Istria: sapori di calamaro
Fino al 7 gennaio il calamaro è il protagonista della tavola a Umago, Cittanova, Verteneglio e Buie, sulle coste e le spiagge dell’Istria accarezzate da un mare cristallino, dove i villaggi di pescatori colorano il paesaggio e affascinanti borghi sono ricchi di cultura e storia. Nel periodo che coincide con quello delle feste natalizie, gli chef dei ristoranti e trattorie locali si sbizzarriscono per creare piatti e interi menu a base di calamaro adriatico. Abbinamenti originali si mescolano a ricette tradizionali, creando nuovi sapori, il tutto accompagnato dalle tipicità istriane: pregiati oli di oliva e vini di prima qualità. Calamaretti arrostiti sulla griglia o esemplari più grandi cucinati in brodo, o ancora cremosi risotti al nero di seppia. Se invece preferite ricette autentiche della tradizione locale, scegliete i calamari ripieni all’istriana, con spalla di maiale tagliata a fettine sottili, prosciutto crudo, riso, pecorino e spezie mediterranee. Non c’è che l’imbarazzo della scelta per preparare questi calamari, diversi dai fratelli della Patagonia e della California, dal gusto delicato che ricorda il mare, da mangiare cotti interi se piccoli, sottili e teneri; oppure da preferire dopo una cottura lenta nel caso siano più grandi. Possono essere trattati in maniera aggressiva, con l’aceto, con il peperoncino e con erbe aromatiche, oppure in maniera delicata, con qualche goccia di limone e un po’ di erba cipollina. L’acqua salata e pulita dell’Adriatico conferisce un sapore autentico, particolarmente intenso proprio durante l’inverno, quando i calamari sono ancora giovani e si fermano volentieri nelle insenature poco profonde dell’Adriatico settentrionale, dove trovano abbondante nutrimento. Proprio qui, gli abitanti del posto, conclusa la stagione in cui ci si dedicava alle attività agricole, andavano a pesca di calamari, armati di esche e di molta pazienza! Non a caso il motto dei pescatori diceva “non si trovano calamari finché le mani non gelano”.
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Birraio dell’Anno a Firenze
Birraio dell’Anno
torna, con la sua nona edizione, al teatro ObiHall di Firenze, da venerdì 19 a domenica 21 gennaio. Ideato e organizzato dal network Fermento Birra, il premio, che riconosce il miglior artigiano della birra italiana, propone un appuntamento imperdibile per ogni appassionato, ricco di emozioni birrarie garantite. Al teatro ObiHall sarà presente un’offerta super-selezionata composta da oltre 150 birre artigianali alla spina prodotte da 25 birrifici italiani individuati dal voto dei 100 esperti interpellati.
Birraio dell’Anno infatti vuole essere una “vetrina” per un settore che vanta eccellenze riconosciute e apprezzate a livello internazionale, dedicato soprattutto a prodotti artigianali dai sapori unici nati dalla maestria e dalla creatività dei nostri birrai, che durante la tre giorni saranno presenti all’evento pronti a raccontare la loro passione attraverso le loro birre. Come da tradizione, domenica 21 alle 16.30, il noto degustatore Lorenzo “Kuaska” Dabove avrà il compito di condurre la premiazione e pronunciare l’atteso nome del vincitore, sia del premio Birraio dell’Anno, che del Birraio Emergente, riconosciuto al produttore con meno di due anni di esperienza.
Protagonista anche lo street food con una selezione di truck e banchi ricchi di sfiziosità toscane ed extraregionali: la cucina fiorentina di Luca Cai dell’Osteria Il Magazzino con trippa, lampredotto e ribollita; i famosi Trapizzini di Stefano Callegari, i panini di mare del Ristorantino di Pesce, le salsicce, il pulled pork e i salumi da maiali allevati da Pork’n’Roll, gli arrosticini e il fritto dell’Ape Scottadito, e ancora altre golosità.
www.birraiodellanno.it
A Cipro: le dolcezze di Agros
Agros
, il villaggio che sorge sui monti Troodos, non è solo un Eden fiorito, ma anche di infinita dolcezza e bontà! A Cipro esiste una tradizione di origini antichissime che vede offrire insieme al caffè, a chi è in visita in una casa, un cucchiaio contenente qualcosa di dolce. Questo rito di accoglienza può accompagnarsi a frutta candita, soutzoukos (dolce particolare realizzato bagnando mandorle o noci in una melassa di mosto), croccante… E ad Agros tutto quello che si può servire all’ospite in questo particolare frangente viene prodotto dal piccolo laboratorio con bottega Niki Sweets. Questo regno di sapori e dolci delizie ha conservato intatta l’artigianalità dei processi produttivi, che possono, tra l’altro, essere osservati da chi desidera scoprire come nascono queste delizie cipriote. Resistere a un assaggio di tutte è davvero difficile. Si possono trovare noci candite, partendo dal frutto acerbo, ricoperto ancora dal mallo (a differenza di ciò che si po’ immaginare, sono dolcissime); altri differenti sapori nei tipi di frutta e verdura candita e sciroppata da servire al cucchiaio (bucce d’arancia, carote, anguria – solo la parte bianca-, bergamotto, albicocche, melanzane, amarene, fichi…); marmellate e gelatine particolari come quella di melograno; sciroppo di carrube; soutzoukos; croccanti; differenti tipi di frutta secca (uva locale, arachidi, fichi, mandorle, noci); mandorle caramellate, aromatizzate all’acqua di rose; liquori e altre irresistibili leccornie. Fare scorta è d’obbligo per portarsi a casa un pezzetto di isola.
www.turismocipro.it – www.visitcyprus.com
Gustare la Stella del “Refettorio”
Il Refettorio del Monastero Santa Rosa ha ottenuto l’ambitissima stella Michelin. Un riconoscimento prestigioso, inatteso ed entusiasmante per il ristorante di Conca dei Marini, che valorizza lo chef Christoph Bob, ex braccio destro del grande Heinz Beck, principale artefice di questo brillante risultato. Su un’alta scogliera a picco sul mare da cui si gode un’incomparabile vista sulla Costiera Amalfitana, questo Luxury Hotel di fama internazionale è stato ricavato dalla ristrutturazione del Convento seicentesco delle Monache Domenicane a cui si deve l’invenzione delle famose “sfogliatelle di Santa Rosa”.
La cucina del “Refettorio” ha un’anima tutta mediterranea, interpretata con impeccabile stile da Christoph Bob affiancato dalla validissima spalla Pasquale Paolillo, chef campano che sa interpretare con maestria i sapori e i valori di questa terra stretta fra monti e mare. Quella del Refettorio è una cucina creativa, innovativa, fantasiosa, frutto di una minuziosa ricerca sui prodotti del territorio riletti in chiave contemporanea: prelibati pesci e crostacei del mar Tirreno, verdure ed erbe coltivate all’insegna del biologico nell’orto terrazzato del Monastero, ortaggi freschissimi, erbe profumate, pasta di Gragnano, alici di Cetara, formaggi artigianali, carni del Monti Lattari. Nel menu, che si ispira alle stagioni, spiccano piatti come le tre variazioni di crostacei, l’astice su purea di ceci, l’insalatina di fave all’olio d’oliva affumicato, i ravioli di gamberoni, i fusilli con calamari, pomodori del Piennolo e melanzane al profumo di basilico, la triglia in crosta di pane, l’alice panata farcita con la scamorza, i frutti di mare gratinati alle erbe. Ad accompagnare i piatti del ristorante c’è una ricchissima e preziosa Carta dei vini, che include le più pregiate etichette italiane e internazionali, ma dà anche spazio a vini di piccoli produttori di talento ed espressione di territori meno noti.
www.monasterosantarosa.com