Lunedì 29 Aprile 2024 - Anno XXII

Zoran Music. Venezia d’inverno

La mostra attesa per il 3 dicembre ricorda i cento anni dalla nascita dell’artista dalmata. Immagini della Serenissima, molti inediti, opere dalle origini sino agli anni Novanta

Una foto d'archivio di Venezia sotto la neve
Una foto d’archivio di Venezia sotto la neve

La pittura di Zoran Music torna nella sua Venezia nella mostra attesa per il 3 dicembre all’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti di palazzo Franchetti. Quattro anni dopo la sua morte, che fu proprio nella Serenissima, a cento anni dalla nascita a Gorizia nel 1909, la figura di Music viene riproposta in un’antologia di ottanta opere, dai primi lavori sino agli anni Novanta.

La mostra a cura di Giovanna Dal Bon sceglie oli, lavori su carta, opere inedite, suddivisi in otto sezioni che comprendono i soggetti dalmati, vedute e ambienti veneziani, ritratti e autoritratti. Tanto poco visibile nelle mostre al largo pubblico quanto importante, Zoran Music darà modo al visitatore che arriva a Venezia nei mesi invernali di scoprire un altro punto di vista, sulla città e sulla pittura del Novecento. Le atmosfere sfumate, le suggestioni intense e drammatiche di questi lavori lasceranno un poetico ricordo alla gita, in una destinazione tra le più congestionate d’Italia.

Il viandante

Ida, 1986. Collezione Privata © Zoran Antonio Music-by SIAE 2009
Ida, 1986. Collezione Privata © Zoran Antonio Music-by SIAE 2009

La Venezia negli occhi di Music figura in quattro opere inedite, “Interni di cattedrali”, “Basilica di San Marco”, “Canale della Giudecca” e “Molino Stucky”. Chi abbia voglia di rivedere scene e ambienti della costa adriatica e dell’area a Nord di essa, potrà seguire l’artista nei dipinti sull’isola di Curzola, su Stiria e Carinzia, Trieste e Vienna. Giunto alle “figure grigie” e alle sezione “Sono dovuto tornare a Dachau”, dedicata alle vittime dell’Olocausto, il visitatore potrebbe pensare che resti attualmente difficile esporre Zoran Music.

Deportato a Dachau nel ’44, negli anni Settanta l’artista diceva: “ancora oggi mi accompagnano gli occhi dei moribondi come centinaia di scintille pungenti che mi seguivano mentre mi facevo strada, scavalcandoli. Occhi luccicanti che in silenzio chiedevano aiuto a uno che poteva ancora camminare”. Indimenticabili le figure sofferenti, i cadaveri del campo di sterminio evocano la tragedia senza comunque sconfinare nel parossismo. Seguono le opere degli anni Novanta, i nuovi autoritratti e le tele dedicate alla moglie Ida. (19/11/09)

LEGGI ANCHE  Turismo gay, più vitale che mai

 

Zoran Music. Estreme figure

Dal 3 dicembre al 7 marzo 2010

Venezia, Istituto veneto di scienze, lettere ed arti

Campo Santo Stefano 2842, ponte dell’Accademia

Orario: tutti i giorni, 10- 18

Per informazioni: tel 041 5334420, www.zoranmusic.it

Condividi sui social: