Giovedì 2 Maggio 2024 - Anno XXII

Le incisioni di James Ensor a Legnano

Ancora fino al 28 giugno, a palazzo Leone da Perego, il segno satirico e pungente dell’artista belga in una rassegna di 188 grafiche. Al castello visconteo, in mostra la giovane Marta Sesana e il realismo esistenziale di Tino Vaglieri

Ensor, I peccati capitali dominati dalla morte, particolare, 1903
Ensor, I peccati capitali dominati dalla morte, particolare, 1903

Un satirico, pungente, visionario James Ensor è esposto ancora per qualche settimana a Legnano, a palazzo Leone da Perego. La storica cittadina del Nord Italia ricorda i centocinquant’anni dalla nascita dell’autore belga con una mostra, aperta fino al 28 giugno, di 188 opere su carta. Gli amanti delle incisioni e dell’arte del Novecento troveranno originale quest’esposizione di lavori grafici che, se trascura di far conoscere il James Ensor pittore, ne mette in luce la forza espressiva e l’abilità del segno nelle stampe, acqueforti e litografie.

Ensor, nato a Ostenda nel 1860 e morto nel 1945, autore poco apprezzato dalla critica nel corso della sua vita, torna d’interesse oggi per il suo lavoro che rilegge la tradizione artistica del Nord Europa, guarda a Hieronymus Bosch, Rembrandt, Goya e apre agli sviluppi espressionisti del XX secolo. Crudo e impietoso, lo sguardo di Ensor diviene denuncia politica e sociale e studio di temi religiosi e morali.

Diffidare delle dottrine

Ensor, Il mio ritratto da scheletro, 1889
Ensor, Il mio ritratto da scheletro, 1889

La mostra di Legnano presenta un James Ensor interessato a più soggetti, dai paesaggi marini di Ostenda alle cattedrali cittadine, dai ritratti alla satira. Certo resteranno più impresse, nella memoria del visitatore, opere come “Alimentation doctrinaire”, critica alle ideologie diffuse dai poteri forti, rappresentati nell’atto di defecare sulla popolazione. Senza mezzi termini, l’aspra vena critica dell’autore si rivolge al clero così come all’ideologia socialista, alla polizia e alla medicina.

Ensor però non dimentica i temi classici della tradizione incisoria, come la rappresentazione allegorica dei sette peccati capitali e studia, affascinato dal lavoro di Rembrandt e Turner, gli effetti della luce. Tratti veloci e di un solare colore arancio disegnano scene dalla vita di Cristo mentre, in un rigoroso e fitto segno in bianco e nero, si ritrova la rappresentazione della città e della folla, in opere come “L’ingresso di Cristo a Bruxelles”.

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Ensor torna a riflettere caustico sulla morte ne “Il mio ritratto da scheletro”, immaginando come sarà la propria silhouette tra cento anni o disegnando scheletri, paradossalmente indaffarati nell’atto di coprirsi e ripararsi dal freddo. Allegorie e visioni difficili da dimenticare.

Tino Vaglieri e Marta Sesana

Tino Vaglieri, Giradischi, 1956
Tino Vaglieri, Giradischi, 1956

La proposta artistica di Legnano, insieme alla mostra di James Ensor e con lo stesso biglietto, porta anche una visita al castello visconteo, poco lontano dal centro storico pedonale e sede di due rassegne italiane. Nello spazio “Dovevaccadere”, dedicato ai giovani talenti, è aperta la personale di Marta Sesana, classe 1981, originaria di Merate, della provincia di Lecco, oggi impegnata nello studio del rapporto tra individuo e massa.

Nei piani superiori del castelli è invece esposta una selezione di ottanta opere di Tino Vaglieri, una ricerca pittorica spesa da realismo esistenziale e informale. Di Vaglieri, che è scomparso nel 2000, si vedono diverse opere di rilievo. La tela si presta a segni e grumi di colore che conservano drammaticità e sofferenza, come per le tele sui minatori, in ricordo della tragedia di Marcinelle. Altre immagini ricorrenti raccontano le periferie urbane e l’emergere del disagio sociale: il cane che abbaia, il camminatore, nelle quali dinamismo, energia, rabbia si ritrovano intatte. Storiche anche le opere del ciclo “Televisione”: la prima fu del ’57, lo stesso anno in cui debuttò, sull’etere italiano, il programma Carosello.

(9/6/09)

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