L’attenzione per il cibo è dilagata. Ne sono la riprova le infinite foto di piatti postati sui social. Ma non mancano neppure pubblicazioni e trasmissioni televisive dove si parla di cibo e ci si confronta con grandi chef. E sono tanti anche coloro che di cibo scrivono. A questi ultimi, in particolare, si rivolge il libro Professione food writer, di Mariagrazia Villa, dall’esplicativo sottotitolo: Ricettario di scrittura con esercizi sodi, strapazzati e à la coque. Come dice l’autrice non basta saper scrivere. Per essere un buon food writer e critico enogastronomico bisogna saper raccontare in maniera accurata, creativa, coinvolgente, con competenza e sempre più consapevolezza, senza dimenticare l’etica. E la “rete” può essere un’ottima alleata. Professione food writer, aggiunge Mariagrazia Villa: “è un ricettario di scrittura dove dispongo sul tavolo, proprio come avviene prima della preparazione di un piatto, tutti gli ingredienti che ti servono per la professione del food writer”.
Il volume è organizzato secondo un classico menù all’italiana: antipasto, primo, un paio di secondi, contorno e dolce. E si chiude con il caffè, offerto dalle conclusioni, nient’affatto conclusive, dove Mariagrazia Villa illustra il ‘Metodo Moka’ per la revisione dei testi.
Professione Food Writer con articoli al forno
Ogni capitolo di Professione food writer è preceduto da una ricetta. Considerata emblematica rispetto al contenuto del capitolo stesso ed è seguito da una serie di esercizi di scrittura enogastronomica. S’inizia con la Crema scritta con gallette ai cinque cereali: un’introduzione alla scrittura professionale enogastronomica. Qui si forniscono le motivazioni per cui vale la pena scrivere di cibo e di vino.
Grazie ai Bocconcini di blog con articoli al forno viene restituito il sapore del dialogo tra food writing e giornalismo. L’autrice tratteggia un identikit del giornalista enogastronomico e segnala le risorse per avere un lavoro riconosciuto e retribuito, fornendo consigli e trucchi per rapire il pubblico, prefigurando alcune ipotesi professionali da soffriggere nel tempo. Nella Fresca misticanza di destinazioni viene messa in luce la relazione tra food writing e turismo, attraverso i tratti salienti dello storyteller enogastronomico.
Professione Food Writer è un libro che si gusta, apprezzandone i sapori, la composizione e l’impiattamento. Poi si comincia a leggerlo e lo si divorare come un libro giallo. Buona lettura! Anzi, buon appetito!
Professione Food Writer. Ricettario di scrittura con esercizi sodi, strapazzati e à la coque, di Mariagrazia Villa, Dario Flaccovio Editore, pagine 312, € 28,00.
Illustrazioni: Davide Bettin, Gianmarco Maria Bevacqua, Cecilia Festa, Lucia Pastro, Lisa Pizzato e Alberto Sartori, studenti del corso di Laurea triennale in Scienze e tecniche della comunicazione grafica e multimediale allo IUSVE (Istituto Universitario Salesiano Venezia).
Autore
Mariagrazia Villa ha lavorato per vent’anni, come giornalista culturale, per Gazzetta di Parma e altre testate locali e nazionali. Come copywriter e food writer, ha collaborato per quindici anni con il Gruppo Barilla, per il quale ha diretto il magazine online Italian Food Lovers. Insegna Etica e deontologia , sostenibilità agroalimentare e conscious . Docente di Giornalismo enogastronomico presso l’Università di Parma. Ha scritto 38 libri di cucina, quattro manuali di scrittura creativa per bambini e il recente volume “Il giornalista digitale è uno stinco di santo – 27 virtù da conoscere per sviluppare un comportamento etico” .