Giovedì 28 Marzo 2024 - Anno XXII

Sul treno chiamato jazz da Bari a Martina Franca

Un treno chiamato jazz

Il turismo slow in carrozza piace agli italiani. Il treno luogo d’incontro per stare insieme con modalità differenti. La lentezza del treno per ammirare i paesaggi, i panorami, per gustare prodotti tipici. Nel viaggio sul treno speciale da Bari a Martina Franca si è ascoltato il jazz

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Un treno chiamato jazz, locandina

Il jazz ha viaggiato in treno. Un treno speciale, straordinario, festoso. Percorso: da Bari a Martina Franca e ritorno. Partenza alle 16.25; arrivo alle 18.35. Settembre, giorno 19. Un convoglio affollatissimo non solo di turisti, ma anche di gente desiderosa di godersi la novità, di affrontare una piccola avventura, di vivere appieno l’originale esperienza, di stare in compagnia in modo diverso, ammirando la bellezza paesaggistica, architettonica dei paesi attraversati, godendo i colori, il clima, il calore. In quelle ore milanesi, bolognesi, pugliesi, compresi alcuni stranieri, hanno familiarizzato, si sono scambiati gli indirizzi, qualcuno ha addirittura gettato le basi per un’amicizia; si sono dati appuntamento, degustando prodotti tipici di questa terra ricca di ospitalità e cortesia.

Nuove forme di turismo sui binari

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Un treno storico chiamato jazz, Bari Sud/Est

Negli intervalli tra un brano musicale e l’altro suonato da più orchestre rimbalzavano, s’intrecciavano curiosità sulle prelibatezze assaggiate, sulle caratteristiche dei luoghi, sulla storia del locomotore (diesel, del 1959) che trainava tre carrozze Carminati anni ‘30-’40, con i sedili di legno, una a terrazza del 1903, un bagagliaio del 1940. Reperti storici, insomma. “Le vetture sembrano quelle del Far West”, ha insinuato un patito di Bud Spencer e Terence Hill, ma la battuta è naufragata nelle note di “Summertime”, accolta da applausi fragorosi. Poi, mentre la motrice rallentava e si apprestava all’ultimo sbuffo, un signore con i baffi all’Einstein ha ricordato il Treno Blu della Bèlle Epoque; e tale era almeno l’atmosfera briosa esplosa sul marciapiede e dai finestrini. Un novantenne dal passo traballante, ma dallo sguardo espressivo, vivace, rivolgendosi a un accompagnatore, ha accennato ai tempi della guerra, risvegliati dall’arredo delle vetture, comunque restaurate a dovere e ben tenute.

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Crescono gli itinerari dei treni storici

vapore2Il fascino del treno ci accompagna dall’infanzia. Va bene l’aereo; altrettanto bene il pullman, l’auto, ma vuoi mettere il piacere di andare su rotaie da un luogo ad un altro, con ulivi solenni, vigneti in preghiera, casupole sbrecciate, tetti, muri a secco… che corrono come frecce? Una “madame” dall’aria sognante confessava che tutta la luce bevuta durante il viaggio aveva dato ristoro alla sua anima; che il verde della Puglia, intenso, non lo aveva mai visto da nessun’altra parte. E sollecitava informazioni sul “Valle d’Itria Express”. Tempo al tempo. Gli organizzatori (l’Aisaf di Bari con la collaborazione dell’Associazione culturale musicale “Nel gioco del jazz” e la Scuola musicale Il Pentagramma di Bari) ce la mettevano tutta per spiegare, illustrare, raccontare, soprattutto ai ragazzi, i più incalzanti, insaziabili, alla vista delle immagini esaltanti, scenografiche che la nostra regione può offrire; a cominciare dai trulli con i tetti come i berretti dei maghi delle fiabe, sormontati da pompon o palle da biliardo.

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