A quasi duecentoquarant’anni di distanza dal 25 marzo del 1776, data in cui Ferdinando IV di Borbone, Re delle Due Sicilie, fondò la Real Colonia di San Leucio, a pochi chilometri di distanza dalla Reggia di Caserta, si tornerà a tessere la seta che ancora oggi decora i salotti di tutto il mondo.
Dal Vaticano al Quirinale alla Casa Bianca la seta di San Leucio viene anche utilizzata per realizzare le bandiere americana e inglese.
La ripresa delle attività di tessitura viene comunicata da una famiglia di imprenditori casertani, il “Gruppo Letizia Spa”. In una nota si annuncia che “I telai torneranno nuovamente in funzione da questo dicembre nei capannoni dell’Antico opificio serico”. Un’operazione di “reinsediamento” più che di recupero. Le antiche fabbriche hanno da tempo delocalizzato gli impianti. Per il Gruppo Letizia la ripresa delle attività è più “una sfida culturale, prima ancora che industriale”.
San Leucio fondata sulla seta
San Leucio fu fondata ufficialmente il 25 marzo del 1776 da Ferdinando IV di Borbone. Chiamò a Caserta i migliori maestri tessitori italiani e francesi con il dichiarato obiettivo di produrre seta che superasse in bellezza quella prodotta allora a Lione.
L’innovazione, però, non fu solo industriale. Ferdinando IV creò una vera e propria comunità. La dotò di Statuto che fissava principi di socialità ed eguaglianza. Cose impensabili, ma ritenuti all’avanguardia alla fine del Settecento.
I lavoratori, oltre all’assegnazione di una casa dotata di servizi igienici, avevano diritto alla formazione gratuita: una sorta di prima scuola dell’obbligo. Oltre a una cassa “di carità” e all’assistenza per anziani e infermi. Grazie anche a queste condizioni di vita, decisamente superiori a quelle di molti lavoratori dell’epoca, la produzione di seta crebbe in pochissimo tempo. San Leucio si trasformò da semplice “colonia”, a termine di paragone per l’eccellenza della tessitura.
I vecchi telai torneranno quindi a fare i loro rumori e, soprattutto, a produrre. Il “Setificio Leuciano”, oltre alla produzione della seta dovrà realizzare anche un laboratorio di ricerca ed una fabbrica di componenti in fibre composite negli immobili acquistati nel corso di un’asta giudiziaria. I due siti produttivi sono già in avanzato stato di ristrutturazione, mentre è già aperta al pubblico l’ala dello showroom per l’esposizione e la vendita delle stoffe.