Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

“Sefarad”, ovvero ‘Spagna Ebraica

I Caminos della storia, le vicende di un popolo e di una fede ora blandita, ora osteggiata, raccontate in una pubblicazione che raccoglie 24 località spagnole che attraverso il tempo hanno ospitato le comunità ebraiche della penisola iberica

"Sefarad", ovvero 'Spagna Ebraica

Assisto a una conferenza di Assumpciò Horta, segretario generale della Red de Juderias de España – Caminos de Sefarad. E ai non hispano hablantes che per di più non avessero buona conoscenza o nutrissero poco interesse per le vicende storico/religiose di Spagna, preciso che le Juderìas, o aljama, sono i quartieri ebraici (in Italia, ghetti, parola di origine venexiana) e in ebraico Sefarad  significa Spagna. La señora Horta, pertanto, dirige un’associazione (sede in Girona, Catalunya) dedicata allo studio e all’informazione sulla presenza ebraica in Spagna, il tutto documentato in un opuscolo descrivente 24 località con huellas (tracce, impronte) israelitiche. Uno stampato che dà la possibilità di percorre un Camino, itinerario, ancorché sia doveroso commentare che i posti da visitare sono disseminati in svariati e lontani punti del Paese, eppertanto è ardua la loro totale conoscenza. 

Storia e presenza degli Ebrei in Spagna

"Sefarad", ovvero 'Spagna Ebraica

Una pubblicazione comunque importante, i Caminos de Sefarad (concisa, concreta e per di più comodamente tascabile) che gli acculturati aficionados alla storia e alle religioni dovrebbero possedere e consultare, prima della partenza per la Spagna eppoi durante il viaggio. Mentre Assumpciò parla, controllo velocemente se le località menzionate sono tutte a me note e (te pareva) ne ho conferma. Non solo, da bravo saputello ne conosco due in più, non presenti nel Caminos, le huellas israelitiche di Ubeda e Valencia (la citata neoamica mi spiegherà che la Red de Juderìas va molto cauta nell’affiliare le località, da cui si evince che la presenza ebraica in Spagna fu ancor più importante e diffusa). Ma è forse il caso (per chi viaggia non solo per buttar via il tempo nel sol y playa, e sembra che, fortunatamente, il loro numero aumenti) di approfondire la conoscenza della vicenda sefardita. Che, nonostante l’etimologia, non coinvolse soltanto la Spagna: l’espulsione degli Ebrei dalla Spagna cambiò infatti anche la storia di altri Paesi, dal Portogallo a quelli affacciati sulle coste orientali del Mediterraneo, in occasione di quella che si potrebbe definire una sorta di Diaspora di ritorno (dal XVII secolo Salonicco, 68% di ebrei, in gran parte sefarditi, fu chiamata la Gerusalemme dei Balcani). 

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"Sefarad", ovvero 'Spagna Ebraica

Anno 1075: nasce Yehuda Ha-Levi (garantente che nel 1130 sarebbe arrivato il messia, ma toppò, perché Moshe Dray, che tale si proclamò in Cordoba, era un falso – 1088: i judios ortodossi decidono dove devono abitare i non ortodossi Caraitas (in arrivo dalle terre arabe) – 1215: il IV Concilio Laterano impone agli ebrei di ostentare un segno distintivo – 1232: Tribunale dell’Inquisizione – 1252: muore Fernando III di Castilla e l’epitaffio sulla sua tomba è scritto in castigliano, arabo ed ebraico – 1256: Bolla del papa Alessandro IV che “concede” al re Teobaldo IV di Navarra di proibire l’usura ai judios – 1266: a Zaragoza si costruisce un ponte sull’Ebro coi soldi delle imposte pagate dagli ebrei – 1278: ancorché re Pedro III proteggesse gli ebrei la Call (ghetto, in catalano) di Girona è saccheggiata per volere del vescovo Pere de Castellnou. 

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