Torino, assieme a Trieste, è forse la città italiana che ha mantenuto più di altre la tradizione dei suoi caffè storici: Baratti & Milano, luogo caro a Gozzano, Mulassano, dove sono stati inventati i tramezzini, Al Bicerin, dove è nata la famosa specialità a base di caffè, cioccolata e fior di latte che porta lo stesso nome del locale, sono luoghi che ogni ospite della capitale subalpina dovrebbe conoscere per capire qualcosa in più sulla sua storia, anche quella con la S maiuscola.
Certo, tutto cambia, e non si può rimanere fermi a ori e stucchi, a madamine velate e a nostalgie dei bei tempi andati. E le ultime settimane, fra aperture, ritorni e nuove tendenze confermano questa tradizione tutta torinese. Rafforzata dal quotidiano torinese per eccellenza, La Stampa, che all’interno della sua nuova sede di via Lugaro, ha aperto una bella caffetteria. Dove l’aperitivo più apprezzato non poteva che chiamarsi “Prima Pagina”.
Dj set e concerti live non solo per studenti
Il nome del locale allude al mix che si vuole creare fra l’interno di una delle più prestigiose realtà universitarie italiane e l’esterno della città. Uno spazio di aggregazione, dove si mescoleranno studenti e clienti esterni. Il locale è aperto dalle 7 di mattina per le colazioni, poi si prosegue per il break di pranzo con snack, finger food, o servizio ristorante. Cambio di atmosfera per gli incontri del pomeriggio e infine le serate, fino all’una di notte, con musica dei DJ o concerti live. Il concept del locale è firmato da Camst, società leader nella ristorazione, con un investimento di oltre due milioni di euro. La zona caffetteria è curata da Lavazza che ha voluto creare uno spazio ideale per gustare al meglio la cultura del caffè all’italiana.
Al Platti, da ritrovo dell’intellighenzia torinese…
Meno di un paio di chilometri verso il centro della città e là dove comincia la Torino ottocentesca dei portici ecco un indirizzo che è sempre stato un classico ma che vuole rinnovarsi. Parliamo di Platti, caffè-pasticceria fondato nel 1870, caro ai torinesi, anche ai più importanti come Luigi Einaudi o al senatore Agnelli che apprezzava le meringhe. A pochi passi dal locale ci sono due luoghi di culto della cultura torinese, il Liceo D’Azeglio e la storica sede dell’Einaudi in via Biancamano. Nelle sale tutte specchi, stucchi e dorature del Platti sono passati nomi importanti dell’intellighenzia dello Struzzo, dal Divo Giulio (Giulio Einaudi, l’editore) a Cesare Pavese.