Venerdì 29 Marzo 2024 - Anno XXII

Miniguida dei 192 Paesi ONU: Uruguay-Venezuela

29ª puntata della presentazione, in pillole, tra storia, geografia, turismo e gossip, degli Stati che fanno parte dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. “Così va il Mondo (almeno secondo l’Onu), cara gent”

Uruguay, Punta del Este
Uruguay, Punta del Este

Uruguay – Dizione più esatta: Republica Oriental del Uruguay.

Sull’Atlantico (mitica, almeno per loro e per gli argentini, la balneare mondana e godereccia Punta del Este) tra Argentina e Brasile, grande poco più della metà del Belpaese ma con solo tre milioni e mezzo di “uruguagi” (di cui una bella fetta di origine italiana). Abitanti sempre meno e sempre più vecchi, datosi che i giovani appena possono se la squagliano (gli va anche bene andare, in traghetto sul Rio de la Plata, a cercar fortuna a Buenos Aires, il che è tutto dire).

Con la grande, drammatica crisi economica (e non) che lo coinvolge, l’Uruguay dimostra che i Paesi nascono, campano, prosperano e muoiono, finiscono male né più né meno come gli esseri umani (salvo il fatto che Paesi e Nazioni possono anche rinascere). Un tempo (fine Ottocento e prima metà del secolo scorso) l’Uruguay fu infatti una “terra promessa” di grande importanza (codici e leggi considerate avanzatissime financo nella colta Europa; vera democrazia, florida economia, Stato laico). E soldi tanti, perché la carne delle pianure della Republica Oriental (e della vicina Argentina) sfamarono (beninteso a pagamento) l’affamata Europa (distrutta da due Guerre mondiali). Poi però il giocattolo si ruppe e adesso l’Uruguay è in braghe di tela.

Tanti i poveri (escluso il giocatore Alvaro Recoba: quanta lira s’è fatto con l’Inter, presidente Moratti juvante). Turisticamente (oltre a Punta del Este, vedi sopra): c’è chi va a caccia e a pesca nella parte occidentale (ricca di acque dei fiumi che vanno nel Rio de la Plata) e qualcuno cerca pure la “naturaleza” in tante aree “selvaggione”. Garibaldi visse a lungo a Montevideo (statua).

La gente di Vanuatu
La gente di Vanuatu

Vanuatu – (Anche lì) arrivò a fine Settecento (ma più di un secolo prima il portoghese Fernandez de Quiròs aveva scoperto l’isola più settentrionale, Espiritu Santu) il grande esploratore Captain Cook (James, non Thomas, quello dell’agenzia viaggi) e prima di finire in pentola alle Hawaii, battezzò Nuove Ebridi questo arcipelago oggi chiamato Vanuatu (la Mia Terra).

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Isole ancora oggi “selvagge” per sessant’anni del XX secolo gestite in Condominium (rivelatosi però un Pandemonium) dalle colonialiste Francia e Gran Bretagna (un’isola uno, un’isola l’altro, salvo Ufate, con la capitale Port Vila). Bella la vulcanica Tanna; a Pentecoste folclore con i nativi che si buttano giù legati a una corda da ardite impalcature. Tribù con più o meno grandi astucci contenenti il pene (e belle danze) sull’isola Malekula.

Le isole dell’arcipelago sono ottantatre per complessivi 12.200 chilometri quadrati con una popolazione di circa 220.000 melanesiani. Turismo: andarci (profumo dei Mari del Sud, ormai raro anche nel Pacifico).

Uzbekistan, Khiva
Uzbekistan, Khiva

Uzbekistan – Con un rinfrescatina alla memoria ci si accorgerà che il posto è meno misterioso di quanto si pensi (e a molti verrebbe anche una certa voglia di andare a visitarlo). Dunque, Uzbekistan, da Stan (terra, paese) degli uzbeki, circondato da altri Stan (Kazakistan, Tagikistan, Kirghizistan, Afghanistan e Turkmenistan). Sempre a proposito di geografia, la vicenda si chiarisce ulteriormente se si fa riferimento al fiume Amudarja e soprattutto al lago che lo riceve.

Trattasi del lago d’Aral, che però ahilui è in via di prosciugamento a causa delle eccessive coltivazioni di cotone che, congiuntamente alla presenza di parecchi minerali, petrolio incluso, non arricchiscono oltremisura ma fanno vivere decorosamente gli Uzbeki (venticinque milioni su un territorio una volta e mezza l’Italia, capitale Taskent).

E si completa l’informazione geografica aggiungendo i nomi di due delle città più importanti dell’Uzbekistan: Samarcanda (World Heritage List dell’Unesco) e Bukhara (Patrimonio dell’Umanità) famosa per i tappeti. Passando a cenni storici, Gengis Khan e Tamerlano servono ulteriormente a localizzare lo Stan degli Uzbeki e infine la precisazione che ci troviamo esattamente a metà strada della mitica “Via della Seta” potrebbe convincere qualcuno a fare un salto nell’Uzbekistan.

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