Percorrere le strade che conducono a Matera è intraprendere un viaggio dove impera un silenzio rilassante. Allietato dal cinguettio di uccelli o dalle greggi nelle lunghe distese di pascoli. Qui i confini sono caratterizzati dai muretti a secco; una delle tante bellezze paesaggistiche dell’antica terra di Lucania. Il nome Lucania, invece di Basilicata, per volontà di Benito Mussolini restò dal 1932 al 1945.
Strada facendo, le infinite macchie di oliveti riescono ad incantare il cuore e l’animo di chi volge lo sguardo oltre il finestrino dell’auto. Si ammirano le case bianche, le masserie, i resti di alcune rovine dell’antica civiltà greca. In Basilicata o Lucania, le civiltà si sono intrecciate a tessere messaggi di storia, di geografia e antropologia. La regione, nel corso della storia, subì invasioni da: Bizantini, Normanni, Svevi, Angioni, Aragonesi, fino al Regno d’Italia e alla nascita della Repubblica d’Italia.
Civiltà contadina e memorie storiche
Matera è la città che maggiormente rappresenta la Basilicata grazie alla struttura urbanistica costituita dai famosi “sassi” che custodiscono pezzi di storia di popoli che qui si sono insediati diecimila anni fa. Matera, patrimonio UNESCO dal 1993, è la testimonianza della lungimiranza, delle abilità manuali di tutte quelle popolazioni che hanno scalfito la roccia per ricavarne un riparo o meglio una casa-rifugio.
Nelle strette e tortuose vie della storica Matera ogni angolo, ogni spigolo, ogni pietra offre uno spaccato di storia e di civiltà. Le pietre su cui si cammina sono levigate dall’erosione degli agenti atmosferici e dal passaggio della moltitudine di gente. Persone alla ricerca di un passato intriso di civiltà contadina e di memorie storiche.
Matera: origini risalenti al Paleolitico
Le origini di Matera risalgono addirittura al Paleolitico e ciò è confermato dai ritrovamenti archeologici rinvenuti nella grotta dei pipistrelli; i primi villaggi trincerati appaiono nel Neolitico dove traggono sviluppo le tecniche di raccolta delle acque con cisterne a campana e di canalette lungo profondi fossati.
Il primo centro abitato che rappresenta la città di Matera è la CIVITA, un sistema urbanistico che sfruttava la presenza in loco di calcarenite tenera, detta anche tufo, in grado d’essere scalfita e “modellata” in casa-grotta. L’abitazione scavata nella roccia rappresentava, per queste popolazioni, un luogo dove vivere e un rifugio per difendersi dalle continue invasioni. A testimoniare il transito di varie etnie, vi sono numerose chiese costruite all’interno della città e 150 chiese rupestri erette nella cosiddetta Gravina materana.
Comunità monastiche dall’Asia minore si rifugiano nelle grotte
Nel corso del Medioevo, comunità orientali monastiche e laiche, fuggirono dall’Asia Minore. Piccole comunità giunti dall’Armenia, dalla Siria e dalla Cappadocia si rifugiarono nelle grotte trasformandole in luoghi di preghiera. In questo periodo si formano i due centri urbani più caratteristici di Matera: il Sasso Caveoso (a sud); il Sasso Barisano (a nord-ovest); al centro la Civita.
La città sarà costruita e ricostruita su abitazioni antiche, l’una sull’altra, in una sorta di stratificazioni. A partire dal 1700 e 1800 si avviò un diverso processo di costruzione per le nuove sedi del potere economico e religioso. Si riscoprirono così giardini, ipogei, cisterne e foggiali. Per esempio i camini delle case saranno costruiti sopra i tetti delle case sottostanti.
I famosi “sassi” di Matera
I “sassi” a Matera sono sempre stati il centro della vita dei materani fino al dopoguerra. Poi per le precarie condizioni igienico-sanitarie degli abitanti – sedicimila residenti – le case-grotte furono dichiarate inagibili.
Dal 1952 iniziarono le operazioni di trasferimento degli occupanti nelle case popolari. Negli anni sessanta, le case-grotte furono abbandonate anche dalla memoria storica, in quanto ritenute “Vergogna Nazionale”.
Bisognerà attendere il 1986 per veder rifiorire la “città dei sassi”. Un’apposita legge consentì la “conservazione e il recupero architettonico ambientale” delle antiche case-grotta che diventeranno hotel, locali commerciali e culturali. Gli ex abitanti delle case-grotta, ormai assuefatti ad altro tenore di vita, vivono in case più consone alle attuali esigenze di modernità; mentre i sassi sono stati trasformati in musei etnografici, ristoranti tipici e negozi.
Chiese e monumenti: Sasso Caveoso
Tra le chiese si ricordano il Convicino di Sant’Antonio, situato nel Sasso Caveoso. E’ una struttura costituita da 4 chiese disposte orizzontalmente lungo il versante del torrente Gravina. All’interno delle 4 chiese troviamo tracce di affreschi raffiguranti la Madonna e i Santi. Dal XVII secolo, l’intero complesso monastico fu trasformato in un luogo di produzione e di conservazione del vino.
Chiesa di Santa Maria alle Malve, collocata nel Sasso Caveoso, è stata la prima sede di un gruppo di monache dell’ordine benedettino che furono costrette ad abbandonare la struttura a causa della malaria. L’antico cenobio, formato da diverse grotte, mostra tracce di affreschi del XII secolo e un altare e 4 nicchie.
La vita di Cristo nel soffitto della Chiesa di San Pietro
Chiesa di San Pietro Caveoso è un bellissimo esempio di ricostruzione edile. La chiesa è dedicata ai Santi Pietro e Paolo e la sua costruzione ebbe inizio nel XIV secolo. Successivamente l’impianto originario venne modificato fino all’attuale assetto terminato nel secolo scorso. La chiesa s’affaccia su un’altura e la facciata seicentesca, ha tre nicchie dove sono collocate le statue raffiguranti la Madonna, San Paolo e San Pietro. Molto bello, l’interno a tre navate con quattro cappelle nelle quali troviamo la tela raffigurante la “Pietà”, opera di Alessandro Fracanzano. Di notevole interesse la fonte battesimale in pietra con bassorilievi; il polittico in legno che rappresenta la Vergine Santa, ai lati San Pietro e Paolo, e l’ultima cena. Notevole il soffitto con narrazioni della vita del Cristo.
Chiesa Madonna de Idris, situata al centro del Sasso Caveoso, è interessante per la porta d’ingresso in stile gotico con un piccolo campanile in alto a destra. L’interno interamente scavato, presenta un altare frontale e tracce di affreschi dai simboli iconografici religiosi.
Necropoli alto medioevale: qui sono state seppelliti i defunti in posizione fetale per occupare il minimo spazio. Altre chiese ubicate a Matera sono: la Madonna della Virtù e San Nicola dei Greci, posta sulla parte superiore della precedente, risalente al X-XI secolo.
Chiese e monumenti: Sasso Barisano
All’ingresso del Sasso Barisano si trovano altri edifici dalla storia millenaria.
Chiesa di Sant’Agostino con annesso il Convento dei monaci appartenenti all’ordine degli Eremitani costruita nel 1592. La facciata presenta un’architettura in stile tardo-barocca con due nicchie e statue di Sant’Agostino e Vescovo Benedicente. Si narra che Guglielmo da Vercelli prima di intraprendere il suo viaggio in Terra Santa, si rifugiò in una grotta di Matera per svolgere il suo apostolato. Guglielmo sarà in seguito santificato e a lui è stata dedicata la cripta dove ha pregato.
Chiesa di San Pietro Barisano è singolare per il campanile a pianta quadrangolare ristrutturato più volte. Durante i lavori di restauro, sono stati recuperati affreschi risalenti al XVI secolo.
Altri edifici di culto sono la Chiesa di San Giovanni Battista, San Rocco e San Domenico, costruita nel XIII secolo con la facciata in stile romanico-pugliese, rappresenta la porta principale di Matera.
Chiese e monumenti nella Civita
Nella Civita troviamo il Palazzo del Governo risalente al XIII secolo, fu sede del convento di San Domenico fino al 1809, quando venne chiuso per effetto delle leggi napoleoniche. Qui si trova oggi la Prefettura della città di Matera.
Monumento ai Caduti della prima guerra mondiale realizzato dall’artista Benedetto d’Amore. Fu inaugurato nel 1926 da Vittorio Emanuele III.
Chiesa Mater Domini, Ipogeo Santo Spirito interessante costruzione del 1680 ad opera dei Cavalieri di Malta. Qui si trovano tracce dei Cavalieri maltesi sugli stemmi e sulle croci ad otto punte.
Palazzo dell’Annunziata è un edificio che ha subito, nel tempo, diverse destinazioni passando da convento di clausura, ad Uffici del Tribunale, sino a sede delle Scuole Elementari e convitto. Oggi l’uso è riservato alla Biblioteca Provinciale.
Cattedrale di Matera fu costruita dal 1230 fino al 1270 per essere la sede vescovile della città. La facciata è in stile romanico-pugliese rappresentato da un bellissimo rosone centrale a raggiera; le statue raffiguranti i santi Pietro e Paolo, la Madonna con Bambino. Interessanti le due porte laterali per i bassorilievi e il campanile alto circa 52 metri. L’interno è caratterizzato dalle tre navate con cappelle adiacenti, l’affresco del Giudizio Universale e il magnifico Presepe originale, interamente scolpito in pietra nel 1534. Nella navata centrale si trova l’altare maggiore dedicato alla Madonna della Bruna a cui la città dedica ogni anno una festosa ricorrenza.
La storia di Matera in 150 Chiese rupestri
Musma è il Museo della cultura contemporanea ospitato nel bellissimo palazzo Pomarici.
Palazzo del Sedile si trova nella piazza omonima seicentesca e deve il nome al fatto che in questa piazza, fin dal 1540, si volgevano le sedute del Parlamento comunale. Altri edifici religiosi sono la Chiesa di San Francesco d’Assisi, la Chiesa del Purgatorio e di Santa Chiara.
Castello Tramontano, è un’imponente costruzione che domina la città dall’alto. Fu iniziato dal conte Giancarlo Tramontano nel 1500 ma l’opera costituita da alte, possenti torri cilindriche, è rimasta incompiuta.
Oltre alle numerose chiese all’interno della città, sono state costruite lungo il canyon delle Murge materane, 150 chiese rupestri, interamente scavate nella roccia di tufo, rappresentano l’antica storia di Matera con i suoi vissuti, con le narrazioni degli affreschi, con i resti delle nicchie che raccontano storie di santi ma anche di comuni mortali che qui vissero la loro esistenza.
Matera di notte e i set cinematografici
Matera con le luci del giorno brilla in un fascino tutto particolare. Ma è con l’imbrunire che i colori delle case-grotta assumono un effetto evanescente, soffuso. Camminare tra i viottoli diventa un percorso che trasmette un senso di pace e serenità. Cenare in uno dei tanti locali tipici scavati nella roccia e dedicarsi alle degustazioni delle prelibatezze lucane, è semplicemente una goduria.
Passeggiare di notte lungo la piazza e il corso principale addobbato con decori e pennacchi luccicanti, per la festa della Madonna della Bruna, protettrice della città, lascia un ricordo particolare di questi luoghi. Matera vanta, oltre al numero cospicuo di chiese, un numero considerevole di set cinematografici dal 1950 fino al 2008 tra cui spiccano film di successo quali “La lupa” di Lattuada, “Il Vangelo secondo Matteo” di Pasolini, “C’era una volta” di F. Rosi, “Cristo si è fermato ad Eboli”, “The passion of the Christ” di Mel Gibson, ect.
La Casa-Grotta, museo etnoantropologico
Attraverso un’angusta porta d’accesso si accede nel locale adibito a cucina dove sono collocati il focolare, attrezzi e utensili indispensabili per cucinare. Trovismo ciotole in legno, paioli in rame, legami in alluminio, anfore di ogni tipo per l’acqua, catini e cassapanche, ripiani ricavati nelle pareti. Da notare un piccolo tavolo con un unico grande piatto da cui tutti mangiavano. Accanto si trova la stanza da letto. Al suo interno arredi modesti e abiti semplicissimi: un giaciglio costituito da un materasso fatto con foglie di granoturco; lenzuola del corredo della sposa; la culla per il bebè appesa al soffitto; l’immancabile fucile da caccia.
Di fronte al letto si nota la stalla che ospitava il prezioso mulo. Oltre si accede al ripostiglio degli arnesi da lavoro nei campi: la vanga, il falcetto, il rastrello, il piccone. Nella parte più bassa della casa, a cui si accede attraverso una scaletta, si trova la cantina dove erano riposti i contenitori per l’acqua ed il vino: botticelle di varia misura, fiaschi e bottiglioni in vetro. Dalla visita resta evidente quanto fosse semplice la vita dei contadini di un tempo; Una vita altrettanto poetica se si pensa alla culla sospesa, alla modestia degli abiti, agli utensili usati da mani consunte dalla fatica di donne e uomini vissuti in queste case fino a qualche decennio d’anni fa.
Informazioni: www.comune.it – www.sassidimatera.it