Sabato 18 Maggio 2024 - Anno XXII

Guadalajara, vivace “innamorata” messicana

“Ay, Jalisco, Jalisco, Jalisco! Tu tienes tu novia que es Guadalajara, muchacha bonita, la perla mas rara, de todo Jalisco es mi Guadalajara!”. Queste le prime strofe di una popolare canzone messicana, in gloria della città che rivaleggia con la capitale

Dall’Agave blu, la bevanda migliore

Tequila, bevanda nazionale
Tequila, bevanda nazionale

L’iter che dalla pianta (bellissimi i panorami nelle campagne del Jalisco, si ammirano distese di verde bigio geometricamente ordinato) conduce alla mescita sul banco di un bar è complicato non meno che curioso. Trascorsi sette anni nel terreno, la “cabeza” dell’agave, detta anche “piña” (al termine del trattamento risulterà infatti identica a un’enorme ananas, in spagnolo piña) viene estratta e sottoposta a una pulitura (jimar) compiuta con un affilato strumento, la “coa”, tagliante le dure, spinose foglie. L’agave viene trasportata alla distilleria per essere triturata, macerata, bollita (per trentotto ore) dopodiché il liquido ricavato passa alla distillazione e infine all’imbottigliamento  (mentre il Tequila “nobile” va a riposare nelle “barricas”, botticelle, per uscirne opportunamente abbronzato).
Poiché qualche numero non guasta mai, va elencato che un’agave, trasportato alla distilleria, pesa tra quaranta e sessanta chili e che da ogni sette chili di agave si ricava un chilo di liquore, talché ciascuna pianta produce mediamente una decina di litri di Tequila. Mica male.

C’è anche il Tequila col “verme”!

Vero Tequila
Vero Tequila

La lezione impartita alla Cuervo (che tratta duecentocinquanta tonnellate al giorno di agavi, producendo venticinquemila bottiglie esportate in cento Paesi) è completata dalla precisazione che il vero Tequila deve essere “100% agave azul”, che esistono tre classificazioni di invecchiamento (Blanco, Reposado, Añejo) e si conclude con la biblica sentenza che di Tequila “ne esiste uno solo” (guai pertanto a chi lo confonde con il Mezcal, distillato del “pulque” mosto dell’agave Manso o dell’Espadin, ma vanno bene anche altre agavi meno nobili). Una vera bottiglia di Tequila, ad esempio, si rifiuterebbe di contenere il “Gusano”, verme (una sorta di larva) imbottigliato con il Mezcal secondo tradizione messicana (beninteso, l’animaletto, bianco o rosso, meglio il primo, allevato contestualmente all’agave, possiede decise doti afrodisiache).
Il sopralluogo nel Jalisco prosegue: si va a conoscere la tapatìa Costalegre, quasi trecento chilometri di oceano Pacifico, da Barra de Navidad alla celebre Puerto Vallarta, da poco turisticizzati per le balneazioni dei vicini Yanquis e dei cittadini di Guadalajara. Si tratta di una costa frastagliata, resa inquietante dalle lunghe onde del più grande oceano del mondo che hanno modellato maestose spiagge e misteriose insenature. Ma questa – dopo aver commentato Mariachis, Charros e Tequila -, direbbe Kipling, è un’altra storia.

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