Le vicende del Nord Africa e del Medio Oriente ci insegnano che non esiste perimetro in cui definire la sicurezza o l’insicurezza di un luogo. Da qualche parte bisogna partire o ripartire. Imparando così a conoscere il mutamento globale. Sei ore di volo da Venezia sono sufficienti per arrivare in un altro mondo. Questa è stata la sensazione provata appena giunti in Qatar, il piccolo stato in pole position tra gli emirati emergenti in cui investire nei prossimi anni. Un Paese che merita di essere visitato anche con un lungo week end, utilizzando la Qatar Airways, la compagnia di bandiera, che per la terza volta consecutiva ha vinto il premio come Compagnia dell’Anno. I collegamenti sono stati perfezionati e recentemente è stato introdotto il volo dalla Serenissima con aerei di ultima generazione. Sia in business che in economy il servizio è eccellente con il vantaggio luxury della prima e l’on demand: a richiesta il personale di bordo vi porta qualsiasi cosa abbiate voglia. Aspettando la coppa del mondo Fifa 2022 il Qatar è in continua evoluzione, ovunque cantieri aperti. Il paese cresce a una velocità vertiginosa.
Forte la relazione con l’Italia e la provincia di Rovigo
Una certa diffidenza verso il Qatar, una destinazione che cattura l’attenzione anche per le sue contraddizioni, è apparentemente naturale. Eppure la relazione con l’Italia e con la provincia di Rovigo è molto stretta. Ogni cinque giorni arrivano navi catarine dal porto di Ras Laffan che forniscono gas al terminal al largo delle coste di Porto Levante. Laggiù evidentemente si investe e si fanno affari. E forse far parte di una delle comunità più dinamiche ed emergenti non è solo un’intuizione. Anche un numero sempre più crescente di persone parte in cerca di fortuna: la comunità degli espatriati italiani sono circa mille e cinquecento persone.
Il primo contatto con il Qatar ha il suo punto di partenza più classico appena, all’atterraggio, si avvistano le luci dell’aeroporto adagiato in riva al mare e, a fianco, si intravede la gigantesca cupola blu come uno zaffiro della moschea. Doha, la capitale, dista appena mezz’ora di strada e proprio qui risiedono più di un milione e settecentomila abitanti. In tutto sono circa duemilioni e 500 mila in un territorio grande pressappoco l’Umbria e racchiuso in una piccola penisola incastonato tra l’Arabia Saudita e per il resto circondato dal Golfo Persico.
Qatar: skyline dalle architetture audaci
Le dune di sabbia hanno lasciato posto ad una architettura audace che mescola tutti gli stili. Tra i più originali le torri a Zigzag che sembrano sospese tra cielo e mare e la rosa del deserto. Solo una trentina di anni fa era un villaggio di pescatori, oggi si affollano grattacieli, grandi alberghi, musei come quello Nazionale e dell’arte islamica: nei quattro piani sono concentrati la storia e le tradizioni. Dal punto di vista politico il fulcro del potere è nella capitale, dove si trova la sede del governo, il cui capo è lo sceicco Hamad bin Khalifa al Thani e le cariche più prestigiose appartengono tutte alla famiglia. In contrasto con gli sfavillanti hotel e centri commerciali, il Souq Waqif ammalia con i suoi colori ma soprattutto per la diversità di capitale umano seduto nei locali e boutique ristoranti. Un incessante brulicare di persone dove anche i bambini si divertono a giocare con futuristici e costosissimi skateboard. Le serate si trascorrono all’aperto in un’atmosfera particolarmente effervescente. Il venerdì è strapieno. La gente del posto ama fumare la shisha che rappresenta uno dei passatempi più tradizionali e rilassanti. Nei caffè, sprofondate in poltrone e tra i cuscini non è insolito vedere gruppi di donne intente nell’atto sociale del fumo e soprattutto in quello di stare perennemente connesse e incollate all’immancabile smartphone di ultimo grido. E’ l’occasione ideale per osservare il viavai della folla.
Una fuga nel deserto tra dune di sabbia color cipria
Nei vicoli si scorgono gallerie d’arte e antiquari. Le perle più preziose si acquistano a peso. L’aria è satura degli aromi delle spezie. I sacchi di juta straripano di mirra e di oud, il legno fragrante. I profumi che si sentono sono ricercati e per nulla dozzinali. Si aggirano anche ragazze con il niqab, la copertura del viso. Una di loro ci svela che indossarlo è una individuale interpretazione della Sunna: che solo il marito e i parenti stretti possono vedere la bellezza che si nasconde. Suscita curiosità negli uomini. Al souk qualunque cosa acquistiate non è d’obbligo la contrattazione: i prezzi sono esposti in bella vista e quelli rimangono.
Nessuno vi chiamerà per offrirvi un thè non fa parte del gioco. Una sosta la merita il mercato dei falchi.
Nel tempo che rimane si può scappare dalla città per una fuga nel deserto. A circa un ora di strada dalla capitale e dopo aver percorso superstrade lastricate di pozzi di gas si raggiungono le sospirate dune di sabbia color cipria. Il deserto qui è un’esperienza imperdibile: l’Inland Sea, il mare interno che con le dune di sabbia e il gioco delle maree crea uno spettacolo unico dove tuffarsi e perdersi nel silenzio.
Carnet di Viaggio
Doha è una metropoli internazionale che si comprende iniziando con una passeggiata sulla Corniche e proseguendo a West Bay, nel quartiere degli affari fino al The Pearl nato su un’isola artificiale. Già che ci siete prendete un thè nella nuovissima sala del Marsa Malaz Kempinski l’hotel è stato aperto da circa un anno ed è un concentrato di lusso assoluto con lampadari di Murano e opere d’arte sparse ovunque. Suite reali e imperiali da togliere il fiato. Per le curiosità chiedete informazioni al giovane Gian Luca Forloni, responsabile marketing che saprà spiegarvi tutto.
Per il pranzo la sosta d’obbligo è all’Antica Pesa, la succursale del rinomato e omonimo ristorante romano dove sono passate tutte le star mondiali. La terrazza si affaccia sui canali di una Venezia replicata sul Golfo Persico. Il giovane chef siciliano, Marco Calcaterra cucina ottimi spaghetti cacio e pepe, mozzarella in carrozza, frittura di pesce eccellente la selezione. Apprezzati anche dai locali.
Molto chic è l’hotel Sharq Village, il resort con le sue lussuose villas immerse nel verde di un giardino. Due piscine, spiaggia privata e bel mare. Da provare i ristoranti Al Liwan con i piatti tradizionali orientali e libanesi. E il Parisa, ristorante con eccellente cucina persiana. Il tavolo giusto è sulla terrazza con vista spettacolare sullo skyline della città.
Dato che il trattamento benessere è diventato ormai una vera necessità e sempre più numerosi sono i viaggiatori che lo aggiungono al proprio elenco di cose da fare, dopo la tintarella e lo shopping prenotate alla Six Senses, la spa dello Sharq dove lasciarsi andare al benessere di corpo e mente.
By night: W Hotels noto come Dabliu fa parte della catena Starwood ritrovo dove divertirsi la sera, ascoltare musica e con il passaporto si possono bere alcolici.
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