Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Monza: la leggendaria Corona del Ferro

corona Il duomo

Un gioiello unico e inimitabile custodito nel Duomo di Monza. Breve storia della Corona Ferrea, oggetto simbolo del potere imperiale che racchiude in sé una storia lunga duemila anni

La Corona ferrea
La Corona ferrea

Nel Duomo di Monza è conservato uno dei monili più importanti della storia. Non è un’esagerazione, è proprio così. Da Carlo Magno a Federico Barbarossa a Napoleone e anche dopo è stato l’oggetto simbolo del potere imperiale ed è sempre stato a Monza, a parte alcuni piccoli viaggetti. È la Corona Ferrea, la cui storia è legata a due regine: Elena e Teodolinda. Elena, che poi diventerà santa, era la madre dell’imperatore Costantino. Nella metà del IV secolo era andata in Terra Santa a cercare reliquie della Passione.

A quanto racconta la leggenda, pare che scavando nel Golgota avesse trovato la croce, asportato i chiodi e lasciato lì i legni. Una volta tornata a Roma, aveva preso due chiodi: con uno aveva fatto forgiare un morso per un cavallo e con l’altro il diadema di un elmo. Aveva donato entrambi gli oggetti a suo figlio, affinché lo proteggessero in battaglia. Secondo la leggenda la Corona Ferrea era appunto quel diadema, che accompagnò Costantino  a Ponte Milvio.

Teo (dosio)
La regina Teodolinda
La regina Teodolinda

Teodosio in seguito portò i due oggetti a Milano, dove era stata spostata la residenza degli imperatori di Roma. Sant’Ambrogio li conosceva entrambi, li aveva visti quando aveva celebrato il funerale di Teodosio. Poi l’elmo con il diadema attaccato era partito per Costantinopoli e lì sarebbe rimasto se non fosse stato per un soggetto un po’ particolare. Si tratta di Teodorico, figlio di un re ostrogoto, cresciuto alla corte di Bisanzio.
Allora si usava, a garanzia della pace tra due popoli, dare in ostaggio persone importanti.

Era capitato a Teo, che a Bisanzio era stato educato alle lettere, aveva studiato il latino e il greco e si era appassionato al bello e alla cultura. Una volta morto il padre, tornato in Italia e divenuto Re d’Italia, aveva chiesto indietro i due preziosi oggetti. I bizantini si erano tenuti l’elmo e avevano spedito in Italia il diadema soltanto. Ed ecco che la corona arriva a Monza, dove Teodorico ha la sua residenza estiva.

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Teo (dolinda)

corona

Ed ecco che arriva la magnifica Teodolinda, illuminata sovrana longobarda, che nel 595 fonda la basilica di San Giovanni Battista (altrimenti nota come duomo di Monza), dove la Corona passa i successivi quindici secoli, salvo appunto i tour che fa per incoronare una sequela di monarchi e imperatori.
Oltre ai già ricordati Carlo Magno, Federico Barbarossa e Napoleone ci sono Corradino di Svevia, Enrico VII, Carlo IV. Carlo V. Alcuni di loro furono incoronati proprio a Monza. Dopo Napoleone e la sua auto incoronazione anche Ferdinando I d’Austria utilizzerà la corona del ferro. Mica era da meno di Napoleone, lui.

Anche i Savoia useranno la corona ferrea, che uscirà dal duomo di Monza per accompagnare le esequie Umberto I, il re d’Italia ucciso dall’anarchico Bresci nel luglio del 1900. La Corona, che è composta di 6 piastre d’oro e tempestata di pietre preziose, è sempre stata troppo piccola per stare comoda sulla testa di un re, ma per millenni ha costituito un oggetto del desiderio per stirpi di sovrani di ogni genere e modello ed è forse il gioiello più importante dell’Occidente, che prefigura, nel suo essere ambito dai monarchi di un intero continente, il concetto di Europa.

Corona Ferrea andata e ritorno della corona (a guisa di cappello)
La cappella Zavattari nel Duomo di Monza
La cappella Zavattari nel Duomo di Monza

Dopo essere uscita per andare al funerale di Umberto I (sulla sua tomba, nel Pantheon, c’è una riproduzione della Corona) ha fatto un viaggio durante la seconda guerra mondiale. Poiché per i tedeschi aveva un grande valore simbolico, il cardinale Schuster pensò bene di metterla al sicuro e la spedì in Vaticano dentro un contenitore che per i monzesi, grandi produttori di cappelli, era ritenuto molto banale: una cappelliera.

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Nel 1946 la Corona Ferrea è tornata a casa e riposa (ma a disposizione di chiunque voglia ammirarla, intrisa com’è di migliaia di anni di vite) nel Duomo di Monza nel bel mezzo della cappella degli Zavattari, capolavoro di pittura lombarda (che sta subendo un capolavoro di restauro) che racconta la storia di Teodolinda, una donna venuta dal passato che custodisce un oggetto il quale da simbolo del potere è diventato metafora di democrazia.

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