Sabato 27 Aprile 2024 - Anno XXII

Agustìn Lara, leggenda messicana

Questa storia d’altri tempi non è per i Punk, i Rockers o per quelli che non ricordano le belle canzoni di un tempo. Questa è la vicenda umana di Agustìn Lara, compositore senza conoscere le note musicali, poeta e cantautore vissuto nel secolo scorso

Intermezzo militare

Monumento a Pancho Villa a Zacatecas in Messico
Monumento a Pancho Villa a Zacatecas in Messico

Ma un bel giorno il doctor y capitan Joaquìn Lara torna a casa e rimette un po’ d’ordine in famiglia: Agustìn lasci la Casa de Citas, andrà a correggersi in una scuola militare! Va da sé che dopo fumosa vita notturna e puerili sacrifici a Venere, le notti unisex e la disciplina non entusiasmano il Flaco. Che se ne torna a casa. Ma solo per essere rispedito dal genitore nel nord del Messico, addetto alle paghe degli operai di una ferrovia nel deserto. Di male in peggio: noia, solitudine e caldo torrido. A quel punto tutto poteva andar bene pur di cambiar aria, anche la vita militare; e fu così che il giovin Lara non solo si arruola nella mitica Divisiòn del Norte di Pancho Villa, ma viene pure promosso “capitàn segundo”. Calmatasi la revoluciòn e divenuto ex soldato, il ventenne ex organista, ex pianista di bordello, ex impiegato ferroviario, capisce che non era il caso di tornare alla (forse troppo per bene) casa avita, comandata da un militare e da una maestra (peraltro da lui adorata). E si dà da fare per trovare da campare.

Primo battesimo di “fuoco”…

Lara al piano
Lara al piano

In uno dei Caffè e delle Sale da Tè con musica “dal vivo” (a quei tempi di moda a Città del Messico) fa amicizia con tale “Garbanzo” (cece) allietante i clienti “tocando el piano”. E per somma fortuna del futuro Flaco de Oro, Garbanzo accetta un lavoro più ricco candidando con successo l’amico a suo successore. Agustìn riprende a suonare, ma spera in meglio; la paga è miserrima. E un bel giorno tale Doña Martina, cliente “encantada” di “escucharlo” (ascoltarlo) propone al pianista-cantante di fare un salto all’elegante Club de Señoras “La Marquesa” (altro bordello, ma stavolta di lusso). Agustìn non se lo fa dire due volte, corre al Club e viene testè ingaggiato. Stranezza? No: la “encantada” da Agustìn Doña Martina altro non era che “La Marquesa”. Che si spacciava per vedova di un ufficiale dato per morto durante la solita rivoluzione. Ma vedova non era, tant’è che il risorto marito appare improvvisamente nell’ex nido d’amore, vede come è stato svilito dalla sua Señora e prima di suicidarsi le spara e l’accoppa, ma almeno risparmia Agustìn. Che però perde il posto.

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Canzoni e strage di cuori femminili

Agustìn Lara, leggenda messicana

Ma Lara era ormai entrato nel giro. E se non bastasse suonare, cantare, collezionare amori, comincia a comporre canzoni (richiestogli se esisteva un segreto per comporle rispose: “tener hambre”, patire la fame, e “estar enamorado”). Donne, donne a non finire, grazie alla musica. Perché il giovane artista sapeva di essere “feo” (brutto); ne soffriva, provando uno stato di inferiorità che però scomparve quando si rese conto che “las mujeres”, ascoltandolo, cadevano in uno stato di ipnosi, rimanevano ammaliate. A quel punto, conquistarle, era uno scherzo. Donne, amori, gelosie, non senza rischi e conseguenze, ovvio. La vistosa cicatrice sulla guancia sinistra che decorò il volto del “divo” e conferì altro mistero al suo triste sorriso “alla Bogey”, fu la conseguenza di una bottigliata infertagli da Estrellita, mala femmina della Casa de Camelia minacciata di abbandono.
Altre volte è la donna a pagare, e duramente. Durante una serata radiofonica (sta diventando personaggio) Lara incontra “Carmen”, gli piace, la seduce, lei si innamora, ma lui la lascia e lei si suicida.

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