La fantasia popolare che, a Villacidro e dintorni, tra la pianura di Campidano e il complesso montuoso del Linas a 50 chilometri da Cagliari, ha intrattenuto e spaventato grandi e piccoli per numerose generazioni racconta di individui, prevalentemente donne, ma talvolta anche uomini, insospettabili di giorno e decisamente malvagi di notte.
Il loro segreto, quando non ancora svelato da errori grossolani o somiglianze indiscutibili con esseri notturni di dubbia affidabilità, veniva nascosto, nella loro vita da comuni mortali, sotto lunghi vestiti che, forti delle usanze modaiole decisamente poco audaci, si facevano fidati custodi di una coda, segno distintivo della doppia personalità in questione. Le streghe meno accorte poi si dice portassero unghie molto lunghe che, seppur non motivo di condanna ufficiale, potevano essere presupposto di forti sospetti.
Contro il demonio e le sue paladine
L’antidoto più efficace contro le streghe, inviate terrene di Satana, rimaneva comunque di natura religiosa. Si narra, infatti, che le valli dei monti Omo e Cuccureddu, terra di streghe, fossero anche patria di San Sisinnio, santo venerato come nessun altro dai villacidresi, in quanto impegnato nella lotta contro il demonio. Tanto era il potere nelle mani del Santo che bastava esibire una sua immagine alla strega in azione, per porre immediatamente fine alle sue malefatte. La leggenda che narra della definitiva sparizione delle temibili streghe vuole, infatti, che il santo, legata una di loro ai piedi di un letto, abbia attirato tutte le altre streghe che, in un ultimo gesto estremo, si sarebbero buttate in un fuoco acceso, alimentandolo con tutta la loro prestanza funesta. A testimonianza del miracolo rimane oggi un quadro nella Chiesa al dedicata santo, che lo ritrae trionfante dinnanzi al rogo delle streghe. (07/06/2011)