Martedì 23 Aprile 2024 - Anno XXII

Il Myanmar degli scrittori

Myanmar Templi-Birmani

Un paese sfortunato, vessato dai propri governanti e spesso vittima di una natura ostile. Attraverso i Letterati del Novecento che hanno celebrato con romanzi, saggi e poesie l’antica cultura birmana, è oggi consolatorio riscoprire il fascino intatto di questa terra favolosa

Myanmar Lungo il fiume Inle
Lungo il fiume Inle

Myanmar “Profumi d’olio di cocco e di legno di sandalo, cannella e zafferano erano sospesi sull’acqua e nell’aria calda e mossa. Questo è l’Oriente”. È la Birmania vista con gli occhi di Eric Arthur Blair, in arte George Orwell, e raccontata in “Giorni in Birmania”, il suo primo romanzo, nato dalla sua esperienza sul posto dove fu membro della polizia coloniale dell’Indocina degli anni Venti. Da allora poco è cambiato.

Myanmar? Un punto di domanda…

Myanmar Pescatore
Pescatore

Sulla carta geografica del mondo, nel cuore del Grande Oriente, tra Thailandia, Cambogia, Cina e India c’è una terra speciale, a forma di punto di domanda e dalla testa panciuta: la Birmania. Un paese di straordinaria bellezza, fino a poco tempo fa inaccessibile al turismo, che ora ha riaperto le frontiere. Per quarant’anni, infatti, è stato fuori dalle vie del commercio internazionale e ha così preservato una società pre-consumistica.

Qui il tempo si è fermato. Niente telefonini, niente grattacieli, nessuna traccia dell’Occidente moderno. Qui il “longyi”, una pareo di cotone come abito e le “tong”, ciabatte di caucciù ai piedi, sono gli unici indumenti disponibili, ma i colori sgargianti e i tessuti pregiati fanno di chi li indossa dei principi. Con l’immaginaria lente d’ingrandimento del viaggiatore appassionato, scopriamone l’immenso mosaico di culture, valori, tradizioni e bellezze naturali.

Dalle montagne al mare: infiniti paesaggi

Myanmar Le acque del fiume Irrawaddy
Le acque del fiume Irrawaddy

Il Myanmar, il nome ufficiale della Birmania dal 1989, offre paesaggi diversi ed incantevoli: dalle alte montagne alle spiagge stile caraibico. A nord svettano le cime dell’Himalaya, mentre a est si estende l’altopiano di Shan, arido nella sua parte settentrionale e ricco di foreste tropicali in quella meridionale. Verso ovest l’altopiano scende a strapiombo, mentre verso sud si prolunga in rilievi che formano la costa del Tenasserim.

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L’intera linea costiera è bagnata dalle acque tropicali del Golfo del Bengala; ancora più a sud si apre il delta del grande fiume, assoluto protagonista del paese, l’Irrawaddy (la grande “autostrada” d’acqua che rappresenta la via di comunicazione più importante, attraverso cui viaggia ogni tipo di merce, in particolare il pregiato legno teak) e poi le pianure costiere affacciate sul golfo di Martaban; nel profondo meridione si ergono ancora coste alte e rocciose. Il popolo birmano è molto vario, ma un aspetto prevalente accomuna le oltre sessantasette diverse etnie: la cultura buddista che fonda la lotta per la libertà e per la democrazia, ancora non ottenuta, sulla non violenza e sulla resistenza pacifica.

Nella terra di Aung San Suu Kyi

Aung San Suu Kyi
Aung San Suu Kyi

Grande esempio per tutto il mondo è il premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi, da decenni agli arresti  domiciliari; una donna che ha scelto di rimanere nel proprio Paese opponendo una tenace resistenza passiva nei confronti del regime militare. Il percorso storico, politico e sociale del Myanmar è stato infatti molto travagliato, pieno di ferite non ancora rimarginate. Il popolo birmano nonostante tutto  ciò si è conservato gentile, educatamente incuriosito dalla presenza degli stranieri. Viaggiare in queste terre non è considerato pericoloso, ma l’itinerario deve essere organizzato e tutelato da tour operator professionali.

Esiste una grande diatriba in Birmania sull’eticità del turismo, ma è indubbio che lo stesso rappresenti un’ottima chance per favorire la ripresa economica nazionale. Il fascino di una terra ancora selvaggia dove sopravvivono testimonianze di antichissime culture. Come la valle di Pagan, la culla della civiltà birmana. Qui un centinaio di pagode, sparse su una superficie di una ventina di chilometri quadrati, disegnano un paesaggio splendido ed irreale. Questo ed altri numerosi luoghi sacri definiscono il Myanmar il Paese delle Pagode d’Oro.

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Pagode e Buddha dorati

Città di Bagan
La città di Bagan

“Ed ecco ergersi all’orizzonte un mistero dorato, una splendida,  luccicante meraviglia che fiammeggiava sotto il sole, con una forma  che non era quella di una cupola musulmana né di una guglia di un  tempio hindu. ‘Quella è la vecchia Shwedagon’ disse il mio  compagno di viaggio. La cupola dorata disse: ‘Questa è la Birmania e sarà diversa da ogni altra terra che tu possa aver conosciuto”. Così la descrisse Rudyard  Kipling, quando vide la pagoda di Shwedagon, a Yangon (l’odierno nome dell’antica capitale Rangoon) nel 1898. Il lago Inle, noto per i pescatori che remano stando in piedi su una gamba sola alla maniera dei fenicotteri; gli orti galleggianti, le cui “acque sono cosi basse che nelle giornate terse si vede in fondo. È qui che vengono le donne a battezzare i loro neonati”.

Chi parla di questo luogo magico è la scrittrice Amy Tan nel suo libro “Perché i pesci non affoghino”. Un altro luogo di fascino è la collina di Mandalay, con le sue scalinate e con i suoi templi. Scendendo verso sud, al confine con la Thailandia, si trova l’incredibile stupa di Kyaiktiyo, una  delle reliquie più importanti per i fedeli buddisti, posta su un masso interamente ricoperto di foglie d’oro, conosciuta come Golden Rock. Da maggio a novembre, dall’alba al tramonto, un flusso continuo di pellegrini canta dolci preghiere rivolte al Buddha per assicurarsi un futuro migliore. Il richiamo di un sogno lontano travolge e conquista definitivamente chi ha la fortuna di trovarsi in questo luogo.

Dove soggiornare

Malikha Lodge a Putao
Malikha Lodge a Putao

Spa-Zen ad alta quota. Il Malikha Lodge a Putao, nello stato di Kachin, a una quindicina di chilometri da Putao, è un elegante resort circondato dal verde delle selvagge foreste subtropicali del nord della Birmania, ai piedi dell’Himalaya orientale. Numerose le attività da provare: dalle escursioni nella foresta e nei villaggi circostanti, a piedi, in mountain bike o a dorso di elefante. Per i più avventurosi, kayak o rafting, mentre chi preferisce il relax frequenta i corsi di yoga o meditazione, compie nuotate nella piscina di ardesia nera o si tonifica con i  massaggi orientali.

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Sandoway Resort la spiaggia
Sandoway Resort la spiaggia

Spa di mare. Il Sandoway Resort, immerso negli ambienti profumati di giardini tropicali e delle piantagioni di cocco, lungo la candida spiaggia di Ngapali, si trova ad un’ora di volo da Yangon. Il resort è una delle migliori sintesi dell’ospitalità orientale: ville e camere affacciate sul mare, una Spa specializzata in massaggi, aromaterapia, trattamenti  estetici. Per informazioni rivolgersi a  I viaggi dell’Elefante: www.viaggidellelefante.it

Road to Mandalay foto di Robin-Thom
Road to Mandalay foto di Robin Thom

Mystic river. “On the road to Mandalay, where the flyin’-fishes play!” (sulla via per Mandalay, dove giocano i pesci volanti!). Così cantava Rudyard Kipling in una delle sue celebri poesie, dedicate al volto ottocentesco di Mandalay.
Definizione usata da Orient-Express per un’affascinante crociera fluviale lungo l’Irrawaddy. Una lussuosa imbarcazione in stile coloniale scivola dolcemente, costeggiando i principali monasteri e villaggi.

Notizie utili

Il periodo migliore dell’anno per visitare il Myanmar, va da metà ottobre ad aprile.

Ministero degli Esteri Italiano: www.viaggiaresicuri.mae.aci.it

Ambasciata d’Italia a Yangon: www.ambyangon.esteri.it

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