Giovedì 18 Aprile 2024 - Anno XXII

L’Art Brut di Jean Dubuffet: segreto, silenzio, solitudine

Dubuffet Losanna Art Brut

Losanna festeggia i quaranta anni del suo più particolare museo, l’Art Brut. Un’occasione per visitare la capitale olimpica sul lago Lemano. L’art Brut de Jean Dubuffet, aux origines de la collection” attraverso cinquanta opere selezionate dallo stesso Dubuffet.

Dubuffet Losanna ingresso museo Art Brut
Losanna ingresso al museo Art Brut

Viaggio a Losanna Capitale Olimpica, sul lago Lemano. Nel cuore dell’Europa, la capitale del Canton Vaud, pulsa con due anime: da una parte, si attesta sempre più come meta di turismo business attorno alle sue multinazionali, alle oltre cinquanta federazioni sportive internazionali, ad una molteplicità di start-up, di università e di centri di ricerca di fama mondiale. Dall’altra mantiene la capacità di sedurre i sensi attraverso la sua corposa agenda culturale: un’offerta museale diversificata, concerti di ogni tipo, opere e balletti, palazzi, ristoranti alla moda e i boutique hotel che si sono moltiplicati negli ultimi anni.

Al museo dell’Art Brut le opere di Dubuffet
Dubuffet Losanna
Losanna

Losanna, capitale della seconda regione economica più dinamica del Paese, dimostra un impegno di lunga data in favore dello sviluppo sostenibile: può essere visitata facilmente utilizzando i mezzi pubblici, a piedi o in bicicletta. Un’occasione per esplorarla è il quarantesimo anniversario del museo dell’Art Brut. Per l’importante anniversario, Losanna propone ora l’esposizione “L’art Brut de Jean Dubuffet, aux origines de la collection”: più di cinquanta opere selezionate dallo stesso Dubuffet.
E’ una bellissima occasione per misurare tutta la portata critica di questo tipo di arte e per scoprire una città che sa sempre stupire.  Un’avventura iniziata con un sogno: il pittore Jean Dubuffet, che aveva frequentato l’Accademia di Belle Arti, tenta invano di liberarsi da ciò che ha imparato. E’ alla ricerca di una pittura libera, non accademica. Esiste da qualche parte una diversa maniera di fare arte, ne è convinto, ma dove?
Dubuffet inizia a cercare nell’arte popolare che implica la conoscenza di un heritage culturale e inizia dunque a raccogliere statuine, oggetti ex voto, ecc. Sente che non è sufficiente, deve andare oltre: decide cosi di cambiare strada alla ricerca di creazioni autodidatte e singolari, espressione di una individualità e non di una conoscenza condivisa. Va cosi in Africa, nel 43, per tre volte, dove raccoglie opere di arte locale, ma neanche questa soddisfa la sua ricerca. Il padre Patrick, suo amico, gli regala i disegni degli indigeni raccolti durante gli anni della sua missione in Nuova Guinea, ma neanche questo soddisfa la ricerca di Jean Dubuffet. C’è altro da trovare.

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Dubuffet. L’arte della pittura per proteggersi dalla vita
Dubuffet Art_Brut_Collection_copyright_Christof_Schuerpf
Una sala del museo della collezione Art Brut (foto copyright Christof Schuerpf)

Prova dunque negli ospedali psichiatrici, entra in contatto con i medici che li dirigono e scopre cosi che esistono, all’interno, dei piccoli musei che raccolgono le opere dei pazienti. Tramite gli ospedali di Saint – Alban- Sur – Limagnole,  Limoux,  Agen e poi fino in Brasile, nella clinica di San Paolo, Dubuffet riesce finalmente a trovare l’arte che cercava: disegni e pitture realizzati nel segreto e nella solitudine da persone che non sanno di essere artisti. “L’art ne vient pas se coucher dans le lit qu’on a fait pour lui; il se sauve aussitot qu’on prononce son nom: ce qu’il aime c’est l’incognito. Ses meilleurs moment sont quand il oublie comme il s’appelle”, sostiene Dubuffet.  Tre ‘s’: segreto, silenzio, solitudine, segnano l’Art Brut. Ma Dubuffet sente che deve spingersi ancora oltre: va a cercare nelle opere “medianiche” realizzate da persone guidate da un particolare spirito. Non sono loro a dipingere, ma il loro spirito guida (nel nord della Francia nel XX secolo era molto diffusa la credenza di farsi guidare dagli spiriti per creare).
Incontra così personaggi come Fleury Joseph Crepin, convinto che la guerra si sia fermata grazie ai suoi dipinti fondati sul principio della simmetria. La pace fu siglata il 7 maggio del 43, giorno in cui Fleury Joseph Crepin completò la sua trecentesima opera.
Dubuffet riesce cosi a mettere in piedi una collezione unica al mondo e ad affermare un nuovo concetto di arte: l’Art Brut, realizzata da artisti che non hanno mai pensato di esporre, persone che si sono rifugiate nell’arte per proteggersi dalla vita. L’intera collezione fu donata da Dubuffet alla città di Losanna, che le ha dedicato un luogo particolare: lo chateau di Beulieu. Questo accadeva quaranta anni fa.

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