Giovedì 21 Novembre 2024 - Anno XXII

Praslin, Mahé, La Digue. Nel Paradiso delle Seychelles

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Un arcipelago di 115 isole, le Seychelles godono di una vegetazione lussureggiante. Si trovano enormi rocce granitiche, spiagge bianchissime orlate di verde e di azzurro: un vero giardino dell’Eden

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La spiaggia di Mahé e le noci di cocco

Nell’arcipelago delle Seychelles si trovano isole piccolissime e isolate, altre grandi, ricche di ogni comfort e ben collegate tra loro. Le tre più famose, imperdibili in ogni viaggio alle Seychelles, sono Mahé, Praslin e La Digue. “Isola delle palme” era stata chiamata all’inizio Praslin, una delle più famose e più belle delle isole Seychelles. E doveva davvero essere tutta coperta di palme quando fu scoperta alla fine del 15º secolo, durante il periodo delle grandi spedizioni per mare. Come i navigatori del ‘500, i moderni esploratori sono affascinati ancora oggi dalla vegetazione di Praslin: meravigliosa, lucente, ricchissima. È questo uno dei tesori delle Seychelles, l’arcipelago di 115 isole situate nell’Oceano Indiano, pochi gradi a sud dell’Equatore, a nord del Madagascar. Pur nella diversità, le accomuna il fatto di essere le uniche isole granitiche oceaniche. Probabilmente la loro origine risale al distacco, 150 milioni di anni fa, dall’antichissimo unico continente Gondwana, di enormi frammenti di roccia granitica. Come “arche di Noè”  scintillanti, queste isole/frammento galleggiano nel blu dell’Oceano Indiano, portando con sé memoria di un passato remotissimo ancora intatto.

Praslin, la Vallée de Mai patrimonio Unesco e il Coco de mer
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Praslin e il famoso Coco de Mer; il seme di palma più duro e più pesante al mondo

La testimonianza più sorprendente è al centro di Praslin, nella Vallée de Mai, riconosciuta patrimonio Unesco dal 1983. Inoltrarsi in questa valle è come entrare in una foresta primordiale, quella degli albori del mondo. Foglie e tronchi enormi, palme alte 25 metri, radici giganti, felci grandi come alberi, un soffitto verde di vegetazione che quasi copre la luce fortissima del sole. Spettacolari sono le tante specie endemiche di flora e di fauna e soprattutto il famoso Coco de mer, il seme di palma più duro e più pesante del mondo (arriva a pesare 18 chilogrammi!)  che si trova solo a Praslin, dalla forma curiosissima di un bacino femminile. Foto imperdibili ovviamente, ma guai a chi osa asportare semi, fiori e foglie da questo parco protetto.

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Praslin, pescatore

I Seychellesi sono molto attenti a salvaguardare il loro territorio, anche perché sanno che proprio questo è uno dei motivi di maggiore attrazione turistica. Praslin ha tanti altri tesori che meritano il viaggio. Se non si vuole affittare la macchina e se non si vuole spendere un patrimonio in taxi, la soluzione perfetta è il bus pubblico, che porta praticamente ovunque e permette di godere panorami mozzafiato, strade avventurose, scorci incantevoli sull’oceano senza fare la fatica di guidare.
Qualche lunga passeggiata a piedi farà apprezzare ancora di più la scoperta, come ad Anse Lazio, nel nord, una delle spiagge più belle del mondo, quintessenza di spiaggia equatoriale, lunghissima, bianchissima, palme luccicanti che scendono sulla sabbia, enormi massi di granito, mare blu, verde, turchese, cobalto in un tripudio di colori.

Escursione tra tartarughe giganti e uccelli in cova
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Isole di Curieuse dove si incontrano tartarughe giganti e uccelli in cova

Da Praslin un’escursione da non perdere è quella che porta a Cousin, un altro parco protetto che si visita solo con la guida seguendo i sentieri: tartarughe giganti e uccelli in cova. La stessa escursione porta anche all’isola di Curieuse, famosa per una  colonia di tartarughe giganti, e all’isolotto di Saint Pierre dove ci si dedica allo snorkeling. Non bisogna dimenticare infatti che i parchi delle Seychelles sono sopra e sotto il mare. Un vero acquario vicino all’isoletta di Saint Pierre: pesci colorati, tartarughe marine, mante.
A La Digue un parco protegge la famosa Anse Union dove si apre la Source d’Argent, il tratto di costa più famoso e fotografato di tutto l’arcipelago, dove è stato girato il film Castaway. Blocchi giganteschi di granito nero, grigio, rosa, miracolosamente sospesi a mezz’aria o conficcati per terra come dinosauri o elefanti immobili ammassati uno sull’altro: le profonde scanalature verticali sembrano zampate di un mostro preistorico. Si cammina senza fiato in un paesaggio fantastico. In alto le palme lucenti, sullo sfondo l’azzurro/verde incredibile del mare bordato dalla schiuma bianca del reef.

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Inquadrature uniche per gli appassionati della fotografia

A ogni passo una nuova inquadratura per fotografi impazziti.

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La Digue, un parco protegge la Source d’Argent

Ma sarebbe un errore andare a La Digue solo per una breve escursione e per fotografare la Source d’Argent. Questa piccola isola che si gira praticamente a piedi o un bicicletta, riserva altri scorci magnifici: la punta nord, dove si scontrano due variazioni di spiagge sull’oceano, quella lunga, bianchissima, orlata di acque calme e basse, che va sfumando nell’azzurro/verde lontanissimo e quella aspra, che fa paura, battuta da onde vorticose, orlata di schiuma.
Mahé invece è l’isola più grande dell’arcipelago, dove si trova Victoria, forse la capitale più piccola del mondo.

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Mahe, il ristotante Marie Antoniette, monumento nazionale

Anche a Mahè una rete capillare di bus porta su e giù, dall’altezza del Morne, il picco più alto di 900 metri, alla sabbia bianca dove si piegano le palme. Anche qui, in dimensioni più grandi, panorami mozzafiato, vegetazione brillante e rigogliosa, improvvisi scorci sull’oceano, profumo di frangipane e vaniglia, barche colorate dondolanti sull’acqua. In più Mahè ha qualche luogo da non perdere per sognare il passato: la Kreol House,  ora Istituto di cultura creola del 1920, al centro di una ricchissima piantagione di palme da cocco e cannella e il ristorante Marie Antoinette, monumento nazionale in un’antica ricca casa del 1862, dove si fermò Stanley dopo il suo incontro con Livingstone in Africa: cucina creola in un’affascinante atmosfera coloniale.

Le isole Seychelles tra francesi, inglesi e pirati
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Mahe, mercato

Passate di mano nel corso dei secoli le Seychelles rivelano nella lingua ufficiale, il creolo, variante dialettale del francese, e nei nomi geografici, la lunga presenza francese dalla fine del 17º all’inizio del 19º secolo (quando subentrarono gli Inglesi). Non solo le corone francesi e inglesi, ma anche pirati e corsari nella storia delle Seychelles. La leggenda vuole che il famoso corsaro La Buse, condannato all’impiccagione, dal patibolo lanciasse un messaggio cifrato che indicava il nascondiglio del suo fantastico tesoro ricavato dai saccheggi di navi sulla via delle Indie. Che ci sia ancora qualche tesoro nascosto tra le rocce di granito e sotto la sabbia bianchissima delle Seychelles?

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Mahe, tramonto

Come arrivare: per giungere alle Seychelles dall’Italia si fa uno scalo intermedio secondo la compagnia scelta: ottima la compagnia Etihad partner di Alitalia, con scalo ad Abu Dhabi.

Dove dormire: non solo hotel cinque stelle di solito scelti da coppie in viaggio di nozze, ma anche bungalow con uso cucina, e ottimi appartamenti privati dotati di ogni comfort, arredati con gusto e spesso più comodi e meglio posizionati dei grandi hotel.

Dove mangiare: interessante la cucina creola,  che si può sperimentare in numerosi ristoranti, di solito piuttosto cari. Aromatizzata e mescolata come la sua gente, usa molte spezie,  piccanti e non, salse di cocco e si basa prevalentemente sull’abbondanza di pesce, crostacei  frutti di mare.

Informazioni: Seychelles Tourism Board, www.seychelles.travel
Ottimo e specializzato il T.O Seyvillas, www.seyvillas.com, per crociere alle Seychelles ottimo il T.O. Horca Myseria di Milano, www.horcamyseria.it

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