Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Eataly: i primi dieci anni di eccellenza enogastronomica italiana

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In attesa di festeggiare il decimo compleanno, Eataly Torino si rinnova con la nuova cantina da 5 mila etichette. “Bisogna avere coraggio per cambiare” dice Oscar Farinetti, patron di Eataly che conta una trentina di sedi in Italia e nel mondo. L’ultima è stata aperta il 17 novembre a Copenaghen

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Oscar Farinetti, ideatore e patron di Eataly

Era il 27 gennaio 2007: Eataly apriva a Torino Lingotto in un luogo simbolo della storia enologica torinese e italiana, l’ex stabilimento del vermouth Carpano. Debuttava l’idea vincente del patron Oscar Farinetti per proporre al pubblico l’eccellenza enogastronomica italiana. In questi dieci anni Eataly ha aperto moltissime sedi in Italia e nel mondo. Da New York a Tokyo, dalla Turchia agli Emirati Arabi sono oggi una trentina i punti vendita. Il 17 novembre si è aggiunto il nuovo store di Copenaghen, il primo nel Nord Europa. Duemila metri quadrati nel cuore di una città la cui offerta gastronomica ha fatto tendenza negli ultimi anni in Europa. La sede di Torino mantiene però ancora oggi il suo ruolo centrale di casa madre ed è il cuore pulsante di tutta Eataly. Anche per questa ragione, in attesa di festeggiare il decennale, Oscar Farinetti, dopo il reparto dei dolci, dei latticini e l’angolo dell’olio extravergine di oliva ha voluto rinnovare il grande piano inferiore dello store torinese. “Bisogna avere il coraggio per cambiare e sono orgoglioso che Eataly Lingotto l’abbia avuto”, ha detto l’imprenditore nel corso dell’affollata inaugurazione della nuova Cantina, che offre adesso agli appassionati oltre 5000 etichette provenienti da più di 30 paesi.

Eataly Torino: lo spazio dei vini, delle bollicine e della birra

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Spazio bollicine

Si viene accolti dallo Spazio Bollicine, ideale vetrina per le migliori espressioni del metodo classico dagli champagne ai Trento ai Franciacorta. Non mancano i prosecchi e spumanti metodo Charmat. Poi si accede allo spazio centrale, dove si fa un’entusiasmante cavalcata fra i vini di 40 regioni vinicole del mondo, con una particolare attenzione alle eccellenze piemontesi, Barolo e Barbaresco in primis. Nella Zona Cult sono conservate le annate più preziose, tra le quali le 10 annate storiche di Barolo del secolo scorso.
Non poteva mancare un’ampia selezione di birre italiane e internazionali: ben 11.000 bottiglie, con una grande rappresentanza di birre artigianali italiane.
E, dopo New York e Roma, arriva anche a Torino la Birreria di Eataly con una carta di 40 etichette e 16 birre alla spina da accompagnare agli hamburger nelle versioni carne, pesce o verdure, alle fritturine o ai crostini sfornati dalla panetteria interna.

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Pane vino e formaggi come nelle vecchie osterie

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Oltre al bancone della birreria, la Cantina di Eataly propone a chi vuole mangiare il nuovo wine bar “Pane & Vino” dove degustare un calice di vino accompagnato da un tagliere di formaggi, salumi e altre stuzzicherie. Senza dimenticare che in fondo alla cantina continua ad esserci Casa Vicina, il ristorante stellato di Eataly. Claudio Vicina, quarta generazione in cucina, con la moglie Anna e il fratello Stefano, responsabile di sala, offre la garanzia di una cena gourmet legata alla tradizione piemontese e canavesana.
Un piccolo consiglio finale: prima di lasciare la Cantina, date un’occhiata alla zona di stagionatura dei salumi e dei formaggi. Dal Culatello di Zibello al Castelmagno potrete osservare e odorare tante eccellenze dei territori italiani in un angolo ricco di fascino.

Info: www.torino.eataly.it

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1 commento su “Eataly: i primi dieci anni di eccellenza enogastronomica italiana”

  1. EATALY era già aperto nel 2006 se non addirittura nel 2005, ed inizialmente aveva una connotazione molto di tradizione casereccia e di snobismo culinario che ci si collegava a questo. Oggi invece sotto la parvenza di qualità bisogna fare attenzione a cosa si compra e poi era più una vetrina, chi lo ha reso una specie di bazar o di spaccio dove trovi cose variegate si beffa dei clienti riducendo di molto la qualità e la speculazione del discorso tradizioni italiane è palesemente troppo fuorviante, non è più quello di una volta. Luogo triste e di penosa decadente copia dei centri commerciali.
    Selezionate bene i prodotti e non date per scontato che ci sia qualità, sul fresco soprattutto.

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