Domenica 28 Aprile 2024 - Anno XXII

I collezionisti che amavano Cézanne

A Firenze, Egisto Paolo Fabbri e Charles Alexander Loeser iniziarono ad acquistare opere del pittore quando in patria era ancora pochissimo considerato. Una mostra ne ricorda la storia

Paul Cézanne, Bagnanti, 1874-1875
Paul Cézanne, Bagnanti, 1874-1875

Fino al 29 luglio Paul Cézanne viene proposto a palazzo Strozzi, a Firenze, in una grande mostra che rievoca per la prima volta una storia di collezionismo cittadino. Gli studiosi Francesca Bardazzi, Carlo Sisi hanno riunito dopo decenni una selezione di opere di Cézanne appartenute ai collezionisti Egisto Paolo Fabbri e Charles Alexander e collocate allora a Firenze nelle loro raccolte private. Fabbri e Loeser erano americani ma vissero e lavorarono anche in Italia e in Europa. Fabbri, originario di una famiglia di emigranti italiani, si stabilì a Firenze nel 1885 per poi trasferirsi a Parigi e tornare in Toscana nel 1913. Pittore egli stesso, appassionato d’arte e molto interessato alle novità dell’impressionismo, acquistò via via opere di Cézanne fino a possederne 32. Loeser, americano di origine tedesca, fu a Firenze dal 1890 e si distinse anche per il sostegno alla ristrutturazione di palazzi cittadini. I suoi Cézanne, allora circa una quindicina, erano altrettanto importanti. Il maestro oggi riconosciuto tra i padri della pittura moderna allora non aveva né fama, né successo o consenso critico e le raccolte di Loeser e Fabbri erano tra le più ampie dell’epoca dedicate all’artista. I due collezionisti prestarono diverse opere della raccolta all’esposizione di opere impressioniste del 1910, al Lyceum di Firenze e del 1920 alla Biennale di Venezia, dove un’intera sala fu dedicata a Cézanne. 

Paul Cézanne, Madame Cézanne sulla poltrona rossa, 1877 ca.
Paul Cézanne, Madame Cézanne sulla poltrona rossa, 1877 ca.

Nei decenni successivi le tele delle due collezioni vennero divise e disperse e oggi si trovano dislocate presso collezioni di diversi paesi. I curatori ne hanno raccolto una parte insieme a dipinti di Cézanne delle collezioni Morozov e Schukin e circa ottanta lavori di altri autori, del periodo a cavallo tra fine Ottocento e primo Novecento. Sono presenti opere dello stesso Fabbri mentre, di Cézanne, ci sono tele di grande valore, come “La signora Cézanne sulla poltrona rossa”, “Casa sulla Marna”, “Le bagnanti” del Metropolitan Museum di New York. Vi si ritrovano tutti gli elementi distintivi di Cézanne: l’impressionismo già superato da uno stile personale, i paesaggi luminosi secondo lo stile francese e al tempo stesso plastici e rigorosi, fondati su figure geometriche solide, come teorizzava lo stesso artista in quei principi che avrebbero ispirato il cubismo. In mostra ci sono nature morte, paesaggi, ritratti, persino un’opera giovanile, la “Cena a casa di Simone”, una copia dell’onomina opera di Paolo Veronese. La tela, comparsa dal 1945, è stata ritrovata dai curatori e da loro attribuita a Paul Cézanne. È esposta anche una lettera autografa dell’artista a Egisto Fabbri, del 1899. Van Gogh viene presentato con la tela “Il giardiniere”, Matisse con “Alberi presso Melun”. Mary Cassat, Alfredo Muller e figurano poi opere di Camille Pissarro, Vincent Van Gogh, Henri Matisse, John Sargent e tra gli italiani Giovanni Fattori, Ardengo Soffici, Medardo Rosso, Ottone Rosai.

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Cézanne a Firenze. Due collezionisti e la mostra dell’impressionismo del 1910. Dal 2 marzo al 29 luglio, Palazzo Strozzi, orario: tutti i giorni 9-20 eccetto giovedì, 9-23.
Per informazioni: www.cezanneafirenze.it
Tel 055 2645155

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