Venerdì 3 Maggio 2024 - Anno XXII

Arcimboldo a Milano

Il pittore delle teste più originali del Cinquecento, composte di frutta e verdure, dalla National Gallery di Washington approda nella sua città natale. Una mostra spiega contesto e origine delle opere

Giuseppe Arcimboldo, Vertunno (Ritratto di Rodolfo II), 1590. 
Castello di Skokloster, Svezia
Giuseppe Arcimboldo, Vertunno (Ritratto di Rodolfo II), 1590.
Castello di Skokloster, Svezia

A Giuseppe Arcimboldo, pittore degli inconfondibili volti raffigurati con frutta, verdura e animali, è dedicata l’ultima delle mostre inaugurate a palazzo Reale a Milano. Chiusa da poco l’esposizione alla National Gallery of art di Washington, l’autore più singolare del Rinascimento lombardo viene presentato dalla città che gli diede i natali, nel 1525, con la serie delle Teste, le Stagioni e gli Elementi, in una cornice storica rivisitata. E’ stata Sylvia Ferrino-Pagden, curatrice, direttore del Kunthistoriches museum di Vienna, dal quale vengono alcuni dipinti di Arcimboldo, a volere, insieme al comitato scientifico, un percorso espositivo che può apparire discontinuo, ma ha un obiettivo preciso. Una serie eterogenea di opere spiega da dove abbia avuto origine l’idea delle teste composte. Il Giuseppe Arcimboldo amato dai surrealisti, come dagli studiosi di specie naturali, figura insieme a Leonardo da Vinci, Bernardino Luini, Bernardino Campi, fra dipinti, disegni, oggetti di artigianato. GUARDA LA PHOTOGALLERY

Popolare e colto

Leonardo da Vinci, Testa di vecchio e schizzo di una macchina volante, 1480-1490. 
Venezia, Gallerie dell'Accademia, Gabinetto di Disegni e Stampe
Leonardo da Vinci, Testa di vecchio e schizzo di una macchina volante, 1480-1490.
Venezia, Gallerie dell’Accademia, Gabinetto di Disegni e Stampe

Una punta di attenzione viene richiesta al visitatore per incastonare, sala dopo sala, i diversi elementi del puzzle che porta ad Arcimboldo. I disegni di Leonardo da Vinci e dei suoi seguaci sono il primo passo, dagli studi della fisionomia all’osservazione della natura. La sezione del collezionismo enciclopedico mostra le origini di quella rappresentazione fedelissima di piante, fiori, animali che figura nelle teste composte. Lo stesso Arcimboldo lavorava come illustratore: un’attività diffusa per far conoscere le specie rare, importate in Europa presso le corti e oggetto di collezionismo. La mostra documenta anche la prassi delle “pitture ridicole”, divertissment di figure grottesche, e guarda al contesto storico milanese: esempi dell’operato di Arcimboldo, gli sviluppi dell’oreficeria e della lavorazione di preziosi e testimonianze di feste cittadine. Nel carnevale milanese figurava la tradizione di fantocci costruiti da frutta, salumi e dolciumi: forse un’ispirazione per le teste di Arcimboldo.

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Paradossi per l’occhio

Giuseppe Arcimboldo, L'Acqua, 1566. Vienna, Kunsthistorisches Museum, Gamäldegalerie
Giuseppe Arcimboldo, L’Acqua, 1566. Vienna, Kunsthistorisches Museum, Gamäldegalerie

In tale cornice arrivano, a percorso espositivo inoltrato, le opere più conosciute dell’autore. Estate, Inverno, Primavera e Autunno, nelle diverse versioni date in prestito da Vienna, Monaco, Madrid e Parigi e gli Elementi Aria, Acqua, Fuoco. Arcimboldo realizzò le teste nel periodo in cui lavorò a Vienna nella corte di Massimiliano d’Austria. Sul significato ultimo di questi dipinti gli studiosi ancora si interrogano: nate probabilmente come giochi di stile, realizzate per divertire, finirono con l’assumere una fama crescente e una serie di significati allegorici e politici. Le teste di Arcimboldo stupiscono tuttora per l’abilissima composizione e per un continuo invito a cambiare punto di vista. Così l’inverno ha il collo e il volto sofferente di un tronco d’albero, la bocca di un fungo, il solo vezzo di un paio di limoni come ornamento. L’estate è un volto sorridente, carico di frutti e colori. L’acqua è una complessa sagoma formata da un conglomerato di pesci, molluschi e rettili: solo in questo dipinto sono state identificate sessanta specie. (15/02/2011)

 

Arcimboldo

Milano, palazzo Reale

Fino al 22 maggio

Per informazioni: tel. 02 92800375

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