Venerdì 29 Marzo 2024 - Anno XXII

Ritrovati Ostraka presso il tempio del dio coccodrillo

Un gruppo di ricercatori salentini, guidati dal professor Mario Capasso, hanno rinvenuto 167 “Ostraka” di origine greco-romana, presso il sito di Soknopaiou Nesos in Egitto. I reperti ritrovati fanno luce sugli usi linguistici in voga in Egitto durante il periodo romano

Il sito di Soknopaiou Nesos, Egitto
Il sito di Soknopaiou Nesos, Egitto

L’ultimo, sorprendente ritrovamento in ambito archeologico giunge dall’Egitto, ad opera di ricercatori dell’Università del Salento, impegnati in una missione nel sito di epoca greco-romana di Soknopaiou Nesos, nel deserto a nord dell’oasi egiziana del Fayyum. I ricercatori salentini hanno scoperto una discarica di 167 Ostraka (cocci scritti) con testi demotici, cioè propri della scrittura più abbreviata e più corsiva sviluppata dagli antichi egizi. I reperti erano depositati sotto il pavimento a ovest del tempio dedicato al dio coccodrillo Soknopaios.

Con la parola “Ostraka” i Greci indicavano il guscio della testuggine e le conchiglie, ed anche, per estensione, altri oggetti di forma incavata e rotonda come i vasi di terracotta e in particolare i frammenti di tale vasellame. La denominazione si è poi estesa, specialmente nel campo egittologico, anche a frammenti di calcare utilizzati per scritture o disegni.

Il ritrovamento

Alcuni esempi di Ostraka
Alcuni esempi di Ostraka

La scoperta dei 167 “Ostraka” è avvenuta nel corso dell’undicesima campagna di scavo del Centro di Studi Papirologici dell’ateneo salentino, diretta dai professori Mario Capasso e Paola Davoli. “Gli Ostraka contribuiranno notevolmente alla storia dell’Egitto di epoca greca e romana – sottolinea il professor Capasso – e la scoperta conferma che, accanto al greco, nel sito si parlava e si scriveva il demotico, una delle forme dell’antico egiziano”. I 167 cocchi ritrovati sono databili al periodo romano e su ognuno di essi è inciso un nome di persona. Gli archeologici pensano siano nomi di sacerdoti a servizio del tempio. I singoli Ostraka venivano estratti a sorteggio per stabilire la destinazione e gli incarichi dei sacerdoti. “Il rinvenimento è di particolare importanza, non solo per il numero dei materiali recuperati ma soprattutto perché i testi contribuiscono alla prosopografia e alla storia religiosa del sito” conclude il professor Capasso.

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I nuovi reperti sono stati ritrovati dagli archeologici che fanno parte del “Soknopaiou Nesos project“. Il progetto è stato fondato nel 2001 su iniziativa del professor Capasso che dirige il Centro di Studi papirologici dell’Ateneo, ed è finanziato dall’Università del Salento, dal Ministero degli Affari esteri e da alcuni privati, sostenitori dell’associazione omonima. Dopo lo studio topografico del sito, lo scavo archeologico è iniziato nel 2003 e ha portato alla luce centinaia di documenti in greco e demotico e numerosi oggetti come fregi, statuette, amuleti, ma anche sandali in fibra di papiro e una grande spada in ferro con un pomello in ebano perfettamente conservato.

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