Venerdì 29 Marzo 2024 - Anno XXII

Turismo, cosa resta dopo la Bit

Ahi, ahi, ahi, Ministro Bray! L’ennesimo grido di dolore per le sorti del nostro bistrattato Turismo, la massima (a parole) risorsa economica del Belpaese, se ben gestita. Una “gita” finale a Rho-Pero che mette malinconia

Turismo, cosa resta dopo la Bit

Non occorreva certamente la Bit per capire com’è messo male il Turismo nostrano. Se così non fosse, questo baldo magazine mica si adonterebbe oltremisura col ministro preposto, pensante solo ai libri e alle mostre. D’altro canto se un signore ha trascorso un’esistenza tra le enciclopedie – quello è il suo mestiere – mica può d’amblé saper tutto, ma proprio tutto (perché in tempo di crisi occorrerebbe un superesperto con le controballe) su aeroporti, alberghi, panorami da proteggere, trasporti e servizi vari da offrire ai turisti. Quindi occorrerebbe un offelèe fa el tò mestè che, ad esempio, dicesse agli enti locali che la tanto di moda Tassa di Soggiorno è solo, oltre che la più odiosa di tutte, una gran vaccata: ma come! un pover crist viene già a portarti danée, mangiare, bere, dormire ecc ecc, e tu gli imponi pure un balzello medioevale? 

Bray? A dirigere la ‘Bray… dense’

Turismo, cosa resta dopo la Bit

E oltre a non aver bisogno della Bit per lamentare un turismo incoming alla canna del gas (nel dubbio vedi sotto, “lo dice” Gian Antonio Stella sul Corriere, mica un pirla qualsiasi) parimenti (e goffamente) mi ritengo abbastanza addetto ai lavori per non farmi assalire dal pesante dubbio (ma mentre scrivo sembra che il governo, che ha scelto e nominato  il Premier, non arriverà a ‘passare a nuttata’) che con l’attuale ministro del turismo io, forse, ce l’ho un po’ su. E a ‘sto punto, nel dubbio, anziché assolvere-mi, cito chi di Turismo se ne intende per certo (se non la sanno lunga le gazzette cosiddette di settore…) ed ecco quanto sciorina (fresco di forno – e di  inaugurazione della Bit – pomeriggio di giovedi 13 febbraio) il TTG Travel Trade Gazette (a proposito del vituperato ministro).

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Le ‘parole’ (autorevoli e meno) della Bit

Turismo, cosa resta dopo la Bit

Titolo: “Bray e il Turismo sono inconciliabili “(!!) eppoi .….“Inaugurazione Bit. Finché hanno parlato i tecnici o le istituzioni (Sala, Pisapia, Maroni, Podestà, Sangalli, Tajani) le cose erano incanalate in un senso di cauto ottimismo, sia per la Bit che per l’Expo. Sono stati  presentati i progetti, le indicazioni specifiche di azione, mentre i politici hanno auspicato una buona riuscita della manifestazione e del grande evento del 2015. Il dramma è arrivato quando ha preso la parola il ministro Bray. È stato l’unico a leggere, ha elencato dati vecchi, ha insistito su passaggi obsoleti, ha chiarito che nel prossimo decreto ‘valore turismo’ saranno valorizzati i siti Unesco, perché in Inghilterra queste destinazioni hanno registrato un 7% in più di visitatori.
I siti Unesco? Qualcuno gli ha consigliato sottovoce di farsi un giretto per Roma. Altro che siti Unesco. Ripeto pertanto che non occorreva la Bit per sapere come andava il Turismo (e il suo ministro, che, ripeto, mentre scrivo è più traballante di un ciucco, ma in ‘sto Paese vattelapesca, lo saprà chi legge). Oltretutto, solo il mese scorso, ero stato alla madrilena Fitur e capii (dai primi dati che giravano nel Belpaese) che l’anno scorso l’incoming non se l’era spassata (mentre gli spagnoli festeggiavano a la grande un income-danèe, di tutto rispetto). 

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