Sabato 27 Aprile 2024 - Anno XXII

“Ma cos’è questa Crisi?”

Dai consigli alla morigeratezza del Cav. De Angelis (quando ci si purgava col Rim) alle varie “crisi” politiche ed economiche attuali. Approfondita “inchiesta” per capire se c’è o non c’è, tra “Cassanate” varie, acquisti a gogò, in centro e in periferia

"Ma cos'è questa Crisi?"

Ho virgolettato il titolo di questo articolo perché così era intitolato un motivo che l’allora Eiar (oggi Rai, ma non cambia nulla, è sempre un carrozzone statale) irradiò nel 1933, opera del compositore, autore e cantante, nonché commendatore, Rodolfo de Angelis. Una canzoncina curiosa, niente male, tant’è che “Ma cos’è questa crisi” è stato definito il manifesto del Futurismo italiano della musica leggera. Lo confermano alcune strofe che oltretutto possiedono una valenza attuale e fanno meditare, ancorché siano trascorsi quasi 80 anni: allora ci si purgava col Rim del Prof. Augusto Murri, mentre oggidì ti purgano i bancari rifilandoti i bond Parmalat e aggiungendo con “facia de palta” che hai pure fatto un affare della madonna.

Valgono anche oggi, dicevo, le parole di “Ma cos’è questa crisi”. E lo dimostro. Canta, ad esempio, Rodolfo De Angelis: “Si contenti guadagnar quel che è giusto e non grattare – e vedrà che la crisi passerà…”. E prosegue. “Chi ce l’ha li metta fuori – circolare miei signori e chissà che la crisi finirà”. Eppoi, al termine di ogni trofa, il ritornello “Ma cos’è questa crisi?” (un motivetto che molti hanno sentito ma probabilmente confuso con una delle tante canzoni di Petrolini).

Alla ricerca dei soliti ignoti

"Ma cos'è questa Crisi?"

E dalla “Crisi” del Cav. Rodolfo De Angelis passiamo a quella attuale (chi i rei? Mah! Proviamo a dire Madoff, i soliti Poteri occulti, la cognata del Dalai Lama, uno zio di Tremonti, un vicino di casa di Veltroni, ma è forse meglio glissare sulla ricerca del colpevole perché, tanto, la foto di una faccia che sia una faccia non viene mai fuori e in Italia, ancor peggio, ci scappa una commissione d’inchiesta che nemmeno dopo vent’anni pubblica la foto di cui sopra). Ma a proposito di Crisi (la ‘nostra’ non quella del De Angelis). C’è o non c’è? Voglio saperlo, una volta per tutte!. E se mai ci fosse, cos’è, com’è, dov’è, quant’è? E stufo di dubbi voglio venirne a capo, inizio un’inchiesta.

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Berlusca, Bersani, Cassano, Galliani …(le solite rime)

"Ma cos'è questa Crisi?"

La Crisi, per esserci, sembra ci sia. “Lo dicono” i giornali e la tivù, lo dice (glielo hanno detto) Di Pietro, lo dice il Berlusca al Bersani, affinché si commuova e non gli voti contro adesso che il Paese è in crisi e ha bisogno di un buon nocchiero per uscirne e il nocchiero che ci vuole è proprio lui (il Berlusca); e “lo dice” il Bersani che sì, la crisi c’è, ma come nocchiero è meglio lui del Berlusca e allora Silvio smammi (“Lo dicono ai tiggì”). E così via. Seppoi si sente la cosiddetta “gente” sembra d’essere all’avanspettacolo milanese anni ’50, tutti a dire “Bambole, non c’è una lira”. E (se c’è) l’avranno lamentata anche il Moratti (Inter) con il Benitez e il Galliani (Milan) con il Cassano, che avranno chiesto loro di venirgli un filino incontro con uno sconticino su quel po’ po’ di buonuscita (cuccata da Benitez per aver corricchiato qualche mese in campagna e da Cassano per la fatica di cambiare spogliatoio). Scherzi dei soldi, pensa tu. Dicono che non ci sono (leggi Crisi) i pirla, ma Cassano ne ha tirati su abbastanza da potersi permettere (senza nemmeno aver studiato a Eton) di mandare a quel paese chi gli pare e così nei secoli dei secoli (perché la manzoniana storia del ravvedimento la contino alle Orsoline: se infatti il Sir di Barivecchia ha già mandato affanculo dirigenti e presidenti a Roma, Madrid e Genova, perché mai non dovrebbe farlo anche a Milano?).

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