Giovedì 2 Maggio 2024 - Anno XXII

Pirenei (Spagnoli) a Milano…

Serata ok, ma perché mai, in queste manifestazioni mangerecce organizzate dagli Enti del Turismo, manca sempre un esperto che spieghi e commernti quanto è servito in tavola?!

… e “doverosamente” spiegate!

Le briciole di pane secco sono l'ingrediente principale del Migas
Le briciole di pane secco sono l’ingrediente principale del Migas

Ciò non è ahimè avvenuto (nemmeno) alla “cena tipica pirenaica” (c’erano sì alcune info in un foglietto-menu, ma a mio giudizio assai limitate). E datosi che (vedi sopra) ho financo scritto un Dizionario Gastronomico, provvedo io alla bisogna – seppur a digestione avvenuta – aggiungendo) “cosa c’era dentro” in alcune delle tante buone cose ammanniteci (e non “spiegateci”).

Adobo – Marinatura con (secondo le regioni) peperoni verdi, aglio, aceto, paprika, pepe, cumino, limone, scorza d’arancia, timo, origano, finocchiella.

Chilindròn – (agnello, ma si fa anche il pollo): Umido con cipolla, aglio, peperoni, pomodoro, prosciutto, vino bianco.

Migas – Briciole di pane secco bagnate in acqua o latte e (secondo regioni) fritte con olio, aglio e altri ingredienti (salsiccia, pancetta, uova).

Pacharàn – Liquore (navarro) di Endrina (prugnolo selvatico) anicizzato.

Picadillo – Verdure sminuzzate condite in insalata.

Piquillo – (pimento del): Varietà di peperoni rossi leggermente piccanti.

Xolìs – Insaccato di Leida a forma di 8.

(19/11/09)

Specialità pirenaiche gustate “al buio”…

I pimientos del piquillo sono dei particolari peperoni dolci, leggermente piccanti
I pimientos del piquillo sono dei particolari peperoni dolci, leggermente piccanti

Ma rieccomi sui Pirenei. Serata in un altro albergo “spagnolo” (ma “afortunadamente”, non quello della cena spagnola con zuppa albionica, con contorno di italica pasta); solito workshop (sempre tristarelli, sia chiaro, lo sono tutti i workshop, ma mica si può inventare qualche diavoleria informativa un filino più allegra?) e infine il buffet, ricco, evviva, come da annuncio (sennò mica ci sarei andato) di tipicità palatali di Navarra, Aragòn e Catalunya. E bravi quindi i Pirenei perché assai buona risultò la pappata (in Spagna si sarebbe detto di aver mangiato “de puta madre” o “de pelicula” o “como un cura”).

Ma se non ricercassi la perfezione (il cosiddetto “pelo nell’uovo”, ispanicamente “buscarle tres pies al gato”) che razza di vecchio-antico cronista incazzoso sarei mai? E allora, commento e lamento: perché mai, mentre i gentili ospiti stanno pappando, in queste manifestazioni mangerecce non c’è mai un esperto, o sedicente tale, che – compito invero non difficile, l’ho svolto tante volte e se richiesto l’avrei ben potuto sostenere anche in questo frangente – spieghi e commenti quanto è stato servito? Concordo sulla eccessiva lungaggine del fornire la ricetta di un piatto, ma, suvvia, nominare almeno gli ingredienti non è poi così impossibile (e interesserebbe chi va a queste manifestazioni non soltanto per risparmiare i soldi della cena casalinga).

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