La Carnia è un fazzoletto d’Italia abbarbicato nell’estremo angolo nord orientale del Paese. Assomiglia ad una grande mano, il cui palmo è costituito dalla valle solcata dal Tagliamento nel suo lento scorrere verso l’Adriatico e le dita sono le vallate scavate dai suoi affluenti. Un luogo dove la cultura, i sapori e le tradizioni millenarie sono ancora lì, da sempre, per farsi conoscere e per farsi vivere. Non è una terra come le altre.
Il paesaggio è disegnato con tratti indimenticabili. Qui natura, tradizione, gastronomia e ospitalità sono unite in maniera indissolubile. Anche la gente, apparentemente schiva e riservata, è ospitale e generosa. Basta rompere il ghiaccio, fare due chiacchiere e nel caso bere assieme un “tajut de neri”, un bicchiere di vino rosso, che tutto cambia. E quando si giunge ai saluti un “mandi” parla più di mille parole e garantisce che si può arrivare in Carnia da turista ma si riparte da amico.
Visitiamo la Carnia partendo da Sutrio
Un ottimo punto di partenza per visitarla è sicuramente Sutrio. Una cittadina adagiata sulla sponda destra del fiume Bût, nell’omonima valle, in provincia di Udine. A pochi chilometri da Sutrio inizia la salita che porta al famoso Zoncolan. Dalla vetta si gode un panorama unico che spazia sull’intera zona circostante. Nel periodo estivo, il monte è meta di una infinità di ciclisti che arrivano da queste parti per cimentarsi sulle strade leggendarie che salgono fino in cima.
Molti i percorsi per gli appassionati delle camminate e i luoghi da scoprire in sella alla mountain bike. Per noleggiarne una basta arrivare alla Baita da Rico, in Località Ciarcenal, pochi chilometri dopo Sutrio, sulla strada che arriva direttamente in vetta allo Zoncolan. Da giugno 2016 la Baita è gestita dalla famiglia Ortis, Silvio e Matteo con l’aiuto di Luisa, originari della zona. A piedi o in bici e in compagnia di Silvio Ortis, i vari tragitti si trasformano in viaggi di conoscenza al cospetto di panorami indimenticabili. Si può andare alla scoperta delle malghe oppure raggiungere i tanti laghi alpini, le innumerevoli cascate e i vari corsi d’acqua, attraversando fitti boschi ricchi di erbe e fiori.
Un po’ di storia sul paese a misura di bambino,
Sutrio, piccolo e affascinante borgo carnico, è “Comunità ospitale collocato all’imbocco della Valcalda, tra Arta Terme e il confine con l’Austria”. È caratterizzato da un centro storico ben restaurato, con le tipiche case in pietra e le finestre di gerani. In molti punti è facile imbattersi in statue e bassorilievi in legno realizzati dagli artigiani locali. Cinque sono le chiese che si incontrano. Ai margini del paese spicca la chiesetta di San Nicolò con il bellissimo altare maggiore in legno del Settecento. Questa era anche la terra dei “cramars”, i venditori ambulanti di stoffe e spezie attivi fin dal XIII. Le loro abitazioni sono ancora ben riconoscibili perché nel portale d’ingresso si trova incisa la croce di Mercurio, simbolo del commercio.
Sutrio è un paese a misura di bambino. Trascorrere le vacanze a Sutrio per una famiglia con bambini porta ad un allentamento di tutte le tensioni e le ansie accumulate nella vita frenetica di tutti i giorni. Nei dintorni sono possibili visite a Fattorie didattiche e parchi avventura, escursioni a cavallo all’agriturismo con maneggio Randis (con la guida del proprietario Massimo Peresson, un veterano delle cavalcate sui monti carnici), e partecipazione a laboratori di vari tipi.
In Carnia c’è tanto da vedere e da scoprire
In Carnia sono tanti i luoghi da visitare e le cose da vedere. Da Sauris a Tolmezzo, da Forni di Sopra alla Val Pesarina, per arrivare ad Arta Terme e Sutrio. A Tolmezzo merita una visita il Museo Carnico delle Arti e Tradizioni Popolari. La Val Pesarina è una delle valli più interessanti della Carnia. È conosciuta come la Valle del Tempo. Qui alla fine del ‘600 prese il via, in modo artigianale, la produzione di orologi. A Pesariis, una frazione di Prato Carnico, è assolutamente da vedere il Museo dell’Orologeria, una delle pochissime realtà del genere in Italia. Esposta una collezione di orologi, da parete e da torre, rappresentativi della produzione dal ‘400 ai giorni nostri.
Ma questa terra è anche ricca di reperti archeologici. Ad esempio a Zuglio, un piccolo borgo a pochi chilometri da Tolmezzo, c’è un’area archeologica dove si possono ammirare i resti degli edifici che facevano parte dell’antica città romana di Iulium Carnicum: la basilica civile (prima età imperiale), la base del portico coperto con colonnato a capitelli tuscanici, un settore della platea lastricata con alcune basi di statue, il podio del Tempio, il criptoportico (vano seminterrato) della basilica con scalone di accesso al primo piano. Nel vicino Civico Museo Archeologico Iulium Carnicum, che ha sede nel secentesco Palazzo Tommasi Leschiutta, è ospitata una esposizione che ripercorre le varie fasi insediative del territorio carnico e di Zuglio, dalla preistoria al rinascimento.
Manifestazioni d’estate
L’ultima domenica di luglio si svolge “Fasin la mede” nel corso della quale si rinnovano i lavori della fienagione in montagna sullo Zoncolan. La fienagione inizia al mattino ed anche i turisti sono invitati a partecipare. Poi si mangia negli stavoli, tipica costruzione rurale di montagna, ed i vari angoli di degustazione formano un percorso gastronomico e naturalistico.
“Fasin la mede”, che sta per “Facciamo i covoni di fieno”, è in programma sui prati dello Zoncolan (tappa ormai mitica di ogni edizione del Giro d’Italia) domenica 28 luglio. L’inconsueta festa è nata per ricordare, e soprattutto far conoscere alle ultime generazioni e ai turisti, uno dei più diffusi fra gli antichi lavori della montagna carnica. Appunto la fienagione in montagna, dalla falciatura dell’erba alla composizione di grandi covoni di fieno. Un compito che era appannaggio principalmente del mondo femminile e che verrà riproposto da gruppi di donne di Sutrio vestite con gli abiti tradizionali, affiancate da uomini e bambini, pure in costume.
Musiche, balli, percorso naturalistico e gastronomico
A fare da contorno ci saranno passeggiate a cavallo, biciclettate e giri guidati in e-bike, musiche e balli tradizionali attorno ai covoni. Un originale percorso gastronomico-naturalistico si svolge nei rifugi e negli stavoli (le caratteristiche baite col tetto a spiovente della Carnia). In ciascuno di essi si degusterà un piatto tradizionale, preparato seguendo le ricette dell’indimenticabile chef Gianni Cosetti: con frittatine alle erbe e salame, frico con polenta e cjapus cu las frices, selvaggina polenta e fagioli, orzo e fagioli, orzotto, luanie fumade, vari tipi di dolci, lo sciroppo di sambuco e frutti di bosco.
Sutrio deve la sua notorietà alla presenza di alcune tra le più apprezzate botteghe artigiane di intaglio e scultura di tutta la Regione. Per questo motivo il borgo è conosciuto come il “pais di marangons” ovvero il paese di falegnami. All’inizio di settembre, per valorizzare questa tradizione, va in scena “Magia del legno” che fa vedere al visitatore i mille modi di lavorare il legno.
La seconda domenica di ottobre va in scena “Farine di Flor: mulini, farine e delizie della Carnia”. A metà dicembre è il momento di “Formandi, sapori e formaggi di montagna”. Altra manifestazione da non perdere è “Borghi e presepi” una rassegna di presepi artigianali che si svolge da Natale all’Epifania.
Una gastronomia con la G maiuscola
La cucina carnica, genuina e naturale con ampio utilizzo di prodotti stagionali, è tutta da scoprire. Gli appassionati hanno tante possibilità per assaggiarla e possono scegliere fra ristoranti tipici, osterie, trattorie, ristoranti di cucina italiana, ristoranti gourmet o agriturismi e avere la certezza di vivere un’esperienza di gusto di prima qualità. Il top del prodotto tipico è rappresentato dai “cjarson” ravioli di pasta di patate con un ripieno dolce. La tradizione fa risalire l’origine di questo piatto al periodo dei “cramars”, i venditori ambulanti di stoffe e spezie. Quando costoro ritornavano a casa, dopo avere venduto i loro prodotti, le loro donne recuperavano i rimasugli delle spezie rimasti sul fondo delle borse.
È così che sono nati i cjarsons con un ripieno composto da una grande varietà di ingredienti diversi da borgo a borgo. Altro piatto tipico il “frico” con polenta, un piatto salato il cui principale ingrediente è il formaggio fuso. Interessante anche il risotto con lo “sclopit” (un’erba che cresce spontaneamente in Carnia) ed il “Toc’ in braide” un piatto proposto in genere come antipasto. Di grande livello anche i formaggi di malga e i saporitissimi salumi. A questo vanno aggiunti sciroppi di frutta, frutti di bosco, marmellate di ogni tipo e grappe aromatizzate. I posti dove assaggiare queste specialità sono tantissimi e tutti di ottimo livello. Si consiglia di provare la Baita da Rico sulla strada che porta allo Zoncolan o l’agriturismo Randis a Piano D’Arta.
Le Terme di Arta un inno alla salute
Le terme della Carnia sono quelle di Arta, luogo ideale dove trascorrere rigeneranti vacanze benessere e ritempranti weekend, durante i quali migliorare la propria condizione fisica. Il potere curativo delle acque e dei fanghi delle terme consente di recuperare una forma smagliante, se alle cure termali si affiancano fitness e sport in un ambiente naturale di grande bellezza. Le acque sulfuree della Fonte Pudia erano rinomate per gli eccezionali poteri curativi ed estetici fin dal tempo degli antichi romani. Questi ultimi, proprio nelle sue vicinanze avevano fondato Iulium Carnicum (l’attuale Zuglio), il loro più importante insediamento in Carnia.
Ma la fortuna di Arta come stazione climatica alpina risale alla fine dell’800, quando i suoi eleganti alberghi erano la meta prediletta della buona borghesia veneta e della nobiltà friulana. Le sue acque termali, sono ideali per combattere i disturbi alle vie respiratorie, al fegato, alla pelle, per combattere e prevenire artriti, artrosi e nevralgie, per curare i postumi di lesioni e fratture. Nello stabilimento anche il recente Palazzo delle Acque, vero tempio del benessere, con due piani vasca indipendenti uno dall’altro: il primo dedicato al benessere e al relax, il secondo concepito per offrire una gamma vasta e completa di terapie in acqua.
Dove dormire.
Qui c’è l’Albergo Diffuso Soandri che propone un originale modello di ospitalità, un po’ casa ed un po’ albergo. Una ottima base di partenza per andare alla scoperta della Carnia. Oltre 100 appartamenti indipendenti distribuiti nel centro storico a testimoniare una riuscita fusione tra moderna ospitalità alberghiera e antichi alloggi in caratteristiche case sapientemente ristrutturate di un borgo della Carnia.
Info: www.carnia.it/it/