Venerdì 19 Aprile 2024 - Anno XXII

Uzbekistan, nel cuore dell’Asia

Uzbekistan

Diario di viaggio in Uzbekistan. Tra città mitiche, steppe, storie sorprendenti, mercati in technicolor e voglia di futuro

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La Torre del silenzio di Chil’pyk (Foto Micaela Zucconi © Mondointasca.it)

L’ Uzbekistan, sperduto nel centro dell’Asia, è da sempre stato crocevia di genti e tappa obbligata per chi proveniva dall’Oriente. A cominciare da Alessandro Magno per continuare con Marco Polo (almeno pare), fino ad arrivare ai Turchi e agli Arabi, a Gengis Khan e ai russi. Un melting pot di popoli, religioni, stratificazioni culturali, che l’Islam, radicato sin dal VI secolo d.C., non è riuscito a cancellare.

La via della Seta incrociava Samarcanda, Bukhara, Khiva con tutto quello che ciò può comportare in termini di scambi commerciali, gastronomici e di costume. Tra l’altro, una nuova via della seta, in corso di realizzazione, attraverserà tutto il Paese fino a raggiungere la Cina. Città leggendarie, steppe sconfinate, campi di cotone intensivi che hanno ridotto drasticamente il livello delle acque del Lago d’Aral, fiumi come l’Amu Darja, che risvegliano lontane lezioni di geografia… L’ Uzbekistan è tutto questo, ma anche colore, architetture, artigianato e un popolo accogliente e spontaneo.

Uzbekistan il museo Savitski e la collezione delle avanguardie russe
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Museo Savistki (Foto Micaela Zucconi © Mondointasca.it)

Dalla capitale Tashkent, il cui aeroporto sembra la trasposizione contemporanea degli antichi caravanserragli, con il suo continuo viavai di indiani e cinesi in viaggio da e per l’Oriente, voliamo al confine con il Turkmenistan, a sud del lago d’Aral. A Nukus, capoluogo della repubblica del Karakalpstan circondato dal deserto rosso del Kyzilkum, ci attende una sorpresa: lo strabiliante museo di Igor Savitski che conserva una delle più importanti collezioni al mondo dedicata alle avanguardie russe. Qui, negli anni bui dell’Unione sovietica, questo studioso e pittore raccolse migliaia di opere degli anni Venti, Trenta e Quaranta, bandite dal regime (a queste si aggiunsero gli artisti locali).

Siamo accompagnati da Bakshillo, il cui nome tagiko-persiano significa “caro ad Allah”, sebbene la sua famiglia parli ormai solo l’uzbeko. La nostra guida parla italiano perfettamente, pur non essendo mai stato in Italia. Vecchia scuola sovietica… una delle cui eredità è aver imposto una scuola dell’obbligo mista fino ai 18 anni, salvando così l’altra metà del cielo da un destino di ignoranza.

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Khiva, la città svuotata da Stalin
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Khiva, la città svuotata da Stalin (Foto Micaela Zucconi © Mondointasca.it)

È tempo di continuare il viaggio alla scoperta dell” Uzbekistan. Attraversando il deserto del Korezm percorriamo strade che si perdono nel nulla, mentre all’orizzonte si staglia improvvisa la “torre del silenzio” di Chil’pyk: una possente fortezza di terra cruda in cima alla quale i seguaci di Zoroastro esponevano i loro defunti. Dall’alto, il paesaggio desertico completamente piatto sfuma nella calura. Le uniche coltivazioni si stringono lungo le rive dell’Amu Darya.

La prossima meta è Khiva, che sembra sospesa nel tempo, racchiusa da imponenti bastioni di fango e paglia. Stalin la svuotò di tutti i suoi abitanti per trasformarla in un enorme magazzino di cotone. Solo negli anni Sessanta la popolazione – ora di circa 800 abitanti all’interno delle mura – poté farvi ritorno. Volendo si visita in una giornata, ma ciò che vale la pena di fare è viverla accanto alla gente del posto, seduti in un ristorante, nelle piazze o passeggiando. Al tramonto frotte di ragazzini sfrecciano in bicicletta o giocano a pallone. Dopo cena raggiungiamo a piedi il nostro hotel fuori le mura, mentre molti locali si preparano a dormire all’aperto, davanti alle loro case, sulle strade di terra battuta, per sfuggire alla calura.

Uzbekistan: alla volta di Samarcanda a bordo del Tav
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Donna ali trucco nel bagno pubblico (Foto Micaela Zucconi © Mondointasca.it)

Tornati a Tashkent, ripartiamo alla volta di Samarcanda, con il nuovo treno ad alta velocità; altri ne verranno inaugurati nel 2016. La modernità qui convive con le venditrici di amuleti del grande mercato traboccante di frutta fresca e secca, verdure, merci. Le venditrici dagli abiti colorati sfoggiano spesse sopracciglia dipinte di nero, fresche di trucco, eseguito da una “estetista” nei bagni pubblici del bazar stesso. Gli effluvi delle erbe medicinali e dell’incenso uzbeko, l’isrik, miscela vegetale che profuma intensamente e scaccia il malocchio, aleggiano tra i banconi e nelle strade.

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L’anima antica dell’Uzbekistan svela la sua grandiosità nella Piazza del Registan, con le madrase monumentali del XV secolo, scintillanti di mosaici. Un complesso iniziato nel 1417 da Ulug Beg, nipote di Tamerlano, dopo le distruzioni di Gengis Khan. Nella città moderna si sviluppano generosamente grandi giardini e parchi ben curati, dove giovani coppie passeggiano mano nella mano.

Da Nurata a Yangikazgan: notte in yurta e tour a dorso di cammello
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Stoffe con ricamo Suzani (Foto Micaela Zucconi © Mondointasca.it)

Nurata, a circa 70 chilometri da Samarcanda, intorno a una sorgente d’acqua pura, ospita sin dall’antichità un luogo sacro. Un bacino raccoglie le acque dove nuotano intoccabili migliaia di trote. Due le moschee, una del X secolo, senza fasti. All’interno le rondini sfrecciano liberamente, posandosi sui davanzali e sul grande lampadario. Nel sito anche i resti di una fortezza ellenistica, si dice costruita dai soldati di Alessandro Magno.

Da qui, proseguiamo alla volta di Yangikazgan, per una notte in yurta, la tipica tenda usata dai nomadi. Al tramonto è d’obbligo un tour a dorso di cammello. Poi, dopo cena, intorno a una grande falò, risuona il canto di uno dei più famosi bardi kazaki. Dopo un lungo tragitto in auto, ecco finalmente la mitica Buchara. La città conserva intatte tradizioni secolari, grazie ad artigiani che tramandano saperi antichi di padre in figlio o figlia, in alcuni casi. In particolare, la tessitura di tappeti e i preziosi ricami Suzani in seta, ad ago e uncinetto. Si impara velocemente a distinguere l’allievo dal maestro: punti piccoli e fitti rivelano la mano esperta.

Tashkent, locomotiva per la modernizzazione
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Tashkent, i palazzi del potere (Foto Micaela Zucconi © Mondointasca.it)

Il viaggio volge al termine. Di ritorno a Tashkent nella capitale, siamo accolti dalle sue architetture ultramoderne, tutte marmi e cristalli. Tashkent guida la modernizzazione del Paese all’insegna di una forte spinta economica e tecnologica, della convivenza tra 130 diverse etnie e di una ormai radicata emancipazione femminile. Sopravvivono ancora lasciti del periodo sovietico, per esempio una spiccata burocrazia e sistemi agricoli basati sui vecchi kolkoz.

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Il presidente uzbeko Islam Karimov, recentemente confermato alla guida del Paese, è al potere sin dal 1991, anno dell’indipendenza, ottenuta dopo il dissolvimento dell’Unione Sovietica. La sua successione, inevitabile considerato che ha 77 anni, pone non pochi problemi. Negli ultimi dieci anni, tuttavia, il paese è cresciuto dell’8 per cento. Leader nelle colture agricole, nella coltivazione del cotone, con importanti risorse di gas, petrolio e carbonio e una popolazione di 31,5 milioni di abitanti, l’Uzbekistan potrebbe avere delle buone carte da giocare.

Cose utili da sapere prima della partenza
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Appunti di viaggio sul treno ad alta velocità (Foto Micaela Zucconi © Mondointasca.it)

Come andare
È necessario un visto turistico della validità di un mese, da richiedere al Consolato Uzbeko, a Roma. Il periodo migliore per visitare l’Uzbekistan è da settembre a novembre e da marzo a giugno. Fuso orario: +3 ore rispetto all’Italia.

Voli. Uzbekistan Airways, offre voli diretti settimanali dall’Italia. Dal 2016: da Roma (martedì e giovedì) e da Milano (venerdì) a Tashkent (tempo di volo 5 ore e 30 minuti). Dal 2016, nei periodi primaverile ed estivo, saranno attivi anche voli diretti Milano-Urgench (Khiva). www.gsair.it

Itinerari e organizzazione “sul campo”

Dolores Travel Tour Operator copre tutte le mete interessanti del Paese, con diversi itinerari mirati, occupandosi dei visti, dell’ospitalità e dei trasporti. Plus: le guide parlano italiano. www.sambuh.com

Assicurazioni viaggio. È sempre consigliabile stipulare un’assicurazione che copra gli eventuali rischi di viaggio, prima di partire. Europ Assistance, tra i leader mondiali nel settore dell’assistenza privata, con la polizza “Viaggi Nostop, Vacanza di breve durata”, garantisce una copertura in tutto il mondo completa ed efficace, anche per i viaggi più avventurosi. Dai bagagli e attrezzature al rientro organizzato e senza limiti di spesa in caso di problemi di salute, all’interprete, alla possibilità di continuare il viaggio a seguito di inconvenienti. www.europassistance.it

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