’area urbana grande quanto metà del Belgio). Ma se si parla di abitudini popolari e calore umano, di musica e canti, il match si presenta più aperto. Perché Guadalajara (“solo” quattro milioni i suoi abitanti) possiede le carte vincenti, le componenti tipiche e più valide che costituiscono l’immagine del Messico nel mondo: i Mariachis, il Tequila e il Charro (il cow boy messicano).
Meno storica dell’antagonista – Città del Messico fu capitale dell’impero Azteca con il nome di Tenochtitlàn – Guadalajara, “Perla dell’Occidente”, deve agli Spagnoli la nascita e il nome (dato dagli Arabi all’omonima città spagnola, oggi capitale di provincia della Castilla-La Mancha: Wad Al-Hid-Jara, ovvero “fiume che scorre in mezzo alle pietre”).

Città d’altura, col sigillo imperiale di Carlo V

Palazzo del Governo
Palazzo del Governo

La fondazione del centro messicano risale al 14 febbraio 1542, ad opera di Cristòbal de Oñate per ordine del Conquistador Nuño de Guzmàn (nato nella Guadalajara manchega) anche se da più di un decennio insediamenti dello stesso nome erano stati fondati eppoi abbandonati in altri punti dell’attuale stato di Jalisco.
Finalmente, nella valle del fiume Atemajac a più di mille e cinquecento metri di altitudine, l’attuale Guadalajara – non senza imperiale autorizzazione di Carlo V – trovò la sua giusta e definitiva collocazione per divenire poco dopo, durante il cosiddetto periodo Coloniale, capoluogo di un ampio territorio chiamato Nueva Galicia. E più di Città del Messico, la rivale “tapatìa” (aggettivo di tutto ciò che si riferisce allo stato di Jalisco; e Jarabe Tapatìo, in inglese Mexican Hat Dance – resa celebre in cartoni animati di Walt Disney – è dal 1924 la danza nazionale messicana) ha mantenuto nei secoli una sorta di legame con la Spagna, accogliendone una costante e nutrita immigrazione (il 46% della popolazione è oggi composto da “criollos” discendenti da spagnoli o recenti immigrati, il 40% da “mestizos”, meticci e solo il 14% da Indios amerindi).

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